Mbappé: “Pensavo sarei andato al Real… Resto al Psg, ora sono al centro del progetto”

Il francese ha detto ancora no al Real: “Sono certo che questo club è il posto migliore per vincere”. Al Khelaifi gongola: “E’ un gran giorno”

Il Psg riparte con una nuova stella. Ossia Kylian Mbappé, presentato oggi come un neo acquisto al Parco dei Principi, davanti ai tifosi e anche ad una platea di giornalisti internazionale. Tutti per mesi hanno seguito passo dopo passo la telenovela del mancato trasferimento al Real Madrid. Alla fine, infatti, l’ha spuntata il club dell’emiro del Qatar che l’ha convinto a restare, ma da fulcro di un nuovo progetto che riparte da zero, con un nuovo direttore sportivo e probabilmente un nuovo allenatore. Una vittoria per il presidente Nasser Al Khelaifi che si era opposto alla cessione estiva, nonostante l’offerta monstre di Florentino Perez, salito fino a 200 milioni.

“Oggi è un grande giorno per la storia del Psg e per i nostri tifosi ma anche per la Francia”. E anche qui sta il punto, come sottolinea l’attaccante spiegando di aver deciso di restare: “Perché sono francese e la Francia è il mio Paese. Dove voglio continuare a vivere, anche quando avrò finito la mia carriera”. Insomma, non è stata solo una questione sportiva: “Ma sono convinto che il Psg è il posto giusto per continuare a vincere”, ha comunque aggiunto il fuoriclasse.

Resta il fatto di aver cambiato idea, all’ultimo: “Ho deciso solo la settimana scorsa – ha raccontato Mbappé – e non l’ho neppure annunciato ai miei compagni che l’hanno scoperto solo alla tv. L’idea era di fare una sorpresa a tutti. Ma è chiaro che la scorsa estate ero convinto che la scelta migliore per me era quella di andare via. Poi in un anno le cose cambiano. Anche il progetto del Psg è cambiato, e la mia storia a Parigi non è ancora finita”. Mbappé ormai è al centro del progetto: “La responsabilità non mi fa paura e neanche la pressione che la vivo da quando sono adolescente. Ma non è vero quello che dicono che decido tutto io. Io rimango un giocatore, magari mi piace parlare di calcio perché è la mia passione, e ogni giocatore può avere uno status più o meno importante. Ma non andrò mai oltre il mio ruolo”: