Uno dei nuovi sta provando a emergere. Si è staccato dal gruppetto e punta a farsi notare. Si chiama Malick Thiaw, gioca in difesa e fin qui se l’è cavata bene. Tre presenze in Serie A, solo una da titolare, ma tutte positive. Contro il Verona ha cambiato il suo destino con un paio di “stoppate”. Il tedesco si è immolato su alcune conclusioni salvando il risultato. Lì Pioli l’ha elogiato, tant’è che alla prima occasione utile gli ha regalato l’esordio dal 1’ contro la Cremonese. Un’ora da 6,5. Oggi, contro la Fiorentina, Thiaw potrebbe anche partire di nuovo dall’inizio, a dimostrazione che dal gruppetto del mercato qualcosa si può pescare.
Il suo percorso ricorda quello di Kalulu. Il francese, preso dal Lione nell’indifferenza generale, è diventato affidabile con il tempo. Qualche giorno fa ha rinnovato fino al 2027. Thiaw può prendere spunto. Prima di debuttare contro il Verona è stato in panchina per cinque partite di fila, escluso dalla lista Champions e mai impiegato. Pioli l’ha buttato nella mischia al Bentegodi e lui ha giocato con gli occhi della tigre. “Questo ragazzo ha personalità”, avrà pensato il mister. Uno che di solito dà fiducia ai giovani e li aspetta: vedi Leao, Saelemaekers, Tonali, Kalulu. Nonostante le sole tre partite, quindi, il giudizio su Thiaw è positivo. De Ketelaere deve ancora ambientarsi, Dest ha giocato poco e male, Vranckx è sceso in campo solo mezz’ora in tre partite, mentre Origi – nonostante il gol al Monza – è ancora in ombra. L’ultimo è Yacine Adli, protagonista di un bel precampionato mai quasi mai impiegato da Pioli. Dovrebbe andar via a gennaio.