Bayern, ecco Kane: affare da oltre 100 milioni. E il Tottenham va su Lukaku

Dopo il congelamento dello scambio con Vlahovic, il Chelsea ha trovato un nuovo pretendente per l’ex attaccante dell’Inter. E la Juve si allontana sempre più

Harry Kane apre le danze. Il primo tassello del tanto atteso valzer delle punte in giro per l’Europa sta finalmente per incastrarsi.

Bayern Monaco e Tottenham, infatti, dopo settimane di serrata trattativa, hanno raggiunto un accordo per il trasferimento in Baviera del capitano degli Spurs. Oltre 100 milioni di euro per il cartellino, con la palla che ora passa a Kane, il cui sì in Germania viene comunque dato per scontato. Ma l’affare sull’asse Londra-Monaco avrà subito ricadute sulle strategie di club e agenti in giro per il Vecchio Continente. Con Romelu Lukaku, l’Inter e la Juventus coinvolti giocoforza. 

La cessione di Kane obbliga ovviamente il Tottenham a ricercare un nuovo numero nove sul mercato. Nel ruolo era già stato preso Alejo Veliz, 19 anni, dal Rosario Central ma è un progetto per il futuro. Mehdi Taremi, iraniano del Porto che piace anche all’Inter, è la soluzione più a portata di mano. I portoghesi chiedono circa 30 milioni di euro e con l’incasso di Kane per gli Spurs non sarebbe poi così complicato portare a termine l’operazione. Un altro nome sul taccuino è quello del nigeriano Gift Orban del Genk, anche ieri tre gol in Conference. La tifoseria, però, ha piani più alti. E uno si chiama Lukaku, che è già a Londra, sebbene da fuori rosa al Chelsea. 

Il belga è rientrato ieri a Cobham, il centro d’allenamento dei Blues, ma restando sempre a parte dalla prima squadra. Sogna l’Italia e in particolare la Juve, non fosse che la trattativa per lo scambio con Dusan Vlahovic ha subito una brusca frenata nelle ultime ore: troppa distanza tra Chelsea e bianconeri sulle cifre del conguaglio che i londinesi dovrebbero destinare a Torino nell’affare. Così i Blues si stanno guardando attorno per cercare una nuova soluzione al “peso” Lukaku. Una resta sempre la pista araba, un’altra potrebbe aprirsi proprio alla luce dell’operazione Kane. Il Tottenham è un avversario diretto in Premier, ma l’eventualità di monetizzare senza dover avventurarsi in scambi complessi potrebbe convincere il Chelsea a dare l’ok al cessione.

De Ligt: “Scelsi la Juve di Sarri per giocare un calcio offensivo”

“Credevo di trovare uno stile più simile all’Ajax – ha spiegato l’ex bianconero – ma purtroppo dopo un anno è andato via”. E sulla posizione in campo…

Altra intervista, altre parole al vetriolo. L’ex difensore bianconero Matthijs De Ligt, fresco di cessione al Bayern Monaco, parlando a Espn non ha infatti risparmiato nuovi commenti assai poco zuccherini intorno alla sua esperienza juventina. A partire dalla rivelazione del motivo per cui decise di vestirei colori bianconeri nell’estate del 2019: “Scelsi di andare alla Juve con l’idea di giocare un calcio più offensivo perché l’allenatore era Sarri: ha una grande reputazione per ciò che ha fatto con Napoli e Chelsea e pensavo di trovare uno stile più simile all’Ajax. Purtroppo dopo un anno è andato via”.

Anche la posizione in campo in cui è stato impiegato soprattutto nelle ultime due stagioni è bersaglio di critiche: “Penso di stare meglio sul centro-destra, mi sento più a mio agio – ha spiegato il difensore olandese -. All’inizio alla Juve è stato difficile giocare a sinistra, poi a metà stagione io e Bonucci ci siamo invertiti. Eravamo una buona coppia, abbiamo vinto lo scudetto. Nel secondo e terzo anno poi sono tornato a giocare spesso a sinistra. Non è che non ci volessi giocare, sia chiaro, ma sapevo di essere più sicuro giocando a destra. È stato comunque importante per il mio sviluppo”.

Infine il difensore ha sottolineato le differenze fra il suo gioco quando militava nell’Ajax e quando è sbarcato a Torino: “All’Ajax pressavo molto forte, prendevo rischi. Alla Juve era diverso. Giocavo più all’indietro, un modo di difendere diverso. Il ritmo in generale in Italia è più lento, quindi si può stare più dietro. E visto quanto ha vinto la Juve in Italia, penso sia il modo giusto”.