La Juve: “Gianluca, quel tuo pianto nella notte di Champions era il nostro”

Il club bianconero saluta il suo campione e racconta: “Siamo stati con te da sempre: da quando arrivasti nel 1992 e fu amore a prima vista”

La Juventus ha celebrato Gianluca Vialli con un messaggio di cordoglio e ricordo pubblicato sui suoi canali ufficiali. Un messaggio che inizia così: ” Che tristezza infinita, Gianluca. Oggi, 6 gennaio 2023, arriva la notizia che speravamo di non ricevere mai.

Ci lascia un campione, anzi, una leggenda, un grande uomo, un pezzo di noi e della nostra storia. Siamo stati con te da sempre, Gianluca: da quando arrivasti nel 1992 e fu amore a prima vista. Eri uno dei primi tasselli di una Juve che sarebbe tornata, proprio con te, in cima all’Europa. Di te abbiamo amato tutto, ma proprio tutto: il tuo sorriso, il tuo essere contemporaneamente campione e leader, in campo e in spogliatoio, il tuo essere adorabilmente guascone, la tua cultura, la tua classe, che dimostrasti fino all’ultimo giorno in bianconero”.

La Juve passa dunque in rassegna le tappe che hanno caratterizzato l’avventura di Vialli in maglia bianconera: “I nostri momenti più belli di quegli anni portano inevitabilmente a qualcosa che ti racconta: quell’esultanza, alla rimonta completata contro la Fiorentina nel 1994, quando tutto lo stadio era avvolto da un boato e tu no, prendesti la palla e dicesti “andiamola a vincere”. E sappiamo come andò a finire. Quella Coppa, che alzasti al cielo in una notte tiepida di Roma, intervallando con quell’attimo infinito un pianto dirotto che iniziò al momento del rigore decisivo. E quel pianto era il nostro: dolcissimo, inarrestabile”.

Rabiot: “Questo Mondiale può aiutarmi, sono all’ultimo anno alla Juve…”

Dal ritiro con la Francia ai Mondiali, il centrocampista lancia un messaggio ai bianconeri sul rinnovo.

Dal ritiro della Francia a Doha in vista dell’inizio del Mondiale, Adrien Rabiot parla anche del suo futuro e manda un chiaro messaggio alla Juve sul rinnovo.

 Il centrocampista francese ha il contratto in scadenza a giugno 2023: “Il 2018 è stato una grande delusione, ho lavorato tanto per essere qui. Non la prendo come una vendetta ma come un’opportunità per potermi esprimere, ho la possibilità di essere titolare in una competizione simile. Questo Mondiale può aiutarmi contrattualmente, sono all’ultimo anno alla Juventus“.

Rabiot al momento non pensa al futuro, è concentrato al 100% sul Mondiale: “Io e il club non abbiamo fretta, c’è serenità e avremo tempo per soppesare ogni possibilità”, aveva detto qualche giorno fa il francese. In estate è stato molto vicino all’addio alla Juve ma ora è uno dei titolarissimi di Allegri. La madre-agente del centrocampista non ha chiuso alla possibilità di un rinnovo anche se il club punta comunque ad abbassare il monte ingaggi: Rabiot guadagna 7 milioni netti a stagione. Ora le parole da Doha che aprono a nuove situazioni. 

Allegri: “Bisogna compattarsi più di prima. Il ritiro non è una punizione…”

Il tecnico bianconero alla vigilia del derby: “Il presidente ci ha dato la carica, per uscirne bisogna fare le cose semplici e ordinate. Non basta una partita ma bisogna fare risultato”

Possiamo non chiamarla ultima spiaggia, ma molto gli assomiglia. La Juventus arriva al derby nella peggiore condizione possibile, per la classifica (13 punti, peggior risultato dopo 9 giornate dai 12 del 2015-16, quando la Signora vinse comunque lo scudetto) e per il morale, dopo la disfatta di Champions in Israele. In più i bianconeri non hanno ancora mai vinto in trasferta. La Juventus è in ritiro da ieri mattina, una reunion di squadra voluta da tecnico e società per cercare di ricompattare il gruppo. La partita di domani pomeriggio contro il Torino dirà se è servito a qualcosa.

“Il derby è una partita sentita da parte di tutti, ma sarà anche molto difficile. Dovremo stare corti e lavorare di squadra per cercare di ottenere un risultato positivo. Con la squadra ci parlo tutti i giorni, il ritiro non era una punizione per stare insieme e per fare doppi allenamenti oltre a ridare ordine perché quando mancano i risultati si tende a vedere tutto più nero”. Ritiro che sarebbe dovuto iniziare subito dopo il rientro da Haifa e che invece è stato posticipato alla mattina successiva. Per Allegri nessun giallo: “Ho parlato con la squadra all’arrivo e gli ho detto che potevano andare a casa. I ragazzi non hanno mai chiesto di non fare il ritiro perché conosciamo tutti il momento, siamo concentrati nel volerci tirare fuori da questa situazione che sicuramente non è bella. Non basterà una partita ma dobbiamo cominciare a fare risultati”.

Quanto agli obiettivi da raggiungere, il tecnico non si sbilancia più, sebbene a inizio stagione parlasse apertamente di scudetto: “Gli obiettivi sono sempre gli stessi, siamo in ritardo in campionato perché abbiamo pagato la settimana tra la Salernitana e il Monza ma abbiamo tutto il tempo per recuperare. Alla Champions penseremo dopo la partita con l’Empoli”.

Allegri studia l’attacco della Juve a San Siro: Milik e Kostic a servizio di Vlahovic

In assenza di Di Maria, Max ha scelto il suo piano anti-Milan: sarà 4-4-2 per provare a portarsi a -1

La Juventus va all’attacco. Dopo i tre gol al Bologna e al Maccabi Haifa, si sale di livello: domani i bianconeri dovranno dimostrare di aver svoltato definitivamente vincendo in casa del Milan. Senza la magia dello squalificato Angel Di Maria, protagonista a suon di assist in Champions, tocca a Dusan Vlahovic trascinare la squadra di Massimiliano Allegri. Il centravanti serbo non ha mai segnato a San Siro, ma il momento sembra quello giusto per aggiungere un nuovo stadio alla collezione.

DV9, superato un settembre complicato con zero gol in 4 partite, nell’ultima settimana ha cambiato marcia. Come direbbero Van Nistelrooy e Gonzalo Higuain: Dusan ha strizzato il tubetto del ketchup. Già, segnato un gol, non ci si ferma più. Un po’come quando la salsa di pomodoro esce senza freni. Vlahovic, dopo aver ritrovato la rete con la Serbia esultando in faccia a Erling Haaland,non si è più fermato. Prima il timbro contro il Bologna, poi il bis con il Maccabi Haifa. Tre gol in una settimana tra Nazionale, campionato e Champions. Sarebbero potuti essere anche di più visto che Vlahovic stesso mercoledì ha abbandonato l’Allianz Stadium arrabbiato per non aver concretizzato al meglio alcune occasioni. Tutti stimoli per domani, dove servirà la miglior versione del numero nove bianconero – 6 gol in 10 gare finora – per aggiungere un altro mattoncino all’operazione rimonta studiata da Allegri.

In attesa dei lungodegenti Federico Chiesa (già parzialmente in gruppo) e Paul Pogba (il francese sogna di rientrare entro fino mese), in Champions si è infortunato Mattia De Sciglio. Gli accertamenti hanno evidenziato una “lesione di medio grado del retto femorale della coscia destra”. Per il terzino rientro previsto in 20-30 giorni. Una carta in meno per San Siro, dove la Juve proverà a portarsi a -1 dalla squadra di Pioli. Perché è vero, come recita la teoria del tecnico juventino, “che siccome negli scontri diretti può succedere di tutto, per vincere lo scudetto è fondamentale conquistare punti nelle altre gare”. L’esperienza della scorsa stagione, però, dimostra che gli incroci con le big pesano. Basti pensare ai rimpianti della Juve per la sconfitta contro l’Inter. L’ultima di tante bruciature nelle sfide d’alta quota del 2020-21. Appena un punto conquistato contro i nerazzurri, contro l’Atalanta e contro il Napoli.

Fiducia a tempo? Ottobre amico: Juve, le partite per rimettere in piedi la stagione

Alla ripresa, di fronte un mese in cui il Milan è l’unica squadra in lotta scudetto sul cammino bianconero. In mezzo all’urgenza di provare a rimettersi in corsa in Champions

Fiducia a tempo, ha sancito la telefonata di Agnelli ad Allegri all’indomani del naufragio di Monza. Tempo significa partite, da capire quante: il quante dipenderà dal come ma un nuovo check point è evidentemente la sosta per il Mondiale di novembre. Da qui ad allora la Juventus è attesa da 12 partite in 40 giorni circa di apnea. Un calendario che per la Signora nei suoi abiti, quelli disegnati sulla carta, permetterebbe di considerare ancora la stagione aperta.

Già, sulla carta, perché la realtà dei fatti dice che fin qui la Juventus ha buttato via l’assist di un calendario di inizio stagione alla portata. In parte per le avversarie, perché Samp e Monza (1 punto in due partite!) sono due delle ultime tre squadre in classifica, Spezia e Salernitana erano a loro volta partite con l’obiettivo salvezza e le partite sulla carta più impegnative dovevano essere quelle con la classe media di Fiorentina e Sassuolo col picco di difficoltà della Roma (attualmente sesta). Per cui ogni disquisizione sulla difficoltà dei prossimi impegni vale fino a un certo punto, ma è oggettivo che in campionato nel mese di ottobre l’unica pretendente allo scudetto da sfidare è il Milan, sabato 8 a San Siro, in mezzo alle partite con Bologna, Torino, Empoli e Lecce fino a fine mese. Una sequenza che, con un paio di scogli sicuramente più a rischio, in altri tempi sarebbe sembrata amica per una risalita.

Juve mai partita così male in Champions: ora rischia di doverle vincere tutte

Nel caso peggiore la quota per il passaggio del turno potrebbe salire a 12 punti. Ma in ogni caso i bonus sono finiti e servirà fare risultato al ritorno col Psg e in casa col Benfica con cui si è appena perso

Aver perso le prime due partite stagionali di Champions League, un evento unico nella storia del club secondo le rilevazioni Opta, mette oggi la Juventus nella complessa situazione di trovarsi a -6 dal passaggio del turno. Ovvero sei punti di distanza da entrambe le rivali dirette, Psg e Benfica, con in più lo scontro diretto al momento a sfavore e da ribaltare. Se Allegri aveva detto sin dal sorteggio che sarebbe stato col Benfica che si sarebbe giocato il passaggio del turno, adesso averci perso, e oltretutto averlo fatto in casa, cambia le carte in gioco, complicando evidentemente la situazione.

Quando si è espresso sull’argomento, Allegri ha fissato la quota qualificazione per il passaggio agli ottavi a 10 punti. Il problema è che per come si sono messe le cose adesso la Signora rischia di aver bisogno di vincere tutte e quattro le partite per rimettersi in corsa. Non impossibile (l’anno scorso ne vinse cinque su sei, per poi uscire agli ottavi…) ma al momento un atto di fede per una squadra che è partita perdendone due su due. In sintesi: lo scenario peggiore è che Psg e Benfica, oltre a battere il Maccabi Haifa, si prendano una vittoria ciascuno nella doppia sfida tra loro. Andrebbero così entrambe a 12 punti, la quota che la Juventus può raggiungere solo vincendo tutte e quattro le rimanenti partite.

Il corollario è che, se anche questo caso peggiore non si materializzasse, e dunque mantenendo l’obiettivo della quota 10 nel caso in cui Psg o Benfica perdessero punti per strada, la Juventus è comunque in una situazione in cui apparentemente non può più permettersi di perdere una sola partita.  L’ultima volta fuori dagli ottavi di Champions fu nel 2013-14, l’ultimo anno con Antonio Conte.

Juventus, contro il Benfica out Alex Sandro, Locatelli e Rabiot

Ibianconeri, scesi in campo in mattinata per la rifinitura in vista del Benfica, hanno ritrovato Angel Di Maria: l’esterno argentino verrà convocato, ma è da escludere un suo impiego dal primo minuto. Assenti Alex Sandro, per un problema all’adduttore, Locatelli e Rabiot.

Vigilia di Champions League per la Juventus, che mercoledì alle 21 scenderà in campo contro il Benfica per la seconda gara del gruppo H. I bianconeri, che dopo la sconfitta di una settimana fa contro il Paris Saint Germain devono cercare di conquistare i tre punti, martedì mattina sono tornati ad allenarsi per la rifinitura. Sia Manuel Locatelli che Adrien Rabiot non si sono allenati: entrambi i centrocampisti sono alle prese con dei problemi muscolari e non saranno a disposizione di Allegri per il match contro i portoghesi.

Regolarmente in campo, invece, Angel Di Maria: l’esterno argentino è stato assente negli ultimi due impegni della Juventus contro il PSG e in campionato contro la Salernitana, ma in mattinata ha preso parte alla rifinitura. El Fideo sarà convocato ma è da escludere un suo impiego dal primo minuto: “Vediamo quanti minuti ha nelle gambe – ha dichiarato Allegri – ma è a disposizione. Tra gli assenti figura anche Alex Sandro, che ha avuto problemi all’adduttore: “Vediamo se sarà recuperabile per la gara contro il Monza”, ha specificato l’allenatore bianconero. 

Con le diverse assenze a centrocampo Allegri potrebbe riproporre il 3-5-2. In porta ci sarà ovviamente Mattia Perin, mentre il terzetto difensivo sarà composto da Bremer, Bonucci e Danilo. Sulla corsia di destra agirà Cuadrado, su quella opposta Kostic. A centrocampo ci saranno McKennie, Paredes e Miretti, mentre la coppia d’attacco sarà composta da Milik e Vlahovic.

Juventus, Di Maria infortunato: non convocato per il Psg

Ancora fastidio all’adduttore per l’argentino che non ha superato l’ultimo test e non è stato convocato per la trasferta di Champions del Parco dei Principi. Allegri col dubbio Alex Sandro, torna invece Rabiot. Psg-Juventus, martedì ore 21, in diretta su Sky Sport Uno, Sky Sport 252, Sky Sport 4K e in streaming su NOW

Non ci sarà Angel Di Maria, uno degli uomini più attesi, nell’esordio della Juventus in Champions League contro il Psg al Parco dei Principi (martedì ore 21). L’esterno offensivo argentino non è stato infatti convocato da Max Allegri per la trasferta dai Parigi a causa di un riacutizzarsi del fastidio all’adduttore. Di Maria, ricordiamo, era reduce da un infortunio muscolare rimediato contro il Sassuolo e nell’ultima gara di campionato disputata sabato contro la Fiorentina al Franchi – prima aveva giocato 36’ contro lo Spezia – è rimasto in campo solo 45’ prima di essere sostituito da De Sciglio all’intervallo. In mattina l’argentino ha effettuato un test che però non ha dato riscontri positivi, da qui la decisione di Allegri di non convocarlo per la sfida al Psg, sua ex squadra fino a qualche mese fa.

Assenza importante, dunque, per Max Allegri che dovrà rinunciare a Di Maria: in dubbio per la gara contro il Psg c’è anche Alex Sandro. Il brasiliano risulta tra i convocati per la trasferta di Parigi, ma non si è allenato con il gruppo nell’ultima seduta alla Continassa. Ristabilito, e molto probabilmente titolare al Parco dei Principi, Adrien Rabiot: il centrocampista francese aveva saltato la gara contro la Fiorentina per un problema fisico. Alla Continassa si è rivisto Paul Pogba che ha svolto una seduta di allenamento individuale, con e senza palla: per rivederlo in campo in gare ufficiali però servirà almeno un mese.

Juventus-Paredes, trattativa a oltranza con il Psg: Douglas Luiz è l’alternativa

Ibianconeri continuano a trattare con il Paris Saint Germain, ma non c’è ancora l’intesa e per questo valutano il brasiliano dell’Aston Villa. Il punto in uscita: Arthur piace in Premier League, Liga e in Portogallo, Rovella interessa al Monza e Fagioli ha diverse richieste in prestito.

Avanti per Paredes, ma con un’alternativa sullo sfondo. È questo il piano della Juventus per rafforzare il centrocampo. La priorità resta sempre Leandro Paredes e anche domenica ci sono stati nuovi contatti per chiudere l’operazione. Tuttavia il Paris Saint Germain, che ha pareggiato 1-1 contro il Monaco con Paredes in panchina per 90 minuti, sembra la stia tirando per le lunghe. Per questo motivo la Juventus sta valutando un piano B che porta a Douglas Luiz, brasiliano classe 1998 dell’Aston Villa che ha un contratto in scadenza il 30 giugno 2023.

Resta in uscita Arthur: il centrocampista brasiliano piace in Premier League, Ligue 1 e in Portogallo, con 3/4 club che hanno chiesto informazioni. Contestualmente si può sbloccare anche la partenza di Rovella: il classe 2001 potrebbe andare in prestito al Monza. Anche Nicolò Fagioli è in uscita: per lui ci sono diverse richieste per il prestito. Con queste tre uscite chi è certo di non partire è Zakaria, che resterà a disposizione di Allegri.

La Juventus ha scelto Milik, ora l’affondo per Paredes. Le news di calciomercato

Ibianconeri hanno deciso di puntare su Milik: con il Marsiglia c’è già accordo verbale per un prestito (2 milioni) con diritto di riscatto (8 milioni), nelle prossime ore incontro con gli agenti per trovare l’intesa sull’ingaggio. Con l’arrivo del polacco ci sarà la possibilità di provare l’affondo per Paredes.

Tra campo e nuovi arrivi, dopo il pareggio contro la Sampdoria nella seconda giornata di campionato la Juventus è tornata a concentrarsi sul mercato. La priorità in casa bianconera resta quella relativa al nuovo attaccante da regalare a Max Allegri e dopo le nuove valutazioni si è deciso di puntare con decisione su Arkadiusz Milik, nome “caldo” ormai da giorni insieme a quello di Memphis Depay. Tra i due, però, la Juventus ha deciso di affondare sull’ex Napoli: dopo l’accordo verbale già raggiunto con l’Oylimpique Marsiglia sulla base di un prestito oneroso da 2 milioni di euro con diritto di riscatto fissato a 8 milioni, adesso i bianconeri sono al lavoro per trovare l’accordo con l’attaccante polacco classe 1994 e con il suo entourage in merito all’ingaggio, ultimo passo prima della chiusura dell’affare. Nelle prossime ore (nella giornata di mercoledì) è in programma l’incontro con gli agenti di Milik per provare a chiudere.

Con la decisione di puntare forte su Milik, si spengono di fatto le possibilità di vedere Memphis Depay alla Juve. L’attaccante classe 1994 è vicino a risolvere il contratto con il Barcellona, con la società bianconera – che gli aveva offerto un contratto biennale – che però ha ritenuto eccessive le richieste economiche presentate dal suo entourage. Nell’ultima stagione con il Marsiglia Milik ha collezionato 37 presenze arricchite da 20 gol e due assist; in questa Ligue 1 invece è stato già schierato in due occasioni. Nella sua carriera ricordiamo ha indossato in 122 occasioni (48 gol) la maglia del Napoli.