Le assenze di centrocampo spalancano le porte a due gioielli della Primavera.È nell’emergenza che spesso si trova il coraggio, quello che serve per dare un’occasione a tanta beata gioventù italiana. Adesso che a Simone Inzaghi si è di colpo ristretto il centrocampo, pescare dalla Primavera è una necessità: col tempo, però, potrebbe diventare pure un’arte. Oggi nella trasferta di Champions contro lo Young Boys qui a Berna, dalla panchina partono due piccole pietre preziose delle giovanili nerazzurre, una mezzala e un esterno con spirito europeo. “Berenbruch e Aidoo sono qui soltanto perché lo meritano…“, ha detto il tecnico nella conferenza di vigilia per aprire le porte di casa ai talentini 2005. Davanti hanno una testuggine, un reparto in cui è ardito pensare di farsi strada subito, ma lo studioso Thomas e il frizzante Mike conoscono la pazienza e sono qui per restare.
Il cognome dalla dura pronuncia non inganni, Thomas Berenbruch è italianissimo come lo sono i genitori: se il nonno paterno arrivò qui dalla Germania, lui è nato a Milano e si è ritrovato felicemente all’Inter a 15 anni, pescato dal più umile Renate.
Nella Primavera ora allenata da Zanchetta, in cui abita da due anni, è la stella che ruba gli occhi, ma è soprattutto adesso che sta facendo parlare di sé oltre al recinto delle giovanili: a Roma era seduto per la prima volta in gara ufficiale in panchina con i grandi, e c’è mancato poco che non entrasse. Ha guardato da vicino i due idoli della prima squadra, Barella e Mkhitaryan, ma è soprattutto all’armeno che pare assomigliare: duttile da trequartista e da mezzala, classe che sgorga naturale con entrambi i piedi, non velocissimo ma inesauribile durante la partita. E ancora serio e applicato, dal sapore asciutto senza troppe meringhe, come aveva visto Inzaghi già durante la preparazione estiva.