Sbuffa, è nervoso e segna poco: Lautaro, in A non va. Tutto come l’anno scorso, quando arriva la svolta

L’argentino ha realizzato solo 3 reti nelle prime 9 giornate di campionato e anche contro la Fiorentina non è apparso sereno. In Champions tutto cambia e Chivu ha un piano per recuperare il vero Toro.

Cristian Chivu l’ha tenuto in campo per 89′, sperando di raccogliere dai piedi di Lautaro Martinez un gol o almeno un sorriso. Risultato? Non è arrivato né l’uno né l’altro. Anzi, peggio. Perché mercoledì scorso contro la Fiorentina il capitano nerazzurro ha confermato di vivere un momento complesso quantomeno sotto porta. Raramente pericoloso, spesso sconsolato, sempre nervoso. 

È vero che da un assist dell’argentino è nato lo splendido raddoppio costruito da Sucic, ma i gol segnati dal capitano nerazzurro nelle prime 9 giornate di campionato (giocate tutte da titolare, eccezion fatta per la sfida di San Siro contro il Sassuolo in cui è subentrato per l’ultima mezz’ora) sono soltanto… 3. Decisamente pochi per uno come Lautaro, che nel tempo ha abituato a numeri ben diversi. Numeri da Champions, per dire, competizione in cui Lautaro torna Toro. In Europa, infatti, si contano più gol (3) che presenze (2). Ma in Serie A il linguaggio del corpo dell’attaccante interista parla chiaro: sbraccia, sbuffa, come sempre lotta per la squadra ma non riesce a raccogliere quello che in periodi diversi rispetto ad oggi gli verrebbe naturale. Questione di tempo e di momenti.

Chivu lo sa bene e infatti a Lautaro non rinuncia mai, neppure dopo i lunghi viaggi intercontinentali che caratterizzano ogni sosta nazionali del Toro, che oggi paga anche un po’ di fatica eccessiva.

L’avvio di stagione, lo scorso anno, era stato maledettamente simile a quello attuale: affaticato dopo un’estate in cui ha rimbalzato qua e là per il mondo (nel 2024 “causa” Coppa America, l’estate scorsa al Mondiale per Club in America al termine di una stagione estenuante), pochi gol nelle prime giornate di campionato, un po’ meglio in Champions League, sempre determinante con l’Argentina.