Non necessariamente avere un destino già segnato significa avere la testa altrove: tutti i precedenti illustri in bianconero
Chi l’ha detto che un calciatore che sa già che si separerà dal proprio club giochi con la testa altrove? La storia del calcio, a maggior ragione dopo la sentenza Bosman del 1995, è piena di giocatori che hanno dimostrato professionalità fino all’ultimo minuto, risultando anche decisivi. Pure la Juve ha i suoi esempi illustri. E per Dusan Vlahovic, che si appresta a vivere una stagione da separato in casa prima dello svincolo a giugno 2026, se il buongiorno si vede dal mattino il gol nel finale contro il Parma fa ben sperare i tifosi. Ecco tutti i precedenti più importanti in casa bianconera.
16 maggio 1982, la Juve si gioca a Catanzaro la volata finale per lo scudetto con la Fiorentina (contemporaneamente impegnata al Cagliari) e sul dischetto, per calciare il rigore decisivo, si presenta Liam Brady. Il centrocampista irlandese sa già da alcune settimane che non rimarrà in bianconero, ma sarà ceduto per far posto a Platini. “Avevo due scelte, due possibilità: fare il professionista e calciare bene il rigore, oppure fare il bambino stupido e rifiutarmi di calciare o, peggio, sbagliare volutamente il tiro – racconterà -. Ho scelto di fare il professionista, ho tirato ed ho fatto gol”.
Nel 1985 Zibi Boniek sa già che lascerà la Juventus: “Avevo capito che qualcosa si era rotto nel rapporto già quest’inverno”, confesserà al momento del passaggio alla Roma. Eppure, a gennaio di quell’anno l’attaccante polacco realizza contro il Liverpool la doppietta che regala ai bianconeri la prima Supercoppa Europea della loro storia. Poi, il 29 maggio 1985, nella tragica notte dell’Heysel, conquista il calcio di rigore decisivo (realizzato da Platini) che vale la vittoria della Coppa dei Campioni.