L’accordo, l’iscrizione a scuola a Milano e poi… Quando Donnarumma era dell’Inter

Il retroscena che lega l’infanzia di Gigio all’Inter: il portiere si stava trasferendo dall’ASD Club Napoli in nerazzurro, poi si inserì il procuratore che lo portò al Milan. Le foto

Gigio Donnarumma all’Inter, con tanto di foto in maglia nerazzurra. Uno scherzo? Una grafica montata ad hoc da qualche programma specializzato in intelligenza artificiale? No, semplicemente la pura verità. Perché quando il portiere del Psg era bambino, prima di trasferirsi dall’ASD Club Napoli al Milan, era stato per qualche giorno “di proprietà” dell’Inter. Il virgolettato è d’obbligo, non essendo arrivate all’epoca firme ufficiali su alcun accordo. Ma era davvero tutto fatto. Tutto “apparecchiato” per la nuova vita di Donnarumma a Milano: la trattativa con il padre, il trasferimento organizzato, cinque giorni trascorsi in città e persino l’iscrizione a scuola. Per risalire alla clamorosa storia Gigio-Inter bisogna fare un balzo all’indietro di una quindicina d’anni circa. 

Donnarumma era il portiere del Club Napoli dove giocava e impressionava da sotto età contro i ragazzini di 2, 3 o anche 4 anni più grandi di lui. Già ai tempi, la differenza fisica non si notava nemmeno: il portiere era grosso almeno quanto gli altri. Parava tutto e… segnava pure, perché ogni tanto gli toccava pure il compito di calciare qualche punizione. In una parola, fin da bambino Donnarumma è sempre stato un predestinato. Le grandi squadre italiane, quelle con le migliori reti di osservatori lungo tutto il territorio, iniziarono così a seguirlo con grande attenzione: Inter, Milan e Juve. Donnarumma fece un paio di provini con i bianconeri e con il Genoa, poi scelse l’Inter. Che andò a visionarlo con attenzione a Napoli e si convinse subito.

Si vedeva da lontano che Gigio aveva qualcosa di diverso, qualcosa in più rispetto agli altri. Lasciarselo scappare non rientrava fra le possibilità. Il club nerazzurro sfruttò gli ottimi rapporti con la scuola calcio napoletana per muoversi in anticipo rispetto alla concorrenza e superarla. Arrivò anche l’accordo con il papà e poi via, dritti verso una nuova vita dopo una visita della dirigenza nerazzurra a casa sua. Fino all’inserimento di Raiola e del cugino Enzo. Mino era il procuratore del fratello maggiore di Donnarumma, Antonio, che era di proprietà del Milan. E si inserì di prepotenza nell’affare tra Gigio e l’Inter. 

Donnarumma: “Milan, ti ho dato tutto. Ritrovarti è un’emozione”

Il portiere del Psg parla in sala stampa alla vigilia della sfida di Champions: “Maignan è un grande portiere, c’è rispetto”. Luis Enrique: “I rossoneri possono cambiare assetto”

Una partita emozionante, inevitabilmente. Affrontare il Milan sarà speciale, per Gigio Donnarumma che otto anni fa esordiva da professionista proprio con la maglia rossonera. Oggi è il portiere del Psg, dopo un addio sofferto e contestato. Ma a Parigi, l’azzurro ormai si sente a casa, di nuovo. Senza dimenticare quel che è stato.: “Al Milan ho dato tutto”. E neanche quello che sarà, domani: “ Una sfida che può decidere che tipo di gare saranno le altre in un gruppo dove tutti possono finire al primo posto”, come sottolineato Luis Enrique.

Intanto Gigio guarda al presentte e al passato e a quel rapporto interrotto tra le polemiche con i suoi ex tifosi: “A Parigi – dice – sono stato accolto bene, anche dai tifosi. All’inizio è stato difficile perché non avevo i miei amici. Ne ho lasciati tanti a Milano. E non parlavo la lingua. Adesso però con il francese va meglio e ho amici anche qui”. Quello con i fan rossoneri invece rimane un punto nero: “E dispiace – aggiunge il portiere – perché al Milan ho dato tutto me stesso, fino all’ultima partita. Normale che le critiche dispiacciano tanto, ma adesso non c’è tempo per pensare a questo. Ci sarà modo. Adesso sono concentrato su una partita che sarà difficile, emozionante. Non voglio farmi prendere dalle emozioni che saranno tante, perché ritroverò vecchi amici, dopo tanti anni insieme. Ma ho bisogno di rimanere concentrato e di dare tutto”.

Concentrato lo è già Luis Enrique, con le idee chiare su un Milan che si è studiato in profondità. Non solo in questa stagione, ma anche in quella passata: “Di solito giocano con il 4-3-3, fanno bene con e senza pallone, sanno gestire bene entrambe le fasi di gioco. Ma sappiamo che possono giocare anche a cinque dietro: l’anno scorso l’hanno fatto contro il Tottenham, e anche quest’anno, se ricordo con il Genoa.