Napoli, Hojlund non si ferma più (6 gol in 4 gare): “Perché il gol è come il ketchup”

Così i gol. A volte non arrivano, ma quando l’attaccante si sblocca non smette di segnare. “Il gol è come il ketchup: una volta arrivato continua ad arrivare”. È il post social di Rasmus Hojlund dopo la vittoria con gol con la maglia della nazionale danese contro la Grecia.

Tanti i commenti dei tifosi del Napoli, che si godono il nuovo acquisto, ma ancor di più quelli dei tifosi dello United, che rimpiangono un attaccante così prolifico. “Wise man”, “goat”, la maggior parte dei commenti, corredati da meme di Cristiano Ronaldo e, soprattutto, di bottigliette di ketchup, che hanno letteralmente invaso il suo feed. Il centravanti del Napoli ha segnato alla prima partita da titolare contro la Fiorentina, per poi rimanere a secco in quelle successive con City, Pisa e Milan. Poi doppietta contro lo Sporting Lisbona, un gol contro il Genoa e tre gol nelle due gare di qualificazioni al Mondiale. Insomma, 6 reti nelle ultime 4 gare. Numeri che fanno bene al morale di Hojlund, reduce dalla scorsa stagione in chiaroscuro allo United, e che piacciono anche ad Antonio Conte, che si appresta a disputare 7 gare in 22 giorni, il primo vero tour de force del Napoli.

Gonzalo Higuain in un periodo di astinenza dal gol (che durava da quattro giornate), ammise: «Ruud mi ha detto una cosa durante un periodo in cui non riuscivo a segnare. “Ci provi, ma non ci riesci, quando alla fine ce la fai, però, arriva tutto in una volta. È come il ketchup”. Ed è vero, è un bellissimo aneddoto». All’argentino servì poi la doppietta nel derby contro il Torino per sbloccarsi e terminò la stagione a quota 32 gol. Il consiglio dell’amico Ruud Van Nistelrooy, suo ex compagno di squadra al Real Madrid, diede i suoi frutti. Non un consiglio qualsiasi, ma quello di uno dei centravanti più forti della sua generazione, spesso accostato al connazionale Van Basten.

Milan-Hojlund, ora si può. Il danese valuta l’addio allo United: i rossoneri ci credono

Contatto diretto tra i rossoneri e l’entourage dell’attaccante: l’idea del trasferimento adesso lo attrae

Rasmus Hojlund sta maturando la convinzione di lasciare lo United e ha aperto a un addio alla maglia dei Red Devils. Il suo desiderio di non lasciare Manchester nonostante l’arrivo di Sesko non è del tutto svanito, ma dopo il colloquio avuto con lo United attraverso l’agenzia che cura i suoi interessi, la Seg, ha ricevuto la conferma che per lui non c’è più spazio nel progetto tecnico di Amorim. Gli zero minuti nell’amichevole contro la Fiorentina erano stati un messaggio chiaro, ma gli è stato ribadito che anche con l’inizio della Premier (il prossimo weekend) la musica per lui non cambierà. Il calciatore ne ha preso atto e ha iniziato a pensare a un futuro lontano da Manchester.

Un prima buona notizia per il Milan che lo ha messo al primo posto dell’attuale lista dei rinforzi per il ruolo di centravanti.

Fatta questa premessa, è bene sottolineare che la strada per arrivare a Hojlund non è in discesa per il Diavolo che in questi due giorni ha intensificato le telefonate attraverso un intermediario con il club e in modo diretto con il giocatore. Con lo United c’è un accordo sulla formula dell’operazione (prestito con diritto di riscatto), ma non ancora sulle cifre perché Furlani e Tare valutano il calciatore intorno ai 35 milioni e intendono pagare un prestito di 3-4 milioni più un riscatto fissato a 30-32 milioni, mentre i Red Devils chiedono un prestito oneroso di almeno 7-8 milioni e un importo complessivo dell’affare sui 40-45 milioni, bonus compresi. La forbice c’è, ma può essere chiusa in fretta nel momento in cui il giocatore darà il suo via libera al trasferimento a Milano. In questo momento la prospettiva di indossare la maglia rossonera a Rasmus piace. E ieri ha avuto conferma che la scelta potrebbe essere allettante grazie a un contatto diretto tra il club e il suo entourage.

Hojlund tiene duro: lo United lo scarica, lui vuole restare. Il Milan cerca il sì entro 7 giorni

Tare vola a Manchester per convincere l’ex atalantino: non lo aspetterà più di una settimana. Oltre al solito Vlahovic, le alternative sono Jackson (Chelsea) e Ramos (Psg)

Rasmus Hojlund deve essere un tipo cocciuto. Di quelli che hanno bisogno di tempo e pazienza per essere convinti, passo dopo passo. Forse per questo Igli Tare non è salito sull’aereo che ha riportato ieri il Milan in Italia dopo l’amichevole con il Chelsea. Il diesse rossonero è rimasto in Inghilterra, anche e soprattutto per seguire in prima linea l’evolversi della situazione intorno al centravanti danese del Manchester United, primo obiettivo del Diavolo per l’attacco. Sabato sera Hojlund – dopo essere rimasto per 90’ in panchina nell’amichevole contro la Fiorentina a Old Trafford – si è confrontato con la dirigenza dei Red Devils. E nonostante gli sia stato spiegato che con gli acquisti di Sesko e Cunha non c’è più posto per lui allo United, l’ex Atalanta non ha cambiato idea: è convinto di potersela giocare restando alla corte di Ruben Amorim, allenatore che – stando ai rumors inglesi – in realtà ha già deciso di scaricarlo. Non è da escludere che già dalle prossime ore non provi a parlare a quattrocchi al danese lo stesso Tare, dopo che nei giorni scorsi l’attaccante è già stato approcciato da un intermediario molto vicino a Casa Milan. 

Il Diavolo ha individuato già da qualche giorno in Hojlund un’interessante occasione di mercato, dovendo affiancare a Santiago Gimenez un’altra prima punta di una certa caratura. Ma una volta che il Man United ha aperto alla formula del prestito con diritto di riscatto e che sulla cifra del trasferimento (prestito oneroso più riscatto) la distanza si è assottigliata fino a rendere fiduciose entrambe le parti di poter trovare un’intesa, l’operazione si è arenata a sorpresa per volontà del giocatore. Hojlund è riluttante a lasciare Manchester sostanzialmente per motivi d’orgoglio: non ha nulla contro il Milan, anzi apprezza la corte rossonera. E non è detto che non cambi idea, sebbene abbia già fatto sapere di gradire più un trasferimento a titolo definitivo rispetto a un prestito, nel caso lo United dovesse ribadirgli di fare le valigie senza se e senza ma (ipotesi tra l’altro molto probabile). I rossoneri, però, non lo aspetteranno all’infinito. Anzi, Tare è rimasto nel Regno Unito per cercare di capire quanti margini ci siano per risolvere in fretta la situazione. Il ds albanese si è dato una settimana di tempo per chiudere l’affare. Altrimenti, il Milan comincerà a (ri)considerare altri profili.