Germania 2006 fece registrare il record assoluto di rossi (28), da lì in poi la tendenza è al ribasso: 17 in Sudafrica, 10 in Brasile, 4 in Russia e finora soltanto uno in Qatar.
Un’unica espulsione in 28 partite, a Qatar 2022 è sparito il cartellino rosso. I “difendenti”, come si chiamano da regolamento, sono più buoni e tutti protestano con educazione? Non ci pare. Sta di fatto che in questo Mondiale fino a ieri sera il solo a essere cacciato è stato il portiere del Galles, Hennessey, nella partita contro l’Iran, per un’uscita folle a gamba alta su Taremi. In prima battuta l’arbitro guatemalteco Escobar Toca aveva estratto il giallo. Spedito al monitor, successivamente ha tirato fuori il rosso.
C’è stata però una partita, Brasile-Serbia, in cui un giocatore, Neymar, è stato bersagliato di falli. Ne ha subiti 9 ed è diventato il primatista della speciale classifica. Toccato duro, è uscito per un serio infortunio alla caviglia destra. Ieri il commissario tecnico del Brasile, Tite, ha presentato il conto alla Fifa.
Senza risalire alle guerre puniche: Italia ’90: 16 espulsioni. Usa ’94: 15; Francia ’98: 22; Corea-Giappone 2002: 17; Germania 2006: 28 (primato assoluto di sempre); Sudafrica 2010: 17; Brasile 2014: 10; Russia 2018: 4; Qatar 2022, in corso: 1. C’è stata una fase giacobina, culminata nel Mondiale tedesco, in cui la gente veniva cacciata al minimo dubbio. A Germania 2006 appartiene il record della partita con il maggior numero di espulsi nei Mondiali, Portogallo-Olanda (1-0) negli ottavi: Costinha e Deco tra i portoghesi, Boulahrouz e Van Bronckhorst tra gli olandesi. A Russia 2018, il primo Mondiale con la Var, c’è stato il crollo, confermato dalla tendenza di Qatar 2022.