Pogba, la Juve studia la rescissione. Ma potrebbe convenire tenerlo fino a giugno

Le controanalisi hanno confermano la positività. Il giocatore è sospeso da tutte le attività in attesa del giudizio e la sua retribuzione è scesa al minimo salariale

Con la conferma delle controanalisi – circa la positività ai test antidoping effettuati nel post gara di Udinese-Juventus (alla prima giornata di campionato) – la sospensione di Paul Pogba diventa definitiva, in attesa di giudizio. Il calciatore è inibito dalla regolare attività quotidiana legata alla sua professione (allenamenti e ovviamente partite) e – per policy aziendale – non può entrare in alcun modo a contatto con altri tesserati del club. Alla Continassa restano ora in attesa del procedimento nei confronti del giocatore, che rischia uno stop fino a 4 anni. 

Nei dialoghi interni con lo staff sanitario della Juventus, che ha fatto un approfondimento subito dopo aver ricevuto la notizia della sospensione cautelare da parte del Tribunale Nazionale Antidoping – a causa del valore più alto del consentito del testosterone – il diretto interessato avrebbe ammesso di aver assunto un integratore su consiglio di un medico amico americano, senza aver messo al corrente il club. Una leggerezza che potrebbe esser costata cara al centrocampista francese, che però – dimostrando in qualche modo la sua buona fede nella vicenda – potrebbe anche provare a patteggiare e ottenere uno sconto sul periodo di squalifica. 

Fino allo stop, Pogba era il più pagato della rosa con i suoi 8 milioni netti più 2 di bonus. Durante il periodo di sospensione la cifra si abbassa drasticamente sul minimo salariale di 42 mila e 477 euro annui, come previsto dal regolamento. Venisse poi inflitta una squalifica superiore ai 6 mesi, la Juventus sarebbe nelle condizioni di rescindere il contratto: valutazione che sarà comunque fatta insieme all’entourage del calciatore, che si è mostrato collaborativo sin dall’inizio della vicenda.

Pogba: “Non volevo più giocare a calcio. Farò rimangiare a tutti le critiche, non sono debole”

Il centrocampista francese della Juventus sulla vicenda dell’estorsione subita, in cui era coinvolto anche il fratello: “Il denaro può distruggere una famiglia. Ma io non mi arrenderò mai”

Aveva pensato di smettere, Paul Pogba, nei mesi travagliati fuori dal campo della scorsa stagione. Lo ha dichiarato il centrocampista francese della Juventus in un’intervista rilasciata ad Al Jazeera: “Voglio far rimangiare a tutti le loro parole e dimostrare che non sono debole – ha detto commentando le critiche ricevute -. Possono parlare male di me, ma io non mi arrenderò mai”.

Ma gran parte delle dichiarazioni verte attorno alla vicenda dell’estorsione subita, compreso un breve sequestro: “Il denaro cambia le persone e può distruggere una famiglia, può creare una guerra. A volte, quand’ero da solo, pensavo: ‘Non voglio più avere soldi, non voglio più giocare a calcio. Voglio solo stare con persone normali, così mi ameranno per quello che sono, non per la fama, non per i soldi’. A volte è dura”. La vicenda ha visto coinvolto anche il fratello Mathias, con cui potrebbe esserci un confronto in aula a Parigi venerdì prossimo. 

Bonucci, il tempo stringe. L’Union, la Lazio, il last minute Genoa. E in testa il sogno Europeo

L’ex capitano Juventus entro venerdì deve decidere se restare da fuori rosa o se andare a giocare altrove, puntando alla convocazione alla prossima manifestazione continentale

A meno che non voglia rimanere ad allenarsi alla Continassa, fuori rosa, è cominciata l’ultima settimana di Leonardo Bonucci alla Juventus. Il difensore è fuori dal progetto ed entro venerdì dovrà scegliere la sua nuova destinazione: si è mosso poco in realtà fino a ora, soprattutto perché il difensore ha voluto tenere alta l’asticella delle pretendenti. L’Union Berlino è il club che ha fatto più le cose per bene, con tanto di corteggiamento e proposta da firmare sul tavolo, ma il giocatore ha preso tempo: la verità è che spera ancora di rimanere in Serie A. 

Per qualche settimana Bonucci ha dato la sensazione di voler aspettare la Lazio. A Sarri un altro difensore tornerebbe utile, ma sulla candidatura specifica ha delle riserve, che vanno dalle caratteristiche del calciatore alle garanzie sul rendimento a fasi alterne. Leo vuole essere protagonista all’Europeo dell’estate prossima, di conseguenza avrebbe bisogno di giocare con continuità. Garanzia che non avrebbe alla Lazio e neanche alla Roma, dove a quanto pare negli ultimi giorni avrebbero pensato anche a lui per rinforzare il reparto arretrato. La Fiorentina è alla ricerca di un difensore mancino, l’ipotesi Bonucci non l’ha mai approfondita. Piuttosto il Genoa, che dovrà completare la rosa in questo finale di mercato, resta alla finestra per tentare l’assalto last minute. Qualche altro club potrebbe palesarsi nelle ultime 48 ore di mercato, nel momento in cui Leo sarà obbligato a fare una scelta definitiva. L’Union Berlino intanto resta alla finestra, ma non è più così ben disposto ad aspettare ancora.

Nuova Juve, vecchio Chiesa: più attaccante e decisivo, ma il rinnovo è bloccato

Allegri lavora per ritrovare il Federico pre infortunio, però nessuno si sbilancia sul futuro: il Liverpool resta alla finestra e l’Al Nassr di CR7 ci pensa.

Nuova Signora, vecchio Chiesa. Più che uno slogan, è un’operazione nostalgia. La missione è già iniziata negli Usa e i primi segnali lanciati dall’attaccante, apparso tra i più in forma durante la tournée, fanno ben sperare i bianconeri. Non sarà ancora il Fede originale pre infortunio ai legamenti (gennaio 2022), però qualcosa si muove.

Massimiliano Allegri è ripartito mettendo Chiesa al centro della Juventus e si augura che il mercato non obblighi il d.t. Cristiano Giuntoli e il d.s. Giovanni Manna a rivedere i piani. Può succedere ancora di tutto, di qui a fine mese, ma alla Continassa sperano ancora di trasformare l’azzurro nel “vero” colpo estivo. Un po’ seconda punta che attacca gli spazi nel 3-5-2, un po’ ala che strappa nel 3-4-3. Sfumature tattiche diverse, ma stesso obiettivo: ritrovare il Chiesa formato 2021, devastante tanto nella Juve quanto nell’Italia campione d’Europa. 

Il miglior Federico si è visto prima del terribile infortunio dell’Olimpico. A confermarlo sono anche i numeri. Chiesa nel 2020-21 toccava di più la palla in area (4.1. tocchi, 3.9 nel 2021-22, 2.6 nel 2022-23) aveva un numero superiore di occasioni (1.5, 1.2, 0.9), calciava in porta con maggiore frequenza a partita (0.8, 0.6, 0.2). E soprattutto segnava di più: 8 gol contro i 2 delle ultime due stagioni (il dettaglio nel grafico a fianco). Allegri ricerca il Chiesa che ha ammirato da spettatore con Andrea Pirlo in panchina e che si è potuto godere soltanto nel trionfo in Champions contro il Chelsea dell’autunno 2021 e in poche altre occasioni. Quello che, per dirla alla Cesare Prandelli, “Non sarà una punta da 30 gol, ma da 15 reti e altrettanti assist, sì. Chiesa è un attaccante, poi che parta largo o che giri attorno al centravanti sono dettagli”.

“Noi Lukaku non lo vogliamo”: la presa di posizione dei tifosi Juve sul mercato

I cori dei sostenitori bianconeri al J Medical per le visite mediche di Bonucci, Chiesa e McKennie

“Noi Lukaku non lo vogliamo”. Il coro, chiaro, arriva dai tifosi della Juventus assiepati questa mattina fuori dal J Medical per le visite di inizio stagione di chi è stato convocato per oggi, veri e propri uomini mercato del momento – tra esuberi, fuori rosa e candidati alla cessione – come Leonardo Bonucci, Federico Chiesa e Weston McKennie, ma anche Cambiaso e Rovella. Niente di pianificato dal tifo organizzato, quelli presenti alla struttura medica adiacente all’Allianz Stadium di Torino sono tifosi comuni.

La presa di posizione dei tifosi della Juventus arriva nelle stesse ore in cui a Milano un gruppo di sostenitori interisti si è data appuntamento sotto la sede dell’Inter per protestare contro l’ingaggio di Juan Cuadrado, altro caso a specchio di acerrimo rivale in predicato di fare il percorso opposto rispetto a Lukaku. A proposito di prese di posizione, è di ieri poi quella di alcuni sostenitori del Psg che hanno esposto uno striscione di minacce nei confronti di Dusan Vlahovic contro il suo trasferimento a Parigi. All’uscita dopo le visite mediche anche Leonardo Bonucci e Federico Chiesa sono stati travolti dall’entusiasmo dai cori dei tifosi. 

La presa di posizione dei tifosi della Juventus arriva nelle stesse ore in cui a Milano un gruppo di sostenitori interisti si è data appuntamento sotto la sede dell’Inter per protestare contro l’ingaggio di Juan Cuadrado, altro caso a specchio di acerrimo rivale in predicato di fare il percorso opposto rispetto a Lukaku. A proposito di prese di posizione, è di ieri poi quella di alcuni sostenitori del Psg che hanno esposto uno striscione di minacce nei confronti di Dusan Vlahovic contro il suo trasferimento a Parigi. All’uscita dopo le visite mediche anche Leonardo Bonucci e Federico Chiesa sono stati travolti dall’entusiasmo dai cori dei tifosi.

Juve, è ufficiale: Rabiot rinnova per un’altra stagione

Dopo una lunga attesa il centrocampista ha sciolto le riserve: il comunicato del club

E’ arrivata anche l’ufficialità: dopo una lunga fase di valutazione Adrien Rabiot ha detto “sì” al rinnovo con la Juve, e dunque resterà in bianconero per un’altra stagione.

“Adrien Rabiot rinnova con la Juventus fino al 2024: pronti a combattere ancora insieme!”, questo l’annuncio del club sul sito ufficiale.

Il pupillo di Allegri ha sciolto le riserve, ed il club ha trovato l’intesa con la madre agente Veronique, che ha assecondato la preferenza di cui già il centrocampista non aveva fatto mistero: la Juve sarebbe stata la sua prima scelta, anche in assenza di Champions League. Nemmeno l’azione di disturbo operata dal Manchester United ha fatto cambiare idea a Rabiot, convinto da Allegri ad abbracciare il progetto per la prossima stagione.

Il nazionale disputerà dunque la sua quinta stagione in bianconero, la seconda con l’allenatore toscano. Arrivato con Sarri nel 2019 a paramentro zero, ha vinto uno scudetto e poi coppa italia e Supercoppa l’anno successivo, con Pirlo. In 177 presenze ha firmato 17 reti, di cui 11 nella scorsa stagione (oltre a 6 assist), la migliore per lui. Nel 2022-23 Rabiot ha infatti disputato 48 gare di cui 47 da titolare, per un totale di 4.218 minuti, a una media di 87′ a gara.

C’eravamo poco amati: i brutti titoli di coda della storia tra la Juve e Di Maria

I fischi hanno salutato l’ultima a Torino del Fideo, che in bianconero ha giocato solo due mesi alla sua altezza. Facendo cambiare idea al club sul futuro

Finiscono tra i fischi al 19′ del secondo tempo della quinta sconfitta interna stagionale della Juventus, ore 22.09 del meridiano della Continassa, i dieci mesi dell’avventura a Torino del campione del mondo Angel Di Maria. L’ultima partita casalinga del Fideo in bianconero ha la storia degli ultimi tre mesi, con la differenza che sui titoli di coda arrivano anche forti le opinioni del “loggione” dello Stadium. Con l’argentino a fare la faccia, quasi stupita.

La prova dell’occhio nudo per una volta coincide con quella dei numeri, e bastano i numeri grossolani, non quelli delle statistiche avanzate, che hanno visto Di Maria battere l’ultimo colpo in maglia Juve con il gol dell’1-0 nell’andata col Friburgo del 9 marzo, curiosamente di testa, a chiudere il paio di mesi scarsi in cui si è visto all’altezza della sua fama, e del suo talento, e del suo palmares fresco di Mondiale. Con l’highlight della tripletta a Nantes, ha messo insieme sette gol e tre assist nelle sue prime 14 partite giocate dopo essere stato l’uomo decisivo della finale con la Francia in Qatar, a pavimentare una strada che pareva portarlo dritto verso il prolungamento della sua esperienza a Torino. Che invece finisce qui.

Il computo su base stagionale racconta 8 gol e 7 assist in 39 partite stagionali, sulle 55 stagionali, con un numero di stop per ragioni fisiche (almeno sei) che non aveva mai avuto in carriera. A volte ha stupito con guizzi che lo hanno fatto brillare perfino dal punto di vista fisico. A volte ha illuminato anche solo giocando da fermo. A un certo punto pareva aver cancellato le cicatrici del contestato pre-Mondiale, in cui per quattro mesi è sembrato agli occhi (non solo) dei tifosi tenere le energie buone per il Qatar, compreso il giorno nero di Monza con tanto di espulsione. Avanti per un altro anno, la situazione che si stava materializzando in primavera, raccogliendo anche i benefici del Decreto Crescita che sarebbero arrivati con un rapporto biennale, per arrivare pronti alla Coppa America 2024… perché poi gira e rigira le motivazioni vanno sempre a battere là.

Juve, Bonucci annuncia l’addio: “Tra un anno si chiuderà un’era…”

Il capitano Leonardo Bonucci bianconero anticipa la decisione nello speciale del club sulle sue 500 presenze: “Vivere questa maglia è stato come vivere per 12 anni in un sogno”

“Quando il prossimo anno smetterò di giocare si chiuderà un’era di difesa, di modo di interpretare la difesa all’italiana”. Il capitano della Juventus Leonardo Bonucci, 36 anni, in bianconero dal 2010 con la parentesi di un anno al Milan, annuncia così, tra le righe, la data scelta per l’addio: tra un anno, l’estate 2024. Sembra l’addio al calcio giocato: non lo sarà necessariamente, secondo quanto risulta, ma alla Juventus sì. Lo ha detto nello speciale che il club gli ha dedicato con una intervista in quattro spezzoni sul proprio canale Youtube per celebrare le sue 500 presenze con la maglia della Vecchia Signora.

La tempistica indicata da Bonucci non è una sorpresa in termini assoluti, alla luce anche del contratto che lo lega alla Juventus proprio fino alla fine della stagione 2023-24, quando avrà 37 anni, ma è la prima volta che lui stesso ne parla come di una decisione già assunta. “Da bambino quando rincorri il pallone hai il sogno di vestire una maglia come quella della Juve e riuscirci per 500 volte significa aver fatto la storia della Juve ed è una grande emozione”, ha aggiunto, lungo la carrellata attraverso 19 momenti (19 come il suo numero di maglia) che hanno segnato la sua storia con la Signora. “Vivere questa maglia è stato come vivere per 12 anni in un sogno e dentro di me c’è sempre quel bambino che è felice di scendere in campo perché era il suo sogno”.

L’allenatore della Juve Massimiliano Allegri aveva risposto a una domanda sul possibile ritiro di Bonucci nella conferenza stampa precedente alla partita con la Cremonese: “La fine della carriera spetta singolarmente a ognuno. Leo è un ragazzo intelligente e sceglierà per il suo futuro – aveva detto il tecnico livornese -. L’altro giorno ha raggiunto un traguardo storico e in pochi l’hanno fatto. Sono orgoglioso e contento di aver lavorato con lui per tanti anni, anche con battibecchi ma in questi anni è stato un giocatore straordinario.

Cori razzisti contro Vlahovic, chiusa per un turno la curva dell’Atalanta

Il Giudice sportivo ha punito i tifosi della Dea per i “ripetuti cori beceri e insultanti di discriminazione razziale”

Curva chiusa. Il Giudice sportivo ha deciso di punire subito la tifoseria dell’Atalanta per i cori discriminatori contro Vlahovic nel corso della partita contro la Juventus.

Si legge nel dispositivo firmato da Gerardo Mastrandrea: “Considerato che, come segnalato dal rapporto dei collaboratori della Procura federale, i sostenitori dell’Atalanta occupanti il settore denominato Curva Nord Pisani levavano, al 46°, 47°, 53 ° e 54°

Del secondo tempo, cori beceri e insultanti di discriminazione razziale nei confronti del calciatore della Juventus Dusan Vlahovic; considerato che nel suddetto rapporto, i collaboratori dichiaravano che tali gravi manifestazioni di discriminazione razziale, provenivano fino all’80% dei circa 9.000 occupanti il predetto settore; considerato che di tale comportamento del pubblico prendeva nota il direttore di gara, che chiedeva di avvisare dell’accaduto il responsabile dell’ordine pubblico per gli annunci di rito”, “in ragione della gravità, della dimensione e della percezione reale del fenomeno nonché della ripetitività del medesimo, i predetti comportamenti assumono rilevanza disciplinare e delibera di sanzionare l’Atalanta con l’obbligo di disputare una gara con il settore denominato Curva Nord Pisani privo di spettatori”.

Non sono bastati gli interventi di alcuni calciatori della Dea, notato anche dal giudice, per fermare i cori: la curva atalantina nella sfida del 20 maggio contro il Verona sarà chiusa. E alla società sono anche arrivati 10 mila euro di multa. Nel referto risulta anche l’ammonizione di Vlahovic per comportamento non regolamentare, ma considerato da molti una reazione ai cori razzisti un po’ come era stato per Lukaku poi graziato direttamente dal presidente federale Gravina.

Una squadra nella squadra: i segreti del gruppo portieri Juve

Gerarchie chiare e uomini spogliatoio, il legame umano e il livello degli allenamenti, il ruolo di Pinsoglio e quello di Filippi: così la staffetta tra Szczesny e Perin dà sicurezza ad Allegri e a tutto il gruppo

C’è un forte senso di appartenenza, tra i portieri della Juventus. Una squadra nella squadra, anima e motore di un gruppo che in questa stagione si è aggrappato spesso agli interventi risolutivi dell’ultimo difendente in campo. Aver fatto la “differenza” alla lunga si è rivelato il modo migliore per ottenere risultati migliori: le gerarchie sono chiare tra Szczesny e Perin, rispettivamente primo e secondo, e forse anche per questo le prestazioni di entrambi a un certo punto si sono compattate al punto di poter essere percepite allo stesso modo. Pinsoglio completa il reparto: lui unisce e alleggerisce, consapevole del suo ruolo di terzo.

Di forte impatto come il loro contribuito stagionale: che sia sceso in campo l’uno o l’altro, quest’anno la Juve ha trovato grande sicurezza nel proprio portiere. Perin si è fatto trovare sempre pronto: contro lo Sporting è stato doppiamente protagonista sul finale (anche Szczesny lo era stato in avvio di gara) e a fine gara ha rivolto il primo pensiero al compagno, che ha chiesto il cambio per qualche attimo di paura a causa di una tachicardia improvvisa (gli esami lo hanno poi tranquillizzato, gli ulteriori accertamenti di queste ore sono in via precauzionale: l’allarme è rientrato subito).

Chi tiene il reparto dei portieri in mano è Claudio Filippi, tra gli storici della Continassa. Il tecnico romano arrivò con Gigi Delneri dal Chievo nel primo anno dell’era Andrea Agnelli, successivamente venne trattenuto per scelta di Beppe Marotta e Fabio Paratici.