Mbappé: “Non mi aspetto una grande accoglienza al Parco dei Principi, ma conta solo vincere”

Il neo giocatore del Real Madrid alla vigilia della gara contro l’Italia in Nations League nella sua vecchia casa

“Nella mia vita ora ci sono solo cose positive, gioco nella squadra in cui avrei sempre voluto giocare e va bene così. Al Real posso giocare in tutti i posti davanti, ma mi devo adattare anche ai compagni, ma non ci sono problemi perché gioco dove mi dice l’allenatore”: così l’attaccante della Francia Kylian Mbappè nel corso della conferenza stampa alla vigilia della partita di Nations League contro l’Italia, a proposito dei suoi primi mesi a Madrid. “Io sto bene, fisicamente e mentalmente. Sono felice al Real e so che le cose andranno sempre meglio con il passare delle partite”, ha aggiunto per poi proseguire: “Il naso non è più rotto e ora le cose vanno meglio degli Europei. È qualcosa di speciale tornare al Parco dei Principi, è lo stadio che conosco meglio e ho tanti grandi ricordi con la mia famiglia e tutti i compagni del Psg. Non mi aspetto tanto come accoglienza, la cosa che conta è vincere e iniziare bene”. 

Inter, Lautaro tra i giganti: è nella lista del Pallone d’oro

Il Toro è ormai stabilmente nel gotha europeo: oggi sarà nella top 30 del massimo riconoscimento individuale, ma potrebbe rientrare nella top 5. C’è anche Calhanoglu

È del colore dell’oro la stella che porta sul petto, ma è tutto d’oro anche il Pallone che finalmente guarda da vicino. Questo nuovo Lautaro dorato, prezioso come il più nobile dei metalli, ha finalmente fatto l’ultimo passo nella scala evolutiva degli attaccanti. È il posto aggiunto a tavola per il Toro, orgoglio interista e trascinatore pure in patria. Il capitano nerazzurro sta vicino ai “colleghi” Vinicius e Haaland e la conferma arriverà il 28 ottobre, tra i lustrini e le paillettes del Théâtre du Châtelet: sulle rive della Senna la cerimonia patinata per il Pallone d’oro 2024, in cui molti occhi si poseranno su di lui. Intanto, oggi l’argentino sarà uno dei 30 finalisti nella lista allargata, minimo sindacale per chi ha dominato la stagione, non in un mondo, ma in due.

Del resto, clamorosa è stata l’ultima stagione da cannibale in nerazzurro con la coda latina in albiceleste: la doppia vittoria in campionato e in coppa America è arrivata con annesso doppio titolo da capocannoniere (24 centri in A, 5 nel trofeo in Usa). Eccola, dunque, la chiave di questa crescita impetuosa, con cui ha buttato giù vecchi steccati e pregiudizi e fatto impazzire di felicità metà Milano: il gol, una ragione di vita, l’ossessione da inseguire e spostare sempre un po’ più in là, come l’utopia. Nella teatralità lo aiuta pure quel volto corrucciato da cacciatore della Pampa. Pensare a dove sarebbe se non fosse franato in Champions contro l’Atletico è solo una concessione al rimpianto: il rigore sparato sulla Luna al Metropolitano gli ha forse impedito di puntare davvero alla successione a Messi, compagno in nazionale e ultimo Pallone d’oro.

Ok, il colpo è giusto. Da Lukaku a Gosens, i nuovi che hanno fatto subito boom

L’esterno della Fiorentina e Big Rom subito in gol, Retegui si è presentato come meglio non poteva, e poi Pavlovic, Coco & co: come corrono i neo arrivati.

Altro che “ci vuole tempo per adattarsi”. Altro che “bisogna aspettarlo perché è appena arrivato e si deve inserire nel gruppo”. Le frasi spesso usate per giustificare un inizio di stagione non troppo brillante dei nuovi acquisti a volte vengono smentite. Il cambio di maglia può essere faticoso, sofferto, difficile, per vari mativi. Ma c’è anche chi non ne risente per niente. Anzi, scatta come il miglior centometrista. Come Robin Gosens. Venerdì mattina era ancora ben all’interno dell’Union Berlino, con il gruppo che la sera era poi impegnato in Bundesliga contro il St Pauli. Poi nel pomeriggio la chiamata dall’Italia e via, destinazione Firenze. L’esterno tedesco è stato subito messo in campo nella partita contro il Monza e Gosens ha salvato i suoi con un gol al 97’ che ha scacciato parte dei fantasmi che affliggono la Viola di questo periodo.

Più o meno la stessa cosa è successa a Romelu Lukaku. A cui sono bastate poco più di 48 ore per fare impazzire una città. Già quando il belga si è alzato dalla panchina, al Maradona l’atmosfera è cominciata a farsi elettrizzante. E una partita che sembrava stregata, impossibile da raddrizzare, si è trasformata in un ribaltone che al Napoli farà molto bene in vista di questa sosta. Del resto, Remelu è un “animale da debutto”. Quasi sempre si presenta come meglio non si può: segnando. Ci era riuscito giovanissimo ai tempi dell’Anderlecht e poi via anche al West Bromwich, all’Everton, al Manchester United, all’Inter (dove aveva conosciuto Antonio Conte) e tre giorni fa a Napoli “Gol al debutto? Sempre bello, ma ormai sono abituato” la battuta a caldo dell’attaccante, pagato dal Napoli 30 milioni. 

Svolta Osimhen: il bomber del Napoli verso il Galatasaray. I dettagli

L’attaccante nigeriano sta per andare in prestito al club di Istanbul, dove si è infortunato Icardi

Altro colpo di scena nella vicenda Victor Osimhen. L’attaccante del Napoli è a un passo dal Galatasaray. La formula è quella del prestito secco e il club del Bosforo si accollerebbe tutto l’ingaggio. L’accelerata è arrivata dopo l’infortunio a Mauro Icardi, che potrebbe rimanere fuori un mese, forse anche di più: così il “Gala” è corso ai ripari puntando forte sul nigeriano. L’operazione è molto ben avviata e c’è tempo fino al 13 settembre per chiuderla. Osimhen non rientrava più nel progetto Conte ed era stato messo fuori rosa dal club azzurro.

Victor Osimhen può così mettersi alle spalle un’estate molto complicata. Forte di un contratto col Napoli da oltre 10 milioni a stagione fino al 2026, l’attaccante ha ritenuto comunque chiusa la sua parentesi partenopea, ma di certo non si aspettava un mercato estivo così complicato. In primis si era fatto sotto il Psg salvo poi considerare il costo dell’operazione esagerato. Negli ultimi giorni di trattative è stata la volta del Chelsea che ha trovato l’accordo col Napoli ma non col giocatore. Allora ecco la pista araba con Al-Alhi che aveva invece l’accordo con Victor grazie a un’offerta monstre, ma non col club di De Laurentiis (ballavano 5 milioni e il Napoli non ha fatto sconti). Morale: Osimhen si è ritrovato fuori dal progetto Conte che ha preso Lukaku, così il club lo ha messo fuori squadra con la prospettiva di muoverlo solo a gennaio. Fino al blitz del Galatasaray. Che ha ribaltato tutto.

Leao e Theo, ora che succede? Il Milan per la linea morbida: non saranno multati

Le due stelle dopo il caso cooling break andranno in nazionale. Quando torneranno, ci saranno Venezia, Liverpool e derby in otto giorni. Cardinale testimone diretto: ha visto la scena dalla tribuna. E torna in mente quell’incontro Fonseca-Rafa in estate

Break dopo break, come se si giocasse a tennis. Theo Hernandez e Rafa Leao non saranno multati dal Milan per il caso del cooling break di ieri sera e l’altra pausa, quella per le nazionali, a questo punto è provvidenziale: lei sì, servirà a raffreddare gli animi e forse riporterà un po’ di quiete. Per il Milan, meglio staccare: se all’orizzonte ci fosse stata la partita col Venezia – o peggio, il derby con l’Inter – la settimana sarebbe stata delicatissima. Meglio pensarci tra 10 giorni, quando la Lazio sarà un ricordo.

Theo e Leao ovviamente sono stati convocati dalle loro nazionali. La Francia giocherà a Parigi e Lione con Italia e Belgio, il Portogallo a Lisbona con Croazia e Scozia. Niente viaggi, solo Nations League in casa. Theo e Leao staccheranno, racconteranno ai compagni che cosa sta succedendo al Milan e torneranno tra due settimane a Milanello. Fonseca dovrà decidere se mandarli in campo dall’inizio con il Venezia e ovviamente è impossibile dire ora chi giocherà. La logica però dice che sì, ci saranno.