Dopo l’acquisto del francese, a centrocampo aumenta l’abbondanza: tattica, moduli, momenti e avversari, i piani del nuovo tecnico
Cristian Chivu si travestirà da Alberto Sordi? Presto per dirlo, ma al momento di traffico in mezzo al centrocampo dell’Inter ce n’è parecchio. E allora è probabile che il nuovo tecnico nerazzurro vestirà davvero i panni de “Il Vigile”. Perché se il disegno del nuovo allenatore porterà realmente ad una riduzione del centrocampo da 5 a 4 interpreti, con il contestuale passaggio dal 3-5-2 al 3-4-1-2 (o 3-4-2-1), diminuisce lo spazio e aumenta la concorrenza. Tutto secondo i piani: per realizzare il cambio di modulo, Chivu e la società avevano scelto di investire su un centrocampista di muscoli per permettere l’inserimento di un trequartista-attaccante in più a supporto della ThuLa. Ed eccolo qui, Andy Diouf, il centrale tutto muscoli e qualità che sbarcherà a Milano per 20 milioni più 5 di bonus e firmerà un contratto valido fino al 2030. Che, di fatto, ridisegna la linea mediana nerazzurra.
Il progetto, come detto, è chiaro: irrobustire il centrocampo per aumentare la qualità offensiva. Ma oggi nel mezzo l’Inter conta ben 7 centrocampisti per quei due posti nel 3-4-1-2: Calhanoglu, Barella, Mkhitaryan, Frattesi, Zielinski, Sucic e – appunto – Diouf. Dalla lista per la diga di mezzo, probabilmente, in un prossimo futuro si potrà depennare il nome di Frattesi, che Chivu stima molto e vede bene proprio a ridosso delle punte nel ruolo di trequartista, anche per sfruttarne le spiccate qualità di inserimento. La coppia che garantirebbe più equilibrio, in un mix tra sostanza e qualità, porta a pensare ai nomi di Barella e Diouf. Ma chiaramente non è escluso che Chivu ricorra pure al 3-5-2, a seconda di momenti e avversari. Altrettanto chiaro è che l’ingresso in pianta stabile di Diouf tra gli undici titolari non sarà magari immediato anche a causa di questioni di ambientamento. Quindi, le soluzioni che porta il centrocampista francese sono tante e svariate. Per la gioia di Chivu, che può definitivamente completare il passaggio al nuovo modulo, senza però disdegnare il recente passato nerazzurro che ha accompagnato l’Inter a vari trofei e un paio di finali di Champions League.