A destra occhio all’ex interista Hakimi. Olivier-Kolo Muani, duello per la Francia
Da un capotavola all’altro, Donnarumma e Maignan si guarderanno e un po’ si specchieranno. Gigio è cresciuto a pane e Milan, e con il Milan ha cominciato a parare da bambino prodigio: era un 25 ottobre, come quest’oggi, ma di 8 anni fa. Donnarumma, non ancora 17enne, debuttava in Serie A col Sassuolo e non sarebbe più uscito: 251 partite in rossonero, una Supercoppa Italiana, un rinnovo che definire sofferto è un eufemismo, il ritorno in Champions con Pioli in panchina. Poi l’addio annunciato e il trasloco a Parigi, mentre dalla Francia a Milanello sbarcava Maignan, campione incompreso al Psg: Mike, come Adli, si è fatto le ossa nel vivaio dei parigini – dove ricordano ancora un botta e risposta in allenamento con Ibra – ma ha giocato e vinto altrove.
A Lilla, e soprattutto al Milan: in pochi mesi si è scrollato di dosso l’ombra di Donnarumma e ha conquistato tutti. «Sfidare il Psg in Champions, con la famiglia in tribuna, sarà speciale», ha detto. «Al Milan ho dato tutto me stesso, fino all’ultima partita, e dispiace per i tifosi – le parole di Gigio – Le emozioni saranno tante ma non posso farmi travolgere». Stasera giocherà in casa, i tifosi saranno dalla sua parte, dopo i fischi ricevuti a San Siro in Nazionale: come prima volta assoluta da avversario, è un vantaggio non indifferente.
A lume di Torre Eiffel, nella città che più romantica di così non si può, non mancherà nessuno: non poteva essere altrimenti, quando il destino ci si mette fa le cose per bene. L’urna di Champions, qualche mese fa, li ha convocati tutti per questa sera al Parco dei Principi: cena di gala, ognuno con la sua maglia addosso e, sotto, un pezzo di storia che si intreccia all’altra. Se pensate che sia solo una partita di pallone, siete fuori strada.