Atletico fa le barricate e la tattica gli dà ragione per settanta minuti. Poi Guardiola fa i cambi giusti e da un guizzo di Foden nasce il gol del belga
Per 70 minuti sembrava che Simeone avesse trovato l’arma giusta per strappare uno 0-0 sul campo del City, un pari che avrebbe avuto il valore di una vittoria. Tutti dietro per salvare la porta e per la qualificazione si rimanda tutto alla sfida di ritorno a Madrid. Ma è bastata una crepa nel muro, sfruttata da De Bruyne, per far crollare il castello di illusioni di Simeone. Vince il City, anche se di misura, ma al ritorno l’Atletico non potrà limitarsi a difendere per ribaltare questo 0-1 e conquistare le semifinali.
Le filosofie di gioco di Guardiola e Simeone sono perfettamente riprodotte in campo, fin da subito. Come previsto. Il City ruba la palla quando l’arbitro fischia l’inizio e non la molla più, l’Atletico si accartoccia attorno alla propria area di rigore e da lì non si schioda neppure con le cannonate. Ne viene fuori una gara che per gli amanti del calcio spettacolo è un autentico tormento. Perché il muro eretto dagli spagnoli non fa passare uno spillo e così il Manchester si ritrova a pascolare a venti metri dalla porta senza riuscire mai a rendersi davvero pericoloso. Gli errori di Rodri (troppi) e, a un certo punto, perfino quelli di De Bruyne sono il sintomo del nervosismo crescente del City. A parte i dubbi per un contatto Koke-Silva al 13′, non ci sono brividi. Il possesso palla del City è attorno al 70%, ma alla fine del primo tempo è chiaro a tutti che non basterà comandare il match per vincere. I cultori del calcio “alla Simeone” gongolano invece per la parziale impresa dell’Atletico di non avere concesso nulla al Manchester.