Quattro debuttanti in campo, ma la decide il solito Lewandowski: il Barça passa 2-1 a Valencia

Flick con tantissimi infortunati si affida alla cantera, ma è la doppietta del polacco a decidere l’incontro

Quattro debuttanti in campo, uno in panchina, 3 minorenni titolari nel Barcellona e uno entrato nella ripresa nel Valencia, doppietta di Lewandowski e 2-1 del Barça a Mestalla. Il 59enne Hansi Flick inizia con una vittoria il suo cammino in Liga grazie alle reti del 35enne polacco in una serata piena di gioventù. Per il Barça un successo in rimonta sofferto e prezioso viste le assenze, i dubbi e la difficoltà di giocare in un Mestalla sold out (46.673 spettatori). Oggi in campo il Madrid a Maiorca, domani l’Atletico a Vila-real.

Flick era senza mezza squadra: infortunati De Jong, Gavi, Araujo e Ansu Fati, Fermin Lopez in vacanza post Olimpiadi, Dani Olmo non tesserato per questioni economiche, improvviso problema fisico anche per Gundogan, non convocato. E allora spazio alla cantera: i 17enne abituali, Lamine Yamal e Pau Cubarsì, con l’aggiunta di un terzo 2007, Marc Bernal, schierato per la sua prima in Liga a centrocampo con Marc Casadó, veterano rispetto ai compagni con i suoi 20 anni. I due si sono sistemati nel doble pivote dietro a Lamine, Raphinha e Ferran Torres, con Lewandowski 9 puro. Nel Valencia Mamardashvili, il miracoloso portiere georgiano dato in sicura partenza tanto che il Valencia ha da tempo comprato il sostituto, il macedone Dimitrievski, ancora li tra i pali. Per Baraja difesa giovanissima: Thierry (25 anni), Mosquera (20), Yarek (19) e Jesús Vázquez (21).

Barcellona in costante difficoltà e fiammata nel finale della prima parte: al 44’ gol di testa di Hugo Duro su cross dell’ottimo Diego Lopez e dormita di Iñigo Martinez, il guardalinee alza la bandierina, dalla sala Vor gliela abbassano. In un’area Yarek salva sulla linea una conclusione di Casadó servito da Balde, nell’altra Cubarsì fa miracolosamente lo stesso su Hugo Duro dopo un errore di Ter Stegen. E al quinto di recupero il pareggio di Lewandoswki, tap-in in scivolata su cross dalla destra di Lamine Yamal, premio immeritato per i catalani.

Milan, cos’è andato e cosa no contro il Barça: Leao ha già il turbo, scintilla Pulisic

Thiaw e Tomori hanno sofferto, Loftus mediano non è… in paradiso. Torriani vive una favola

Zlatan Ibrahimovic mezz’ora dopo la fine di Milan-Barcellona ha portato tutta la squadra e buona parte del gruppo-Milan – in totale, 90 persone – in una stanza del M&T Bank Stadium di Baltimora. Poi ha chiuso la porta. All’interno hanno parlato lui, Paulo Fonseca e Davide Calabria, il capitano. Le parole precise restano private, ma il senso era chiaro: grazie a tutti (giocatori e soprattutto staff, dipendenti Milan a vario titolo) per il lavoro in queste due settimane, stiamo lavorando nella giusta direzione. Gli applausi sentiti dall’esterno confermano.

Il Milan torna in Italia con il sorriso in faccia. L’estate è estate, vale quel che vale, ma la tournée onestamente non poteva andare meglio. Anche Flick lo ha detto alla fine: “Li abbiamo messi in difficoltà nel secondo tempo ma il Milan mi è piaciuto. È rapido davanti e sa usare gli spazi”. Ecco, rapido davanti. Rafa Leao merita le prime parole perché per alcuni flash è sembrato quello vero. Un po’ sono le doti naturali, un po’ il lavoro fatto con i suoi preparatori prima di arrivare negli Stati Uniti, ma quando accelera fa già male come nei giorni buoni. La buona notizia è che, anche nel sistema di Fonseca, meno legato alle transizioni, Rafa riceve nella sua posizione preferita e può attaccare come sa.

Il Milan vola in America: tutti i segreti della tournée rossonera. E la lista dei convocati

Il Diavolo torna oltreoceano per i tre impegni estivi del Soccer Champions Tour 2024, contro City, Real e Barcellona. Un’occasione per confrontarsi con le big d’Europa, ma non solo

Manchester City, Real Madrid e Barcellona. Eurotris oltreoceano, avversari di lusso per capire qualcosa in più del nuovo Milan di Fonseca. Poche ore fa, intorno alle 16, il Diavolo è partito da Malpensa per la tournée negli Stati Uniti. Sempre più un’abitudine per i rossoneri d’America.

I test contro le big d’Europa rientrano nel Soccer Champions Tour 2024 e saranno intanto un’occasione per i primi test. Match di cartello, da cui ricavare indicazioni dopo tre settimane di lavoro a Milanello e la prima amichevole giocata (e pareggiata 1-1) contro il Rapid Vienna. Fonseca, fin qui, ha giudicato il percorso in maniera positiva: “Soddisfatto di questa prima parte di lavoro a Milanello – ha scritto il tecnico su X – ora la seconda parte negli Stati Uniti, con la stessa voglia e ambizione di continuare a crescere. Forza Milan”. Non solo. Con l’avvento di Redbird, il Diavolo ha capito ancor di più l’importanza di ampliare gli orizzonti e l’esperienza estiva in America sarà centrale per aumentare la visibilità del club e rafforzare il brand negli States. Dopo l’estate 2023 sulla West Coast, che aveva visto i rossoneri giocare contro Real Madrid, Juventus (a Los Angeles) e Barcellona (a Las Vegas), il Milan stavolta affronterà sempre i Blancos e i blaugrana, ma al posto dei bianconeri l’altra sfida sarà contro il Manchester City.

Emerson Royal piace al Milan. Ma il Tottenham chiede 30 milioni

Il terzino brasiliano, ex Barcellona, è il preferito per la fascia destra. Ha colpi, esperienza e voglia di riscatto. La richiesta però spaventa

Per una gelatina, 30 milioni è un prezzo altino. Emerson Royal, terzino brasiliano nato nel 1999, è stato chiamato così per una vaga somiglianza tra una sua espressione e il personaggio della pubblicità delle gelatine Royal. Anni dopo, il nome vive e lo distingue dagli altri Emerson che abitano il calcio mondiale. Il Milan non rischia di confondersi: Emerson Royal è il primo obiettivo per una fascia destra che può essere rinforzata. Non è un mistero che il Milan abbia quattro obiettivi per la sua estate: un centravanti, un centrocampista difensivo, un terzino – destro, se possibile con capacità di giocare anche a sinistra, e un difensore centrale. Altre esigenze, semmai, subentreranno con la scelta dell’allenatore o il mercato in uscita. 

Emerson Royal non è una novità assoluta per il Milan e per l’Italia. Si è parlato di lui come obiettivo del Milan anni fa e nel 2021 c’è stato almeno un incontro dei suoi agenti con l’Inter. Non accadde nulla e da allora le cose sono cambiate. Emerson è passato al Tottenham, dove ha vissuto tre stagioni particolari, diciamo in salita: nei primi due anni è stato titolare, negli ultimi 12 mesi ha visto la panchina un po’ troppo da vicino. Il curriculum però è di livello assoluto: Emerson Royal ha giocato 10 partite col Brasile, ha fisico, accelera, è abituato al calcio di alto livello. Gioca anche a sinistra? Sì, può farlo, ma la sua fascia è l’altra. 

Il Milan lo segue da tempo e nelle ultime settimane parla con gli agenti che lo rappresentano. Per molti a Casa Milan, Emerson è il nome ideale per rafforzare la fascia destra, in cui il titolare è Davide Calabria, le alternative Alessandro Florenzi e Pierre Kalulu. Volti noti, tra l’altro: un anno e due mesi fa, negli ottavi dell’ultima Champions League, Emerson Royal ha giocato per il Tottenham contro il Milan sia a San Siro sia al Tottenham Stadium: titolare sulla fascia destra, faccia a faccia con Theo Hernandez. 

Brozovic frena l’Inter: respinto l’Al Nassr. E Frattesi si allontana

Marcelo evita la delegazione saudita a Zagabria e dà i 7 giorni al Barcellona. Con il Sassuolo nessun passo in avanti per i nerazzurri

“More to come”, altro deve arrivare. L’ha scritto Marcelo Brozovic sfruttando i suoi canali social nel pomeriggio. Tempistica non casuale, prima di aggiungere alle storie Instagram anche un Al Pacino in versione Tony Montana di Scarface, con la scritta “il mondo è tuo”. Perché quelli erano i minuti in cui i dirigenti dell’Al Nassr avrebbero dovuto incontrare lo stesso Brozovic a Zagabria, proprio nella sua città. Il punto è che il centrocampista non ha voluto partecipare al meeting. E così il club saudita si è “limitato” a incontrare alcuni uomini dell’entourage del regista dell’Inter. Risultato? Nulla di fatto. 

E certo la situazione complica i piani dell’Inter, che non può andare con decisione sul sostituto del croato. Ma è evidente che non sia neppure una questione di soldi, al momento, per Brozovic. Il centrocampista si diverte via social, ma per ora non è interessato a prendere in seria considerazione il trasferimento in Arabia Saudita. Altrimenti – è evidente – almeno si sarebbe presentato di persona, per trattare la richiesta da 30 milioni netti a stagione fatta filtrare dagli uomini a lui più vicini, a fronte di una proposta dell’Al Nassr ferma a quota 20. Non ci sono i soldi al centro del ragionamento, non è lì il nodo. Non fosse così, la delegazione saudita spedita a Zagabria avrebbe in qualche modo trovato la via per accontentare il centrocampista. Il punto è che è Brozovic ha in testa altro. E nello specifico il Barcellona.

“Alto rischio di fuga”: Dani Alves resta in galera, respinta l’istanza di scarcerazione

Il tribunale di Barcellona ha rigettato la richiesta del calciatore, rinchiuso nel carcere di Brians 2 da un mese. Le contraddizioni in sede di interrogatorio: quattro versioni diverse dei fatti

Dani Alves resta in carcere. Questo ha deciso la terza sezione del Tribunale di Barcellona respingendo l’istanza di scarcerazione interposta dalla difesa del calciatore brasiliano a causa dell’ “alto rischio di fuga legato alla pesante pena che potrebbe essergli inflitta in questo caso”. Dani Alves è attualmente nel penitenziario catalano di Brians 2, ed è entrato in carcere il 20 gennaio scorso, oltre un mese fa. È accusato di violenza sessuale da una donna di 23 anni, che ha sporto denuncia contro il nazionale del Brasile la notte tra il 30 e il 31 dicembre scorso, dopo un incontro con Dani Alves nella discoteca Sutton di Barcellona.

Il rifiuto alla libertà provvisoria arriva tre giorni dopo l’incontro tra le parti di fronte al giudice, con relativa esposizione da parte della difesa delle proprie tesi. L’avvocato Cristobal Martell punta tutto sul consenso della denunciante all’atto sessuale con il suo assistito, con la donna che invece nega decisamente la cosa. La posizione di Dani Alves resta alquanto critica, perché il giocatore in sede di deposizione si è contraddetto più volte rilasciando fino a quattro diverse versioni dei fatti. Prima ha detto di non aver mai visto la vittima, poi di averla incontrata brevemente, quindi, di fronte all’evidenza raccolta dalle telecamere a circuito chiuso della discoteca, ha ammesso di aver avuto un rapporto sessuale con lei, ma in forma consenziente. Sempre le telecamere però hanno ripreso Dani Alves mentre usciva dal locale passando accanto alla vittima in lacrime, e ignorandola.

L’avvocato Martell sperava di poter far uscire il suo assistito di prigione pagando una cauzione e lasciandolo a disposizione degli inquirenti, col ritiro del passaporto e l’imposizione di un braccialetto elettrico per controllarne i movimenti. Il giudice ha rifiutato la richiesta di appello, pertanto Dani Alves continuerà a Brians 2 fino al termine del procedimento.

Inter in scioltezza con la Salernitana: Lautaro e Barella ancora a segno

Un gol per tempo e nerazzurri sempre in controllo. Tante le occasioni da gol per la squadra di Inzaghi, che prosegue il buon momento dopo la doppia sfida col Barcellona

Niente cali di concentrazione dopo l’impresa di Barcellona. Trascinata da Lautaro e Barella, eroi anche della notte del Camp Nou, l’Inter batte la Salernitana e, in attesa di Napoli-Bologna, accorcia (momentaneamente?) dalla vetta della classifica. Adesso i successi consecutivi in Serie A sono due e la crisi culminata con il ko post sosta a San Siro contro la Roma sembra solo un ricordo. Anche perché il gioco è di nuovo fluido grazie all’ottimo momento di Calhanoglu, vice Brozovic di lusso. L’affermazione contro i campani, poco convinti e per niente convincenti, non è mai in dubbio: niente goleada come la scorsa stagione (doppio 5-0), ma risultato comunque “pesante” in ottica futura. Perché trasmette convinzione alla squadra ancora priva di Lukaku (domani gli esami) e perché permette di preparare nel migliore dei modi la trasferta di sabato a Firenze.

Di fronte allo sguardo del neo presidente del Senato, Ignazio La Russa, Inzaghi inizia con la stessa formazione che ha pareggiato al Camp Nou, eccezion fatta per Acerbi al posto di Bastoni. Solo panchina per Asllani perché non si può rinunciare alla regia di Calhanoglu o agli inserimenti di Mkhitaryan. Nicola, senza Radovanovic, Fazio e Maggiore, ha anche Bohinen non al top (e in panchina), ma non cambia modulo rispetto alla vittoria di domenica contro il Verona: avanti con il 3-5-2 nel quale Vilhena ha il compito di non far ragionare il turco. Senza alzare i giri del motore, i nerazzurri comandano la partita fin dall’inizio: niente pressione feroce, ma presidio attento di tutti gli spazi per non concedere occasioni ai campani. Importante la spinta a destra di Dumfries e proprio su quella corsia nasce il 1-0 di Martinez, al culmine di un’azione con 12 passaggi che ha origine dall’area di Onana. Il Toro, che si era sbloccato a Barcellona e che in campionato non segnava dal 30 agosto, esulta con trasporto e si conferma fuori dal tunnel. La Salernitana, che aveva Candreva e Mazzocchi sulla linea dei difensori, è costretta ad alzare il baricentro e il pressing per non far palleggiare con facilità i padroni di casa. La “ricompensa” è un pallone recuperato in zona pericolosa che porta a un tiro di poco al lato di Kastanos, ma nel complesso l’atteggiamento tattico degli ospiti non è arrembante per non esporsi troppo alle ripartenze interiste. Così sono Skriniar e compagni a condurre le danze e per larghi tratti si rivedere la costruzione armoniosa e fluida da dietro che aveva contraddistinto la prima stagione di Inzaghi alla Pinetina. Dzeko due volte va vicino al raddoppio, poi tocca a Skriniar, di testa su cross di Dimarco, impegnare Sepe che evita anche la doppietta di Lautaro con un gran riflesso. Onana si vede soprattutto per la sua bravura con il pallone tra i piedi, ma quando Piatek lo chiama in causa, il camerunese è reattivo.

Juventus, Depay è più vicino. United-Rabiot: si tratta. Le news di calciomercato

La nuova offerta dei bianconeri avvicina sempre più l’arrivo dell’attaccante, in procinto di svincolarsi dal Barcellona. Capitolo Rabiot: nell’incontro avuto a Torino tra il ds dello United e la madre-agente del centrocampista si è discusso dell’ingaggio e della durata del contratto: la trattativa va avanti a piccoli passi. Se parte il francese, l’obiettivo primario è Paredes

La Juve si avvicina sensibilmente a Memphis Depay, primo nome nella lista attaccanti dei bianconeri in vista della prossima stagione. La società torinese ha aumentato l’offerta relativa all’ingaggio dell’olandese classe 1994, che intanto si sta svincolando dal Barcellona dove è chiuso per via dell’importante concorrenza – da Lewandowski e Aubameyang in giù. Depay, arrivato in blaugrana lo scorso anno da svincolato, è pronto dunque a tornare libero sul mercato: la nuova proposta economica della Juve ha avvicinato le parti, tanto che si sta arrivando verso un accordo che comunque dovrà ancora essere formalizzato.  La Juve, ricordiamo, aveva già cercato Depay lo scorso gennaio, quando Morata sembrava in procinto di cambiare maglia.  Ora, dopo il mancato riscatto dello spagnolo dall’Atletico Madrid, è proprio Depay l’obiettivo principale del mercato bianconero visto che ha Juve ha come priorità quella di inserire in rosa un nuovo attaccante capace di giocare anche con Vlahovic e non solo come alternativa al serbo.

Un faccia a faccia per provare a convincere Adrien Rabiot ad accettare la corte del Manchester United. Il direttore sportivo dei Red Devils, John Murtough, ha incontrato a Torino la signora Veronique, madre del centrocampista francese della Juventus, obiettivo per il centrocampo degli inglesi. Ripartito dopo qualche ora dall’aeroporto di Caselle, il dirigente del Manchester United non ha rilasciato dichiarazioni ai giornalisti presenti: da quanto filtra, però, nel colloquio avuto si è discusso dell’ingaggio che lo United è pronto a offrire a Rabiot e sulla durata del contratto. Segnale di come la trattativa va avanti a piccoli passi e le parti sono al lavoro per cercare di trovare un accordo che accontenti tutti. I Red Devils, dunque, stanno provando a convincere la madre-agente di Rabiot sulla bontà del loro progetto: tra i due club invece c’è già una base d’intesa per il cartellino del giocatore per una cifra tra i 17 e 18 milioni di euro.

Muriel verso il Newcastle, Juve a tutta su Depay

Il ritorno di Morata è sempre più difficile, il colombiano potrebbe andare in Premier e Martial si riavvicina al Manchester United. E il Barcellona potrebbe regalare il cartellino del suo attaccante

Il ritorno di Morata alla Juve è sempre più difficile (anche se i bianconeri continuano a nutrire un minimo di speranza), la gerarchia dei nomi per completare l’attacco vede compiere un balzo in avanti di Depay, in uscita dal Barcellona e alla ricerca di un top club che possa concedergli uno spazio da protagonista. Dalle parti della Continassa ci pensano, il classe 1994 è stato proposto e l’identikit potrebbe tornare utile per sopperire alle esigenze di Allegri.

Depay ha un contratto fino al 2023, ma potrebbe liberarsi a zero: il Barcellona, infatti, deve sfoltire in tempi utili per dare seguito ai propri obiettivi di mercato. La Juve può garantirgli quei 5 milioni d’ingaggio stagionale che percepisce già, potendo usufruire del Decreto crescita. Ma sulla questione economica le parti devono ancora entrare nel vivo della trattativa: per adesso, i bianconeri sono limitati a confermare il loro interesse all’entourage del calciatore, che lo ha proposto. D’altronde le altre ipotesi caldeggiate si stanno complicando: su Muriel c’è l’insidia Newcastle, Martial sta ritrovando spazio nello United con ten Hag. Depay alla Juve, insomma, è una pista concreta che può scaldarsi nel giro di poco.