Al momento della sostituzione a Cagliari, tecnico e giocatore si sono dedicati un momento affettuoso dopo tutti i malumori. E Rafa Leao, intanto, sta diventando sempre più un uomo d’area
Sarebbe bello – e utile – se funzionassero bene insieme nello stesso momento. Come a Madrid, insomma. Invece, a volte, Leao e il Milan si dissociano. Ci sono partite in cui la squadra gira e Rafa ciondola, altre nelle quali il portoghese ha una marcia in più e il Diavolo annaspa. Come a Cagliari, già. In questo caso però, nonostante il Milan sia tornato a casa con sensazioni di sconforto rispetto alla festa del Bernabeu, il momento di Leao è qualcosa che va oltre il semplice voto in pagella. È qualcosa che merita contestualizzare perché il momento, insomma, era parecchio delicato.
Due indizi non fanno ancora una prova, però ci si avvicinano. E aver visto il 10 rossonero dapprima trascinare il Diavolo in Spagna, e poi mettere a referto una doppietta in Sardegna genera buone sensazioni dopo le forti turbolenze delle ultime settimane. Non sappiamo se il metodo gestionale di Fonseca – più bastone che carota – alla fine pagherà realmente, ma intanto Rafa ha dato segnali importanti. Anche perché la continuità non è mai stata il suo forte. E chissà, magari lo scorrere del tempo farà capire a Leao che il suo allenatore sta cercando di farlo uscire dalla comfort zone, pungendolo come nessuno in passato ha mai fatto. Su queste basi, allora, diventa particolarmente importante la cartolina spedita da Cagliari al momento della sostituzione, a una manciata di minuti dal novantesimo. Quando Rafa è uscito dal campo è passato dal suo allenatore, si sono stretti la mano e si sono abbracciati. Sensazioni per gli osservatori esterni? E’ parso un abbraccio spontaneo, non a favore di telecamera. D’altra parte uno era contento per aver messo a segno una doppietta, l’altro perché Rafa era andato bene e la squadra in quel momento stava vincendo.