Dalla fascia alle panchine: l’altalena Gatti nella gestione Motta. Che non fa sconti a nessuno

Leader era e tale è rimasto ma mentre i tifosi lo reclamano, Thiago inevitabilmente lo gestisce in una Juve in cui chiunque può accomodarsi in panchina

A Thiago Motta piace chi non vive bene le esclusioni. Non c’è niente di meglio che vedere o anche soltanto percepire quella sana insofferenza di chi sa che può dare tanto e non riesce proprio a stare seduto in panchina. La voglia, lo spirito, la fame fanno la differenza, sempre. Anche quando (e se) queste si vanno a scontrare con una gestione che non fa sconti a nessuno. Nello strattone di San Siro di Thiago Motta a Federico Gatti al momento del suo ingresso in campo, dopo 77 minuti di partita da spettatore, probabilmente è racchiuso tutto questo.

Il difensore di Rivoli ha preso il posto di Danilo quando la Juventus contro l’Inter era sotto 4-3 e la doppietta di Yildiz era un’opera a metà. L’allenatore l’ha caricato a bordo campo, l’ha richiamato a sé per assicurarsi che lo stesse ascoltando e i tifosi hanno tirato un sospiro di sollievo pensando a un Danilo avviato verso la panchina. E alla domanda dei più ha dato voce Zvonimir Boban dagli studi Sky nel post: “Perché titolare il brasiliano e non Gatti?”. “Danilo per impostazione di gioco lo vedo un po’ meglio di Federico in questo momento”, la risposta di Motta che conferma tre certezze di questa fase di campionato: nel cuore della difesa l’intoccabile è Kalulu, il ballottaggio è Danilo-Gatti, chiunque può accomodarsi in panchina. 

Chissà tra qualche anno Gatti come ripenserà a questa seconda metà di 2024 che gli ha regalato anche la paternità. Camilla è nata il 26 settembre, a cavallo tra la partita col Napoli e la trasferta di Genova, le uniche sue due panchine in campionato fin qui. Prima, per cinque partite consecutive, ha indossato la fascia al braccio che “è stato il coronamento di un sogno”, dalla prima giornata di A alla prima di Champions compresa. Poi di nuovo capitano contro il Cagliari. L’ultima volta, finora. Ma con l’allenatore bianconero, si sa, la fascia è senza padrone e continua (e continuerà) ad avvolgere braccia diverse.