Maignan striglia i compagni: “Solo due italiani sarebbero titolari nella Francia”

Il numero 1 dei bleus, a detta dell’Equipe, dopo la sconfitta della sua Nazionale contro gli Azzurri avrebbe sbottato negli spogliatoi.

Mike Maignan furioso. Al numero 1 della Francia (e del Milan) il flop contro l’Italia in Nations League proprio non è andato giù. Al portiere, secondo l’Equipe, non è piaciuto l’atteggiamento della sua Nazionale e, dopo la bruciante sconfitta, avrebbe sbottato nello spogliatoio. 

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Secondo il quotidiano sportivo francese, Maignan si sarebbe fatto sentire, urlando per alcuni minuti. A detta del portiere rossonero solo due giocatori della Nazionale azzurra avrebbero potuto giocare titolare in quella francese. Secondo l’Equipe, tutti i suoi compagni sarebbero rimasti in silenzio ad ascoltarlo. E nessuno avrebbe controbattuto.  “Volevamo partire dopo l’Europeo con una vittoria, purtroppo non ci siamo riusciti – ha poi detto il rossonero, con toni più pacati, in conferenza stampa -. Lunedì abbiamo la partita contro il Belgio, dobbiamo reagire. Abbiamo parlato nello spogliatoio ma la cosa resta tra noi. Analizzeremo a freddo la partita e ne discuteremo domani. Non c’è da preoccuparsi”.

Maignan alla Leao: rinnovo possibile, ma vuole 7 milioni come Rafa

Il portiere è tornato decisivo, serve un ingaggio da stella: presto il dialogo entrerà nel vivo. E il Bayern…

Il volo su Belotti è valso a Mike Maignan un plebiscito sui social: la parata decisiva nella notte di Firenze è stata eletta dai tifosi milanisti intervento difensivo del mese di marzo. Maignan ha battuto una chiusura di Kjaer contro lo Slavia, il rigore parato da Raveyre con la Primavera ai quarti di Youth League contro il Real Madrid e… sé stesso: era in lizza anche con lo straordinario riflesso esibito a Praga su Chytil, acciaccato dopo uno scontro di gioco e in procinto di uscire per lasciare il posto a Sportiello.

Da una parata all’altra, Mike è tornato Magic e lo ha fatto con un tempismo perfetto: ora che la stagione del Milan sta per entrare nelle curve decisive il fuoriclasse coi guanti sfoggia interventi decisivi tanto quanto le giocate di Leao dall’altra parte del campo. Ecco, Rafa è un termine di paragone calzante anche fuori dal rettangolo verde, là dove si giocherà la partita per il futuro di Maignan: perché la sua storia d’amore con il Milan possa proseguire oltre la scadenza del 2026, servirà uno stipendio da stella. Uno stipendio ad altezza Leao. 

Maignan guadagna 3,2 milioni netti a stagione. Siamo lontani dall’ingaggio di Leao – nonché dagli standard da super portiere, tra i più forti al mondo – ma le cifre attuali sono inferiori anche a quelle di un discreto gruppo di rossoneri che guadagna intorno ai 4 milioni, da Bennacer a Pulisic, da Loftus-Cheek a Chukwueze: ipotizzare un aumento corposo come condizione essenziale per il rinnovo è nella logica. La trattativa potrà decollare solo su questa base ma trovare un punto di incontro non sarà una passeggiata: Maignan chiede il doppio dello stipendio, mentre il Milan considera il contratto di Leao – parte fissa sui 5-6 milioni, con bonus a salire fino a 7 – un’eccezione al tetto salariale “costruito” in questi anni. 

Milan, caso portieri: Maignan lontano, Tata resta titolare. E Vasquez impara

Lunga attesa per il rientro Mike. Il nuovo arrivato studia lingua e schemi, ma ci vorrà tempo per vederlo in campo. E allora si va avanti con Ciprian

Il primo problema da risolvere è il problema numero 1, inteso come portiere. Il polpaccio di Mike Maignan è ancora instabile e nel frattempo la sensazione si è trasmessa alla difesa, priva del suo titolare: senza di lui l’unica vittoria ottenuta a reti inviolate è dell’8 ottobre scorso, contro la Juventus. Porte chiuse anche contro la Cremonese: nessun gol subito ma nemmeno uno realizzato. I gol incassati sono quantificabili (con Tatarusanu 15 in 14 partite tra campionato e Champions), la sensazione di precarietà no, a meno che non si contino le sfuriate immortalate in tutta una serie di video rilanciati sul web, in cui Tomori rimprovera Tata di qualche intervento scoordinato o di un’uscita non proprio impeccabile. In partita ci sta che certe imprecisioni non siano tollerate (e Tomori fa poco per nasconderle), di sicuro rendono l’idea della tensione che a volte si respira.

Mentre Maignan poteva permettersi di lasciare l’area e arrivare a metà campo per dare indicazioni sulle punizioni a favore, a Tata è concesso molto meno: in ogni gol subito, si cerca il suo errore. Spesso invano: non trasmetterà le stesse certezze del collega titolare della cattedra, ma nemmeno gli si possono imputare errori clamorosi. Anche per questo il Milan andrà avanti con lui: sarà in porta domani contro il Torino e ci resterà anche nei successivi turni di campionato. Almeno fino a quando Maignan non tornerà disponibile. Quando? Le parole di Pioli, uniche a riguardo, non sono incoraggianti: “Non abbiamo tempistiche, non so dire oggi se sarà tra 3, 4 o 5 settimane. Mike ha tutto il nostro sostegno ed è voglioso di rientrare ma sa che dobbiamo rispettare delle tempistiche perché il muscolo non risponde come dovrebbe. Non posso dire per quale data lo avremo”. Un obiettivo ambizioso, forse troppo, può essere l’andata degli ottavi Champions di metà febbraio. Più probabile che il recupero slitti alla fine del prossimo mese.