Tra la fermezza del Psg e l’offerta monstre dell’Al Hilal, i Blancos aspettano. E nonostante le difficoltà economiche, non mollano la presa
Il Psg spinge verso l’uscita, l’Al Hilal tira per l’entrata. Entrambi con forza. I parigini con anima qatariota trascinati dall’indignazione per quello che sentono come un tradimento, un inganno. I sauditi animati dalla bramosa voglia di dimostrare al mondo che la Saudi Pro League è un competitor vero, forte, inarrestabile per il calcio mondiale.
L’oggetto del contendere, Kylian Mbappé. Che è uno dei migliori calciatori del mondo e che di fatto oggi è fuori squadra, lasciato a a casa dalla squadra che lo copre con decine di milioni di euro tra ingaggio e premi vari e che l’ha lasciato a casa dalla tournée giapponese. Come un esubero qualsiasi.
Il triangolo che circonda il nazionale francese ha un terzo lato. Il Real Madrid. La squadra è in America, Florentino Pérez a casa. Domenica è andato a votare, e in generale continua la sua vita di businessman di altissimo livello e di presidente del Real Madrid. Tranquillo. Impassibile. Attendista.
Un anno fa Pérez è stato a sua volta tradito dall’ondivago Mbappé. Tutto era pronto per l’ennesimo colpo galactico. Centottanta milioni al Psg, una vagonata al calciatore. Che però ha cambiato idea all’ultimo secondo, spinto da pressioni politiche presidenziali. La Patria, la bandiera, le Olimpiadi, la Ragion di Stato frustrarono il trasferimento al Bernabeu.
Pérez ci rimase malissimo, ma Al Khelaifi ottenne una vittoria di Pirro: Mbappé coperto di soldi per un biennale assai scivoloso, con opzione per un terzo anno unilaterale a favore del giocatore, che non l’ha esercitata riaprendo le danze dello svincolo. E facendo tornare il sorriso sul volto di Florentino. Che aspetta.
Aspetta che qualcuno lo chiami per dire che si può fare, che si può chiudere. Ora o tra un anno. Per Pérez la situazione non potrebbe essere migliore: se Mbappé sceglierà la Saudi Pro League si suiciderà sportivamente. Se rinnoverà col Psg per Florentino sarà la conferma che di quel ragazzo pieno di talento ma dai pensieri fluttuanti non si può fidare. Se Kylian resterà sulla sua posizione sarà accolto a braccia aperte tra un anno, da svincolato.