Juve, Conceiçao è a Torino: manca solo l’ufficialità. Porto e Sporting su Alberto Costa

La cessione di Mbangula al Werder Brema ha sbloccato il mercato dei bianconeri. Anche Weah sembra destinato a partire, ma al momento non c’è ancora nessun accordo

Il futuro di Conceiçao è alla Juve. Si attende solo l’ufficialità, il portoghese è già a Torino e in giornata sosterrà una serie di visite mediche per completare l’iter del tesseramento che lo spingerà di nuovo nel gruppo di Tudor: questa volta, però, a titolo definitivo. Il ritorno alla Juve in queste ultime settimane non è mai stato in dubbio, ma è stato importante anche il coinvolgimento del calciatore nella trattativa col Porto: quando il 7 bianconero è venuto allo scoperto indicando Torino come unica destinazione gradita, rifiutando così le ipotesi inglesi, i dialoghi si sono indirizzati verso la chiusura. Il riscatto di Conceicao viene sostenuto dalla cessione di Mbangula: fatta anche questa, va al Werder Brema che versa nella casse della Juve 10 milioni (più eventuali bonus più avanti). Il belga è fra i prodotti del vivaio, pesava a bilancio per un milione e di conseguenza produce plusvalore.

I dialoghi tra Juve e Porto per Conceiçao hanno acceso un dialogo parallelo: per ora nulla di concreo, ma anche il Porto ha chiesto informazioni su Alberto Costa (lo Sporting resta avanti) e ci sta ragionando sopra al punto da aver proposto in cambio Joao Mario. La Juve valuta e per adesso non si espone, anche perché il calciatore piace a Tudor e non per forza deve lasciare la Continassa. Insomma il futuro è decisamente meno compromesso di quello di Weah, che ha un accordo totale col Marsiglia ma che la Juve continua a trattare pure in Premier League: dalla Francia non è ancora arrivata un’offerta ufficiale alla Continassa, i 14-15 milioni ipotizzati potrebbero anche non bastare, dal momento che in Inghilterra se ne discute sulla base di 20-22 milioni. La sensazione è che i francesi dovranno fare un sacrificio in più per consegnarlo fra le mani di De Zerbi.

Juve-Sporting, linea calda: oltre ad Alberto Costa, sul piatto c’è anche Hjulmand

I bianconeri a caccia di un centrocampista: l’ex Lecce viene valutato 50 milioni, ma i portoghesi vogliono l’esterno di Tudor.

L’idea che sta prendendo forma alla Continassa è che alla Juve serva un uomo più strutturato in mezzo al campo. Un centrocampista diverso da tutti quelli che sono già in rosa, abile a cambiare ritmo in caso necessità e a garantire uno schermo efficace alla linea difensiva. L’idea Hjulmand non è nuova in tal senso, ma nelle ultime settimane – e negli ultimi giorni particolare – il giocatore danese è finito dentro ai discorsi avviati in un tavolo di trattativa perché il club bianconero sta già parlando con lo Sporting di Alberto Costa.

L’esterno ha guadagnato quota nella considerazione del club di Lisbona, pronto a mettere sul tavolo 14-15 milioni più 3 di bonus: la Juve considerava il giocatore dentro al progetto fino a poco tempo fa, tanto da avergli dato rassicurazioni sull’impiego futuro al termine del Mondiale per Club, ma poi di fronte alla concreta possibilità di realizzare subito la plusvalenza – in assenza di altre opportunità e con la necessità di rompere lo stallo del mercato – ha ceduto all’idea di salutarlo. Di Alberto Costa se ne sta parlando, i dialoghi sono avanzati e la svolta potrebbe arrivare già nella prossima settimana (la distanza nelle ultime ore si è ridotta abbastanza), mentre sul nome di Hjulmand – dopo i primi sondaggi – la discussione è entrata maggiormente nel vivo nelle ultime 48 ore.

La Juve piomba su Adeyemi: il Borussia apre alla cessione, i costi dell’operazione

L’attaccante tedesco era nel mirino dei bianconeri già un anno fa, ma non se ne fece nulla: l’amichevole del 10 agosto potrebbe essere l’occasione giusta per trovare l’intesa

Alla Continassa è riemerso il nome di Karim Adeyemi. Non una primizia in realtà, considerato che già l’estate scorsa era un’idea della Juve, ma stavolta la pista viene battuta sottotraccia e qualcosa lascia ipotizzare che le intese potrebbero essere più semplici. Nulla di scontato, ovviamente. Ma l’attaccante classe 2002 continua a guardarsi attorno ed è sempre più vicino alla scadenza del contratto, il Borussia è in ascolto per eventuali offerte sul suo conto e questa – dinamiche di mercato e offerte alla mano – potrebbe essere l’estate giusta per cederlo. 

L’estate scorsa Giuntoli e il suo braccio destro, Pompilio, avevano tentato il blitz durante il ritiro della Juve a Herzogenaurach, presentandosi in casa Adeyemi, a Monaco di Baviera, per illustrare il nuovo progetto della Juventus. L’apertura del calciatore fu solo parziale, la richiesta economica alta per smuoverlo da Dortmund diventò l’ostacolo principale nel momento in cui il club doveva fare tanto per rivoluzionare la rosa e renderla idonea alla proposta di Thiago Motta. Va detto però che Karim ha sempre guardato con un occhio di riguardo la Serie A e in particolare la Juventus, che anche in passato si era palesata sulle sue tracce. Le strade potrebbero nuovamente riavvicinarsi, ancora una volta: dopo Jonathan David, la Juve cerca un’alternativa credibile all’ipotesi di trattenere Kolo Muani mentre il Borussia Dortmund proprio in questi giorni sarebbe diventato il principale duellante nella corsa a Sancho, che lì è un ex. 

Al netto del potenziale incastro con Sancho, Karim Adeyemi rispecchia perfettamente l’identikit che cerca la Juve in questo mercato: è giovane, ha esperienza europea ma anche ampi margini di miglioramento che possono far lievitare il valore in ottica di rivendita. Insomma, potrebbe essere l’investimento ideale per tenere la scia di David e alzare l’asticella nel reparto avanzato, che necessita di un restyling mirato per cambiare passo rispetto agli ultimi anni. I rapporti fra Juve e Borussia sono ottimi: le due squadre si ritroveranno in campo a Dortmund il prossimo 10 agosto per un’amichevole. Potrebbe essere proprio quello il contesto per sancire un’intesa, così che la Juve abbia nel frattempo modo di sbrigare il caso Vlahovic e far cassa con qualche cessione (Mbangula, Nico Gonzalez e non solo). Adeyemi può andar via per una somma di 45-50 milioni: è la puntata minima per un buon jolly d’attacco.

Juve, rebus Vlahovic: Comolli lavora alla exit strategy. E il Milan osserva

Dusan punta a svincolarsi tra un anno, i bianconeri pensano a come mandarlo via subito. A breve incontro tra il club e gli agenti, con i rossoneri alla finestra.

Un grande attaccante è appena arrivato e (almeno) un altro resta nel mirino della Juventus. Tra il neo bianconero Jonathan David e il grande obiettivo Victor Osimhen (Napoli), che la Signora spera di accoppiare, c’è sempre Dusan Vlahovic. Più che un’ombra ingombrante, un rebus: ma pur sempre il proprietario della maglia numero 9, come ha rimarcato il serbo via social dopo la sconfitta contro il Real Madrid dei giorni scorsi. Il Mondiale per Club ha aggiornato le marcature di DV9 (17 stagionali), ma non ha cambiato la storia. Un mese dopo il ribaltone societario, con il passaggio del testimone dal dt Cristiano Giuntoli al dg Damien Comolli, la sensazione è che nel caso di Dusan sia cambiato tutto per non cambiare niente. Vlahovic è retrocesso nelle gerarchie di Igor Tudor – in America solo una partita da titolare su 4 – ma di svolte contrattuali non ce ne sono state. Anzi… Il 25enne centravanti juventino è andato in vacanza salutando i compagni con un arrivederci a fine mese. Vlahovic non ha cambiato idea e punta a lasciare il club soltanto fra un anno (luglio 2026), da svincolato e dopo una stagione da 12 milioni di stipendio. Progetto chiaro, a meno che non spunti qualcosa di intrigante e sorprendente. Il classico treno da non perdere: dal Milan al Manchester United. 

Comolli, che ha ereditato una situazione a dir poco intricata, proverà fino all’ultimo ad anticipare le pratiche del divorzio alle prossime settimane per togliersi un ingaggio pesante nell’immediato ed evitarsi il rischio di salutare a zero un capitale tecnico. Il manager francese negli Usa ha conosciuto Vlahovic e nei prossimi giorni incontrerà l’entourage del serbo, atteso a Torino in settimana. Un vertice per aggiornarsi e provare a trovare un compromesso.

Pogba: “Ho amato la Juve e l’amerò sempre. Ma solo Agnelli e Chiellini mi hanno chiamato…”

Il francese si presenta al Monaco dopo la squalifica per doping e la risoluzione coi bianconeri: “Non c’è una guerra da fare contro nessuno”

“Ho sempre amato e amerò sempre la Juve. Questo club mi ha aiutato a diventare quello che sono oggi. Sono successe tante cose, alcune persone hanno la loro maniera di fare le cose. Ci sono cose che mi sono piaciute e altre che non mi sono piaciute. Non mancherò mai di rispetto al club, oggi sono felice e penso che anche loro lo siano. Andiamo avanti, senza fare guerre”. Paul Pogba fa una mezza retromarcia dopo l’accusa di essere stato lasciato solo nei due anni di squalifica per doping e, nella conferenza stampa di presentazione come nuovo giocatore del Monaco, rivolge un pensiero affettuoso al suo recente passato. “Agnelli mi mandava messaggi e mi chiamava e io questo lo chiamo supporto. Quando non ricevi chiamate da persone che sono nel club, non hai supporto. Non dico che è il modo sbagliato di fare le cose, ma è solo una maniera diversa di vedere le cose. Chiellini, arrivato dopo, mi ha mandato messaggi, così come hanno fatto altri giocatori bianconeri”, ha aggiunto. 

Lo sguardo del francese,  a 32 anni, adesso è però rivolto in avanti. “Un anno fa ho detto che non ero morto. Il mio sogno è vedere i miei figli festeggiare un gol con una “dab”. Oggi penso al futuro e non al passato – ha concluso -. Ho sentito Deschamps, mi ha detto che il mio arrivo al Monaco è una bella cosa. È normale voler giocare in nazionale, ma ci sono delle tappe da rispettare e il posto va meritato. La Francia ha un grande gruppo, dipende da me”.

Juve-Sancho, avanti: così Comolli punta a convincere lo United. E se Vlahovic

Dai vecchi dialoghi di Giuntoli al dialogo attuale, i bianconeri non hanno mai mollato la presa sull’attaccante inglese

Più che un ritorno di fiamma, tra Sancho e la Juve non si è mai interrotto quel filo diretto che li unisce da oltre un anno. L’estate scorsa, alla Continassa hanno tentato fino all’ultimo di portare il calciatore a Torino, avendo dalla propria anche la volontà del diretto interessato: poi, però, il Chelsea è stato più lesto ed efficace a definire il prestito. Un anno dopo ci risiamo, anche se le condizioni sono cambiate un po’ sulla sponda juventina: Giuntoli, che si era mosso per l’inglese già nel gennaio 2024, non è più il riferimento della dirigenza bianconera; il Manchester United, che non vuole trattenere il giocatore, è più aperto al dialogo per trovare un’intesa in tempi ristretti. La Juve, guidata dal neo direttore generale Comolli, ha buone contropartite da mettere sul tavolo e una buona proposta per il calciatore: ingaggio inferiore a quello attuale ma posto di rilievo nella rosa. 

Gli agenti di Sancho non hanno mai interrotto i contatti con la Juve: il cambio in dirigenza non rovina i rapporti, anzi con Comolli al posto di Giuntoli sembrerebbero in questo caso più agevoli. La volontà del calciatore è la stessa della scorsa estate: ritiene la maglia della Juve prestigiosa, al punto da volerla indossare nel caso in cui si trovassero le condizioni. Non c’è ancora una vera e propria linea esclusiva in favore del club bianconero, tant’è che sul conto di Sancho si stanno muovendo anche altri club e in Italia c’è pure il Napoli: Manna, che ora è l’uomo mercato di De Laurentiis, nel gennaio 2024 aveva lavorato accanto a Giuntoli per portare il giocatore a Torino. Le condizioni rispetto a un anno e mezzo fa sono però cambiate tanto, anche al tavolo: il venticinquenne adesso è a un solo anno dalla scadenza, contratto fino al 2026. 

La Juve va all’assalto di Conte: c’è fiducia, il sì s’avvicina. Spinge anche Chiellini.

I vertici del club bianconero sono pronti ad affondare per l’allenatore del Napoli, che può tornare dopo 11 anni. L’ex difensore è in ascesa in società ed è legato ad Antonio: avrà più poteri

Staccato il biglietto per la Champions, la Signora è pronta a cambiare marcia per una nuova rivoluzione tecnica. Il progetto, nemmeno troppo misterioso, è quello di riportare a “casa” Antonio Conte, l’uomo che nel 2011-12 ha avviato il ciclo dei 9 scudetti consecutivi e che nel 2021, alla guida dell’Inter, lo ha poi stoppato. L’ex capitano, fresco campione d’Italia con il Napoli, è un architetto abituato a costruire in fretta e a vincere subito.

Alla Continassa, dopo la delusione per l’ultimo esperimento (Thiago Motta), vogliono andare sul sicuro. E nessuno più di “mister scudetto” Antonio Conte è considerato garanzia di successo. Qualche contatto c’è già stato nelle scorse settimane, ma adesso la “partita” entrerà nel vivo. Cresce la fiducia negli ambienti bianconeri. Chiellini studia da potenziale Beppe Marotta dei tempi juventini. Giorgio, oltre che amatissimo dai tifosi, gode della stima della proprietà e anche di quella del dt Cristiano Giuntoli.

Il Conte bis in panchina è una idea nata a fine marzo, dopo l’esonero di Thiago Motta, ma nelle ultime settimane è diventato qualcosa di sempre più forte. Il piano è quello di offrire al tecnico salentino un progetto triennale. Igor Tudor, che ha appena trascinato la Juventus nell’Europa che conta, ha capito in tempi non sospetti che il vento stava cambiando. Il biglietto per la Champions League garantisce al croato il rinnovo di contratto automatico, ma non la panchina della Signora per il 2025-26. La società può infatti risolvere l’accordo pagando una penale all’allenatore di Spalato. Ed è quello che farà una volta che i tempi saranno maturi e avrà la certezza di poter celebrare un nuovo matrimonio con l’ex capitano Conte.

Kalulu paga di tasca sua: multato dalla Juve. E il suo campionato può essere già finito

Il francese rischia due giornate di squalifica per il rosso con la Lazio e anche il club lo sanziona.

Il conto è salatissimo. Alla Juventus per il momento è costato due punti all’Olimpico, a Pierre Kalulu la quasi certezza di aver finito il campionato in anticipo e la multa della società. Il giorno dopo il gesto di reazione su Castellanos e l’espulsione contro la Lazio che ha compromesso il colpo Champions dei bianconeri, il difensore francese continua a sentirsi in colpa, consapevole di averla combinata grossa. Un bis di quanto successo a fine aprile con il Monza, quando era stato Kenan Yildiz a lasciare la Signora in inferiorità numerica, ma con una differenza non secondaria.

Il numero dieci turco ha sbagliato, ma ha 20 anni ed è alla prima vera stagione da protagonista nella Juventus e a livello di prima squadra, mentre l’ex Milan va per i 25, in rossonero ha già conquistato uno scudetto da primo attore e dello spogliatoio della Continassa è uno dei più esperti. Motivi sufficienti per aspettarsi un maggiore autocontrollo, a maggior ragione in una giornata delicatissima come quella dello “spareggione Champions” in casa della Lazio. Tudor e i compagni hanno difeso pubblicamente Pierre, ma ovviamente il rammarico è grande negli ambienti bianconeri

Al danno di Roma, si aggiungerà la beffa. Il precedente di Yildiz e delle due giornate di squalifica per “condotta violenta” – la stessa motivazione che sabato ha spinto l’arbitro Massa a mostrare il cartellino rosso al francese dopo il controllo al Var – lasciano poche speranze al difensore e alla Juventus per il finale di campionato. Igor Tudor, già in emergenza tra infortuni e squalifiche, dovrà fare a meno di uno dei suoi “soldatini” più fedeli per gli ultimi 180 minuti della volata Champions, quando la Signora sfiderà l’Udinese (domenica all’Allianz Stadium) e il Venezia (in trasferta). Il tecnico croato, in difesa privo anche di Nicolò Savona (squalificato), chiederà a Federico Gatti (rientrato nel finale dell’Olimpico), Andrea Cambiaso e Llyod Kelly di stringere i denti per l’Udinese e in ogni caso dovrà inventarsi qualcosa nei prossimi allenamenti per rialzare il muro.

Vlahovic, Kolo Muani o tutti e due? Juve, il grande dubbio in attacco. VOTA il sondaggio

“Dipenderà dalla partita”, dice Motta, e anche Giuntoli li vede insieme. Finora però in campo i due bomber bianconeri si sono soltanto sfiorati

Non inganni la foto in cui sembrano entrambi molto (troppo) pensierosi o giù di morale. Il repertorio di immagini condivise ancora deve rimpolparsi e crescerà nello stesso modo in cui aumenterà il minutaggio in campo insieme. Cinquantatré minuti finora, più un’altra manciata di giri d’orologio con i recuperi.

Empoli e Cagliari sono state le uniche squadre che, per il momento, hanno affrontato una Juventus col tandem Vlahovic-Kolo Muani ma i fan del doppio centravanti possono stare tranquilli: Motta e Giuntoli hanno ribadito quanto questa opzione sia una risorsa per i bianconeri e fino a fine stagione ci sarà ancora spazio per questa soluzione. Eccome.

“Dipenderà dalla tipologia di partita ma Dusan e Randal sono due elementi con grandi caratteristiche. E farli giocare insieme è una soluzione che prenderò ancora in considerazione in futuro”, ha spiegato Thiago dopo la trasferta di Cagliari che è arrivata a un mese esatto dall’arrivo a Torino dell’attaccante francese. Un mese in cui Kolo Muani ha stupito e ridefinito qualche gerarchia in tutte quelle partite in cui Motta ha preferito schierare lui titolare e lasciare DV9 in panchina. Quando sono insieme resta Vlahovic al centro e il francese slitta sulla fascia per sfruttare velocità e guizzi ed evitare ingorghi come all’80’ di Cagliari-Juve: Douglas Luiz per McKennie, lo statunitense avanza palla al piede e dalla trequarti vede un varco rasoterra a metà strada tra i due. Dusan arriva per primo sul pallone, non ci pensa proprio a lasciarlo al compagno che quasi rallenta per farlo passare, incrociano, il serbo poi libera il mancino ma è impreciso e soprattutto era in posizione irregolare. Morale: l’intesa va affinata, come per qualsiasi giovane coppia.

Koop, nessuna lesione. Per la Fiorentina Motta spera di recuperare anche Danilo

Sospiro di sollievo per i bianconeri. L’esito degli esami dell’olandese all’indomani della gara contro il Monza che ha dovuto lasciare all’intervallo per un problema agli adduttori

Ampio sospiro di sollievo per la Juve e per Thiago Motta. Koopmeiners sarà da monitorare nei prossimi giorni ma il fastidio all’adduttore per il quale è stato sostituito all’intervallo di Monza non è da catalogare come infortunio: si è trattato solo di un leggero affaticamento dovuto alle tante partite giocate nell’ultimo periodo. Questa mattina l’olandese si è presentato al J|Medical e gli esami hanno escluso qualsiasi problematica rilevante, di conseguenza sarà gestito direttamente dallo staff tecnico nel corso dei prossimi allenamenti. Koop già prima di fare ingresso nella struttura sanitaria era parso piuttosto sereno, tanto da mostrare ampia disponibilità per selfie e autografi ai i tifosi (una ventina) che erano lì ad attenderlo.

In vista del prossimo impegno contro la Fiorentina (29 dicembre, alle 18) proverà a recuperare anche Danilo: out a Monza per una leggere distorsione alla caviglia sinistra. Nulla da fare per Weah, che proverà a mettersi a disposizione per giocare la Supercoppa il 3 gennaio contro il Milan. In bilico per la competizione in Arabia c’è anche Milik, che vorrebbe tentare il recupero in extremis: diversamente, l’attaccante polacco ritroverà i compagni al loro rientro e potrà dare man forte nelle rotazioni dell’attacco.