Fonseca: “Maignan e Theo out col Sassuolo”. Leao probabile dal 1′, Fofana-Reijnders non riposano

L’allenatore rossonero sulla sfida contro la formazione di B: “Mike fuori per un intervento ai denti, Hernandez per una contusione a un piede”. La difesa cambia: Sportiello in porta, Terracciano a sinistra. I due centrocampisti ancora dentro dall’inizio. Camarda andrà in panchina.

“Dobbiamo essere ambiziosi. Se vogliamo andare in finale, che deve essere il nostro obiettivo, dobbiamo vincere domani. Il Milan non vince questo trofeo da tanto tempo”. Paulo Fonseca alla vigilia di Milan-Sassuolo di Coppa Italia manda un messaggio chiaro: il Milan vuole prendere sul serio la Coppa Italia. Dovrà farlo giocando gli ottavi di finale senza Mike Maignan e Theo Hernandez. “Maignan non ci sarà per un intervento ai denti – dice Fonseca -. Anche Theo non ci sarà per una contusione al piede. Gli altri sono tutti pronti per giocare. Io metterò in campo una squadra per vincere”.

La gestione certo è complicata. Il Milan giocherà a tre giorni di distanza la partita di Coppa Italia e quella di campionato contro l’Atalanta, una delle prove più complicate della stagione: “Se non gestiamo bene la squadra e i giocatori potremmo avere dei problemi fisici e questo non lo vogliamo. Io ho fiducia in tutti i giocatori, ci sarà qualche cambio, ma sempre con l’obiettivo di vincere la partita. Dobbiamo essere noi a prendere per mano i tifosi e la squadra lo ha fatto nell’ultima partita. Con i tifosi al nostro fianco siamo più forti”. E allora, la difesa cambierà parecchio, con Sportiello e Terracciano al posto dei due assenti. Quindi non Torriani, non Bartesaghi o Jimenez: non sono attesi giovani dall’inizio. In mezzo, Fofana e Reijnders titolari come in 10 delle ultime 11 di campionato: non riposano mai. Davanti a loro, ci sarà Loftus-Cheek da mezzala-trequartista.

In attacco Chukwueze e Abraham sono attesi dall’inizio, Camarda comincerà dalla panchina, ma il grande tema è Rafa Leao. Rafa, dopo la sua altalena di partite dall’inizio e in panchina, dovrebbe essere titolare, anche se resta in sospeso la situazione-Okafor, con Noah che ha saltato la partita di Empoli per influenza. 

Il Milan si rituffa su Jonathan David: il piano per ridare a Fonseca il “suo” bomber

Ritorno di fiamma per l’attaccante canadese del Lilla esploso proprio con l’attuale tecnico rossonero: va a scadenza nel 2025, il suo l’entourage sonda i club europei, il Diavolo una destinazione gradita

C’è il Milan tra le possibili destinazioni di Jonathan David, l’attaccante del Lilla che il 30 giugno sarà svincolato, ma che già a gennaio potrà “promettersi” a un altro club firmando il nuovo contratto. I dirigenti francesi hanno provato e proveranno in tutti i modi a convincerlo a restare, ma finora non ci sono riusciti e, anche se il diretto interessato un mese fa non ha escluso categoricamente una permanenza al Lilla, la sensazione è che nel 2025 farà le valigie. L’entourage del giocatore (non solo il suo procuratore, ma anche un paio di agenti Fifa che lo stanno proponendo nei principali campionati del Vecchio Continente) nel frattempo è attivo alla ricerca di una destinazione che gli permetta di fare un salto di qualità. Visti i numeri delle ultime stagioni è una grande occasione.

David è uno dei profili noti in via Aldo Rossi perché negli scorsi mesi è stato monitorato con attenzione. Sia nell’estate 2023, quando il Diavolo tentò di prenderlo in prestito dopo che era saltato l’affare Taremi (e prima che sbarcasse a Milanello Jovic), sia la scorsa primavera: Ibrahimovic, Furlani e Moncada avevano di nuovo pensato a lui prima di spostare le loro attenzioni su Zirkzee e poi su Morata. Classe 2000, è nato a Brooklyn ma gioca per il Canada. 

È esploso con il Gent, nella stagione del Covid, ma si è confermato su grandi livelli soprattutto dopo il trasferimento al Lilla, nell’agosto 2020, per 27 milioni. Con i francesi è a quota 92 gol in 196 partite ufficiali: in Ligue 1 è sempre andato in doppia cifra con un massimo di 24 gol nel torneo 2022-23. Anche questo 2024-25 lo ha iniziato forte visto che è a quota 8 reti in 13 presenze, compresa la perla che ha steso il Real Madrid in Champions. Può fare sia la prima sia la seconda punta anche se è più tecnico (e rapido) che fisico (178 centimetri).

Per Bennacer spuntano Atletico e Marsiglia. E il Milan riapre alla soluzione Rabiot

Ai due club interesserebbe l’algerino (che non partirà per Roma, così come Jovic) in prestito. Se l’operazione si concretizzasse il club rossonero tornerebbe a bussare alla porta del francese, svincolato. Ma resta il nodo ingaggio

Dopo essersi portato a casa Abraham, il Milan potrebbe registrare ancora movimenti importanti nell’ultimo giorno di mercato. La notizia delle ultime ore riguarda Bennacer, per il quale c’è da registrare l’interessamento dell’Atletico Madrid. Un’operazione che, se andasse in porto, rientrerebbe nell’alveo del prestito. Stessa formula anche per il Marsiglia, altro club che si è fatto sotto nelle ultime ore. Isma e pure Jovic (ma pare per problemi fisici) dopo l’allenamento hanno lasciato Milanello e non partiranno con la squadra per Roma in vista della gara di domani con la Lazio.

Del futuro di Ismael lontano da Milanello si è parlato molto tutta l’estate, e le indiscrezioni sono aumentate negli ultimi giorni anche perché il centrocampista per tre volte non si era presentato agli allenamenti. La destinazione più probabile pareva l’Arabia, ma a un certo punto l’Al-Qadsiah ha reso noto di aver terminato gli slot per gli stranieri. Sembrava quindi che l’algerino fosse destinato a restare in rossonero, fino alle notizie provenienti da Madrid. Dialoghi in corso per verificare la fattibilità dell’operazione. Se la cosa andasse in porto, il Milan – perso Koné, preso dalla Roma – andrebbe con vigore su Rabiot, libero da contratti (e quindi senza urgenza assoluta di essere prelevato entro la giornata odierna). In questo caso però lo scoglio sarebbe l’ingaggio, ritenuto ancora troppo alto dal Diavolo.

Leao, un altro flop in una gara che scotta: tutte le contraddizioni di una stella che non brilla

La doppia sfida con la Roma è stata una delle recite più brutte del portoghese in rossonero, nonostante le belle premesse a parole. Tra fischi, ambizioni e una clausola da top player, il portoghese resta un’incompiuta

Stefano Pioli ha smarrito, forse definitivamente, i fili con cui manovrare la sua squadra, ma ultimamente ha rimarcato più volte un concetto di una verità assoluta: “Quando le gambe non girano, il più delle volte non è una questione atletica, ma mentale. È la testa che governa i muscoli”. La frase è piuttosto utile per ripercorrere la partita di Leao all’Olimpico, dove lo abbiamo visto sbagliare situazioni che nemmeno in Sunday League. Passaggi sbagliati in completa solitudine, cross sbilenchi come se i piedi di Rafa fossero diventati blocchi di cemento e non le pantofole di velluto con le quali siamo abituati a vederlo. Testa, quindi: se dentro non sei sereno, fuori diventa un disastro.

Il problema, però, è il solito. Ed è ciò che poi gli viene rimproverato da buona parte dei tifosi e degli addetti ai lavori: quando la squadra arranca e non trova l’interruttore, se la luce non la accende colui che ha le qualità maggiori, allora chi deve farlo? Perché è vero che i singoli si esaltano quando il gruppo gira come si deve, ma è vero anche il contrario: ai singoli di alto livello è legittimo chiedere di prendere per mano il gruppo. Dei 180 minuti di Rafa contro la Roma in coppa rimarrà sostanzialmente il rosso provocato a Celik. Il resto è un’infilata di vorrei ma non riesco. Una frustrazione che ha prodotto una sfilza di cross in area banali, un calcio di quarant’anni fa dove le colpe del giocatore e del tecnico vanno a braccetto.