Chi ha i giocatori non ha i tecnici e viceversa: Brasile e Italia, due crisi allo specchio

L’estate delle delusioni per due delle nazionali più iconiche del mondo. I verdeoro hanno una batteria di fenomeni senza una guida capace di imporre il senso del collettivo. Il problema opposto degli azzurri

Viene difficile spiegare un simile tonfo, se si legge la formazione del Brasile. Detto che mancava per squalifica Vinicius, cioè il migliore di tutti, Dorival Junior ha potuto schierare la sua batteria di fenomeni: da Rodrygo al talentino Endrick, da Militao a Marquinhos, da Douglas Luiz a Raphinha. E in porta un certo Alisson, che è uno dei top mondiali. E allora perché una simile caduta? La risposta è abbastanza semplice: perché il Brasile non è una squadra, ma un insieme di undici giocatori che si preoccupano più di se stessi, e di far bella figura di fronte al pubblico, che del collettivo. 

Il fatto è che, in questa estate di calcio noioso, due delle nazionali più iconiche del mondo, cioè il Brasile e l’Italia, con modalità differenti, hanno regalato profonde delusioni. La Seleçao fuori ai quarti della Coppa America, nonostante fosse imbottita di campioni e campioncini, e l’Italia fuori agli ottavi all’Europeo contro la Svizzera, mostrando una pochezza tecnica davvero preoccupante.

Ora in Brasile ci s’interroga su Dorival Junior, mentre in Italia ci si chiede che cosa fare per migliorare la qualità complessiva del movimento calcistico, si tirano fuori i soliti discorsi sui troppi stranieri, sui giovani che non hanno la possibilità di crescere e di mettersi in mostra, sulle scuole-calcio che sono diventate come l’aspirina: curano tutti i malanni. Il punto, sia in Brasile sia in Italia, è che si è persa per strada una parola che dovrebbe rappresentare la stella polare di ogni impresa: EQUILIBRIO. Scritto tutto maiuscolo, così magari si legge bene. Equilibrio significa avere undici giocatori che pensano prima al bene collettivo e poi a quello individuale. Equilibrio significa avere un piano strategico attraverso il quale dominare l’avversario senza scadere nella presunzione. Equilibrio significa avere un allenatore in panchina che pensa soprattutto a non fare danni, e a non volersi ergere a protagonista assoluto. Purtroppo l’equilibrio è una qualità sconosciuta, fino ad oggi, sia in Brasile sia in Italia.

Brasile fermato dalla Colombia di super Rodriguez: troverà l’Uruguay nei quarti

Finisce 1-1 con i gol di Raphinha e Munoz. La Costa Rica batte il Paraguay ma viene eliminata

Sullo sfondo aleggiava l’ombra dell’Uruguay. Alla fine, ad avere la peggio è stato il Brasile che a Santa Clara non va oltre l’1-1 con la Colombia e chiude al secondo posto del gruppo D. Gioiscono i Cafeteros che, al contrario, affronteranno il Panama nei quarti di finale di Coppa America. Un pari che sta stretto ai colombiani, dominanti nel secondo tempo e sciuponi nel finale con Borre e Sinisterra che si divorano la vittoria. Partita super di James Rodriguez: una traversa su punizione e la standing ovation al momento del cambio. Ad Austin, la Costa Rica batte il Paraguay 2-1 ma chiude terza, venendo eliminata. 

La partita più bella, intensa ed emozionante della fase a gironi è proprio quella del Levi’s Stadium. Partenza razzo del Brasile per ritmo e pressing, nonostante dopo 8’ sia James Rodriguez a scheggiare la traversa su punizione. La Seleçao risponde subito con un destro di Gomes, preludio all’episodio che al 12’ porterà in vantaggio i verdeoro: su punizione dal limite, Raphinha si inventa una parabola perfetta che supera la barriera e si insacca all’incrocio. Nella Colombia i più dominanti sono Luis Diaz, a sinistra, e James Rodriguez a fare da tuttocampista: è l’ex Real che spaventa ancora Alisson con una volée mancina. Al 19’ i Cafeteros si illudono del pari per un istante: Cordoba segna di testa, il Var annulla per fuorigioco. La gara è nervosa, ci sono tanti falli e altrettanti battibecchi che scaturiscono anche una rissa. Nel finale di primo tempo la partita si infiamma: al 43’ Vinicius viene platealmente atterrato in area ma non c’è nulla per arbitro e Var. Poco dopo, ecco il pareggio: imbucata di Cordoba per il terzino Munoz che spedisce alle spalle di Alisson, 1-1. Secondo tempo in cui la Colombia domina nel possesso palla e il Brasile che abbassa il baricentro. Raphinha sfiora la doppietta su punizione, ma sarà l’unico sussulto di una Seleçao troppo contratta. Nel finale, i Cafeteros hanno anche la chance per vincerla ma prima Carrascal e poi Borre si divorano il 2-1.

Souness contro Neymar: “Fa numeri da pallone gonfiato, ci fossimo stati io o Keane l’avremmo massacrato”

Il Brasile dà spettacolo nel suo ottavo di finale contro la Corea del Sud e nel trionfo verdeoro c’è lo zampino di Neymar. Ma visto che si parla di lui, non è tutto rose e fiori. Non tutti sono ben disposti nei confronti dell’attaccante.

Il Brasile dà spettacolo nel suo ottavo di finale contro la Corea del Sud e nel trionfo verdeoro c’è lo zampino di Neymar. Il numero 10 della Seleçao è tornato dall’infortunio subito nel primo match dei Mondiali, quello contro la Serbia, e ha ricominciato a fare quello che gli viene meglio: numeri su numeri in campo, durante una partita in cui un po’ tutta la squadra di Tite ha messo in mostra un…calcio-samba che fa impazzire i tifosi e spaventa non poco gli avversari. Ma come sempre, visto che si parla di Neymar, non è tutto rose e fiori. Non tutti sono ben disposti nei confronti dell’attaccante brasiliano e le ultime dichiarazioni di Graeme Souness lo dimostrano per l’ennesima volta.

L’ex centrocampista di Liverpool e Sampdoria ha commentato la partita dei verdeoro su ITV e non è stato particolarmente tenero nei confronti di O Ney. Certo, Souness può dire poco sulle qualità tecniche del brasiliano, ma quando si parla di atteggiamento ha le sue rimostranze da fare… “Voglio vedere di più da lui. Ha un’abilità incredibile. Ma era l’erede al trono di Leo Messi e Cristiano Ronaldo e finora non si è ancora preso lo scettro per me. Non sto dicendo che non sia un ragazzo con un talento incredibile, fa alcune cose che sono davvero belle a vedersi. È solo che ritengo frustrante il fatto che quando le cose gli vanno bene voglia sempre mostrare quanto è intelligente e quanto le cose gli riescano in maniera semplice”.

Considerando che nello scorso Mondiale le critiche rivolte a Neymar riguardavano la tendenza a…tuffarsi troppo quando subiva un contrasto, si può dire che la questione stia migliorando. Ma Souness spiega che ai suoi tempi (ma non solo) uno come Neymar avrebbe avuto vita più difficile… “Non voglio essere un brontolone, perchè alcune delle cose che ho visto sono favolose, ma penso solo che, e sono convinto che Keane sia d’accord con me, che se fossimo stati noi in campo stasera l’avremmo massacrato. Alcuni dei suoi gesti tecnici sono stati da pallone gonfiato”. Ma per fortuna di O Ney, nè lo scozzese nè l’irlandese erano in campo con la Corea del Sud!