In Portogallo scaricano Ronaldo: i tifosi lo vogliono in panchina

Il 70% chiede che Cristiano non sia titolare con la Svizzera. Le statistiche confermano: è disconnesso dal resto della squadra.

Cristiano è la star del Portogallo, il capitano, il top scorer con 118 reti, quello con più presenze (194). In Qatar ha segnato alla prima contro il Ghana, poi ha giocato 82’ contro l’Uruguay e circa un’ora con la Corea del Sud, ma senza brillare. Nell’ultimo match, inoltre, pare che abbia persino insultato Fernando Santos, reo – secondo il labiale del portoghese – di averlo sostituito ancora una volta: “Non vedi l’ora di togliermi, eh? Vaff…”. Proprio così. Il clima attorno a CR7, tuttora svincolato, non è sereno. Il tutto alla vigilia degli ottavi contro la Svizzera. Ronaldo, 38 anni a febbraio, è all’ultimo Mondiale in carriera. Il miglior risultato resta il quarto posto nel 2006. Nel 2010 è uscito agli ottavi, nel 2014 ai gironi e nel 2018 di nuovo agli ottavi, dopo aver vinto Euro 2016.

C’è di più. “A Bola” ha raccolto anche alcuni dati relativi alle prime tre partite di CR7. Nonostante il Portogallo abbia concluso i gironi con statistiche positive – quinto miglior attacco, quarto miglior possesso palla, quinta nazionale con più dribbling e settima per tiri in porta -, i numeri di Ronaldo sono tutt’altro cosa. Un gol su rigore, nessun assist, un paio di cross andati a segno, solo il 50% di dribbling riusciti e una media di appena il 55% riguardo le azioni portate a termine. L’ultimo dato riguarda lo 0,66% di tiri in porta a partita. Lui che è sempre stato nel vivo dell’azione, da Manchester a Torino. CR7 sembra disconnesso dal resto delle squadra, trascinata fin qui da un gran Bruno Fernandes, autore di due reti. Ronaldo sta vivendo un momento particolare ed è all’ultimo Mondiale. Nel 2026 avrà 42 anni. Nel 2024, in occasione di Euro 2024 in Germania, 40. Nella storia del calcio portoghese nessuno come lui, ma ora i dati fotografano tutt’altro.

Spogliatoio spaccato, Bierhoff e Flick imputati

Rabbia, delusione, incredulità. Così si risveglia la Germania dopo l’eliminazione, la seconda di fila, nella fase a gironi dei Mondiali. Era successo nel 2018, è capitato ancora nel 2022. Il tutto dopo aver vinto il torneo nel 2014. Una storia che ricorda molto da vicino quella dell’Italia, campione nel 2006, poi eliminata al primo turno sia nel 2010 che nel 2014.

Eppure in Germania non c’è tanto preoccupazione per il futuro, più che altro c’è incomprensione del presente. Perché quei giocatori che con il Bayern Monaco in Champions League fanno bene, in nazionale faticano. Neuer, Kimmich, Goretzka, Müller, Sané, Gnabry, Musiala. La Bild è durissima: “La data 1 dicembre 2022 è quella che rappresenta la fine di una grande nazione calcistica. Quattro volte campioni del mondo, tre volte campioni d’Europa. Ma tutto questo non c’è più. E ne sono responsabili federazione, tecnico e giocatori. Bierhoff ha fallito il compito di riportare la Germania ai vertici. Fra Mondiali ed Europei è il terzo torneo di fila che falliamo miseramente”. Anche Müller ha precisato che “solo teoricamente avevamo la qualificazione in mano, perché se avessimo vinto 8-0 saremmo passati al 100%, ma anche quando si è in forma vincere con quello scarto non è semplice. C’era quindi la sensazione che il passaggio del turno dipendesse da noi, in realtà la partita fra Spagna e Giappone era decisiva in caso di vittoria degli asiatici”. Rüdiger ha provato a spostare l’attenzione dalla partita della Spagna: “Dobbiamo pensare a noi, pesa la sconfitta col Giappone. Anche in una partita da dentro o fuori come con la Costa Rica abbiamo incassato due gol. Difensivamente non abbiamo fatto bene, non funzioniamo. Avere talento non basta, spero che ora sia chiaro. Bisogna essere sporchi, avere fame”. Anche Kimmich fa autocritica: “Non si può sempre parlare di sfortuna, negli ultimi anni abbiamo sprecato tante occasioni. E secondo me oggi avremmo potuto vincere 8-0”.

Le stelle restano in Qatar

Dopo Neymar, Mbappé, Kane e CR7, avanti anche Messi e Lewa. A rischiare, invece, i big di Belgio e Croazia: De Bruyne/Lukaku e Modric /Brozovic, una di queste coppie potrebbe non approdare agli ottavi.

Le stelle non staranno a guardare. Almeno negli ottavi. Se i vari Haaland, Salah, Osihmen, Skriniar, Alaba, Donnarumma, Verratti e Calhanoglu non hanno conquistato il pass d’accesso a Qatar 2022, i grandi giocatori che con le loro nazionali si sono presentati ai nastri di partenza del Mondiale non hanno “steccato” e proseguiranno la loro corsa. Almeno fino alla prima tappa della fase ad eliminazione. Neymar (pur giocando solo la prima gara), Mbappé, Kane e Cristiano Ronaldo, avevano di fatto risolto la pratica dopo le prime due giornate, mentre hanno dovuto attendere il terzo match del loro gruppo Messi e Lewandowski. Il rischio di perdere il polacco, complice l’atteggiamento rinunciatario della sua formazione ieri contro l’Argentina, è stato concreto, ma alla fine il bomber del Barcellona proseguirà il suo cammino e sfiderà Mbappé e compagni negli ottavi. Dove tutti gli appassionati sperano di vedere Neymar che sta provando a recuperare dopo l’infortunio subito contro la Serbia.

Lo spettacolo che solo i big assicurano, dunque, è garantito almeno fino agli ottavi dove inevitabilmente qualcuno dovrà interrompere la corsa. Messi, vincendo il suo girone, ha schivato il faccia a faccia agli ottavi contro la Francia. Non poco. Sarebbe stata una finale anticipata che preferiamo vedere più avanti. In compenso però oggi qualcuno rischia di andare a casa in anticipo: nel girone F ci sarà il faccia a faccia tra Croazia e Belgio e difficilmente potranno andare avanti entrambe visto che il Marocco, in classifica a pari dei croati e a +1 sui belgi, sfida il Canada ultimo con 0 punti. Tradotto Modric e Brozovic oppure Lukaku e De Bruyne vedranno concludersi il loro Mondiale. E domani invece tocca a Spagna e Germania: a Luis Enrique basta un punto contro il Giappone per continuare a mostrare al mondo intero i baby prodigi Gavi e Pedri, mentre la Germania deve battere la Costa Rica e… sperare.

Cristiano Ronaldo, l’Al-Nassr offre 200 milioni all’anno: le news di calciomercato

Il club dell’Arabia Saudita si fa avanti concretamente per il portoghese, offrendo due anni e mezzo di contratto a 200 milioni di euro a stagione. Ronaldo ci pensa, anche se al momento è l’unica offerta concreta arrivata. Ma potrebbe esserci un problema

Dal Qatar all’Arabia Saudita, il futuro di Cristiano Ronaldo potrebbe non essere molto lontano. Sia fisicamente, sia temporalmente. A tentare il portoghese starebbe con un’offerta faraonica sarebbe infatti l’Al Nassr, squadra di Ryad, capitale dell’Arabia Saudita, allenata dall’ex romanista Rudi Garcia e tra le cui file milita anche Ospina, l’ex portiere del Napoli. 200 milioni di euro a stagione (gran parte dei quali rappresentati dagli introiti commerciali) per due anni e mezzo, le carte messe sul tavolo dagli arabi per provare a convincere CR7 che, dopo la risoluzione del proprio contratto con lo United poco prima del Mondiale, è in cerca di una nuova, ma non facile, sistemazione. 

Ronaldo all’All-Nassr, ancora nessuna decisione.L’offerta, dunque, c’è. Ma la risposta ancora decisamente no, contrariamente a quanto sta circolando in questa ore soprattutto dalla Spagna. Ronaldo certamente valuterà la proposta, ma si prenderà il tempo per decidere e valutare soprattutto i delicati aspetti legati ai diritti di immagine. In ogni caso, al momento quella dell’Al Nassr è l’unica offerta pervenuta al portoghese dopo la decisione di separarsi dallo United, e la strada di un campionato meno competitivo rispetto ai principali europei ma molto allettante economicamente sembra quella più probabile a questo punto per il suo futuro. Un’altra ipotesi, già paventata, è quella della Mls, ma anche su quel fronte, per il momento, tante parole ma nessuna offerta concreta. Per questo alla fine l’Al-Nassr e l’Arabia Saudita potrebbero sul serio rappresentare il prossimo step della sua infinita carriera, sempre a caccia di numeri da record. Ma prima c’è un altro sogno da realizzare: vincere l’unica cosa che gli manca, il Mondiale col suo Portogallo.