Solamente Lautaro sicuro assente nel prossimo match. Da Thuram a Barella: i big si riprendono il posto.
La prima missione è stata completata. Era quella del “non dobbiamo avere rimpianti”, perfettamente messa in mostra domenica a Torino: Inter praticamente perfetta, sul piano della gestione dell’impegno. Adesso siamo nella fase due. Non solo rimpianti. Qui siamo al “dobbiamo crederci”, che è una sfumatura diversa, un passaggio ulteriore. Tra squadra e dirigenza, ieri, circolava più o meno la stessa battuta. Questa: “Vorrà dire che ci toccherà vincerlo”. Risate a parte, sono sei paroline che rendono bene l’idea di come sia cambiato il mood scudetto, da domenica sera. E il primo a saperlo è Simone Inzaghi, che in carriera da giocatore ha vissuto in prima persona – direttamente o indirettamente – campionati decisi all’ultima giornata, leggi il diluvio di Perugia del 2000 o il 5 maggio 2002.
Quel che non cambia, invece, è l’avvicinamento alla partita di domenica con la Lazio. Perché Inzaghi non ha voluto – giustamente – derogare al piano di concedere 48 ore di puro relax ai suoi giocatori. E così Bastoni, Barella e Correa se ne sono andati a tifare Sinner a Roma, Calhanoglu è volato a Marbella, Lautaro a Ibiza e via così. Adesso no. Adesso tutto il mondo Inter si è sintonizzato su Monaco di Baviera e quel che viene dal campionato è in più.
Però è giusto crederci. Ed è chiaro che domenica contro la Lazio l’Inter scenderà in campo con una tensione diversa, certamente maggiore. E anche San Siro farà la sua parte. Da domani sarà l’ora della pianificazione, in termini di formazione. Prima di tutto, i quattro infortunati. Inzaghi è stato fin troppo pessimista a Torino: solo Lautaro salterà sicuramente la Lazio, gli altri tre – Pavard, Frattesi e Mkhitaryan – hanno tutti buone chance di recuperare almeno per la panchina.