La Juve nella ripresa contro il Monza ha avuto il 17% di possesso palla. E non è un caso

L’atteggiamento conservativo anche contro l’ultima in classifica è stato frutto di una scelta precisa. “Questa squadra doveva giocare così, altrimenti poteva accadere di tutto”, ha spiegato Tudor. E suona come un allarme per il futuro.

Quattro minuti e 15 secondi. Per così poco i giocatori della Juventus hanno tenuto il pallone nel secondo tempo della partita vinta contro il Monza. È il 17% dei 25 minuti di tempo effettivo rilevati nella ripresa dai dati elaborati dalla Lega Serie A. Un numero troppo piccolo, considerate anche le forze in campo delle due squadre, per non destare scalpore. E il fatto di essere in inferiorità numerica per l’espulsione di Yildiz non può essere un’attenuante.

Quella di Tudor, d’altronde, è stata una scelta ben precisa. Ma davvero la Juve, con in campo calciatori con qualità di palleggio come Renato Veiga, Nico Gonzalez, Locatelli o Cambiaso, non poteva fare diversamente contro l’ultima in classifica?

Secondo l’allenatore juventino no. “La squadra non ha la maturità per gestire la palla diversamente, questo era l’unico modo: stare là, palla lunga e battagliare, l’abbiamo fatta così e organizzata così e si è dimostrata giusta per le caratteristiche dei giocatori – ha confessato ancora Tudor -. Questa squadra doveva giocare così, altrimenti poteva accadere di tutto”. Il riferimento è chiaramente ai 19 punti persi da situazioni di vantaggio in Serie A (peggio hanno fatto solo Empoli con 21, Como con 24 e Venezia con 28) e a una formazione che, anche a causa della bassa età media, ha dimostrato mancanza di leadership e di esperienza nella gestione delle partite.