Nella serata di festa dopo il successo sulla Roma, il tecnico rossonero è stato rigido sul suo numero 10. Ecco cosa vuole da lui, e tutti gli scenari
Nel Milan che ieri sera ha cambiato di colpo tutte le prospettive – approccio, velocità di gioco, incremento tecnico, soluzioni offensive, scioltezza d’animo, soluzioni da una panchina che fino a pochi giorni fa era cortissima -, c’è purtroppo un bug che si ripresenta ciclicamente a cui nessuno fino a questo momento – né i dirigenti, né gli allenatori – sono riusciti a porre rimedio.
Si sa, Sergio è un allenatore che pretende molto dai suoi giocatori e anche lui, come tutti coloro che l’hanno preceduto, sta cercando di trovare – sempre se esiste – la formula migliore per spremere il meglio dal suo connazionale. Ma queste parole spiccano proprio perché sono state pronunciate – evidentemente in modo non casuale – al termine di una partita che avrebbe concesso senza problemi brindisi, sorrisi e pensieri sereni su tutto e tutti. Se Conceiçao ha detto certe cose è perché, con tutta ovvietà, l’ingresso di Rafa non gli è piaciuto. All’atto pratico, non è che Leao abbia combinato disastri. Magari era lecito attendersi qualcosina in più dal momento che è entrato negli ultimi venti minuti, ma è anche vero che la panchina era causata dalle condizioni fisiche non perfette.
Conceiçao, però, accende nuovamente il faro sul suo connazionale all’interno di una stagione complessa dove Rafa – come sempre – ha alternato partite eccezionali ad altre ciondolanti. Leao prima se l’è vista con Fonseca, arrivato al punto da metterlo alla gogna pubblica pur di pungolarlo.
L’allenatore punta l’occhio di bue soprattutto su un concetto: Rafa deve uscire dalla comfort zone. E’ questo il motivo per cui gli allenatori lo punzecchiano ed è questo il motivo per cui provano anche a cucirgli vestiti tattici diversi rispetto al passato. Per esempio accentrandolo, oppure piazzandolo seconda punta e, perché no, pure falso nove. Di base il tentativo è quello di avvicinarlo di più alla porta, in modo da mettergli potenzialmente nelle gambe un numero di gol maggiore. Beh, diciamo che Rafa dovrebbe prendere spunto dal connazionale che ieri sera si è preso la scena con la Roma, chiudendo il match. Perché esistono anche gli inserimenti senza palla, e non solo le sgasate, per esempio.