Juve, un Vlahovic così non si vende: un gol al Real, alla pubalgia e allo scambio con Lukaku

Il serbo segna, esulta e manda un messaggio ai bianconeri, che però avanzano nella trattativa con il Chelsea.

Toglietemi tutto, ma non Dusan Vlahovic. Chissà quanti tifosi bianconeri l’avranno pensato anche mercoledì notte vedendo il bomber serbo segnare nell’amichevole contro il Real Madrid.

Un lampo, il primo dell’estate, che fa aumentare i dubbi sul possibile scambio con Romelu Lukaku. Dopo tante parole, quello che non certifica la carta d’’identità – 23 anni Vlahovic, 30 Lukaku – per una volta lo ha raccontato il campo. Nei giorni in cui Big Rom, separato in casa a Stamford Bridge dopo la rottura con il Chelsea e il rientro dal prestito all’Inter, si allena da solo, DV9 impallina il Real Madrid di Carlo Ancelotti alla prima occasione. Un timbro che di sicuro allontana la sofferenza patita da Dusan in quest’inizio di precampionato a causa dei postumi della pubalgia. Una telefonata allunga la vita, recitava un famoso spot pubblicitario del passato. Ma a volte anche un gol può modificare il futuro di un giocatore. E Vlahovic, a giudicare dall’esultanza, magari in cuor suo ci spera.

Dusan contro il Real Madrid ha giocato meno di venti minuti. È entrato quando i galattici stavano ancora spingendo alla disperata ricerca del pareggio e si è fatto trovare pronto sul secondo palo, mettendo al sicuro il risultato nei minuti di recupero: il cross di Soulé era troppo invitante per non approfittarne e il fiuto dell’attaccante non lo ha tradito. Ha esultato parecchio, indicando il nome scritto sulla maglia. A vederlo dalla tribuna quel gesto aveva i contorni di un messaggio d’amore per una Signora da cui non vorrebbe separarsi. DV9 ha festeggiato come Paulo Dybala nel 2019, nei giorni in cui il suo rifiuto al trasferimento al Manchester United fece saltare lo sbarco a Torino di Lukaku, allora in rotta con i Red Devils e promesso sposo dell’Inter di Antonio Conte. Ma la rete non è stata l’unica cosa buona della sua partita. Di sicuro non sembrava frenato dai guai fisici: scatti e palloni recuperati, i 15 giorni di lavoro personalizzato non gli hanno tolto né la voglia né la condizione.