Non basta Vicario: il Tottenham resta in 9 e si arrende al Chelsea

Prima sconfitta per gli Spurs: espulsi Romero e Udogie, non basta la partita strepitosa dell’ex Empoli.

Il Tottenham alla fine si arrende. Alla doppia inferiorità numerica, al Chelsea che lo perfora in contropiede con Nicolas Jackson al quarto e al settimo di recupero della ripresa per il 4-1 finale subito dopo che Son si era visto negare il pareggio da Robert Sanchez, alla Var. Nemmeno le parate dello strepitoso Guglielmo Vicario, il migliore in campo per i padroni di casa traditi dai rossi a Romero al 33’ e Udogie al 55’, sono riuscite ad evitare agli Spurs la prima sconfitta stagionale.

Il Chelsea nella ripresa ha trovato con Jackson (tripletta) i gol che gli hanno permesso di fare la differenza, ma ha sofferto troppo per una squadra che aveva due uomini in più. Resta il successo con cui la squadra di Mauricio Pochettino dovrà provare a cambiare marcia.

Un primo tempo con 4 gol annullati, un rosso, un rigore e 13’ di recupero, a cui si aggiungono nella ripresa un altro rosso, un altro gol annullato e altri 10’ extra. I tifosi spazientiti hanno aspettando fischiando che l’arbitro facesse chiarezza, le svolte che la gara ha preso con l’occhio elettronico sono troppe per non lasciare il segno. Quella più clamorosa al 33’, quando nei 5’ di revisione di un gol di Sterling viziato da un fallo di mano la Var nota un fallaccio di Romero su Fernandez che l’arbitro ritiene da rosso. Non serve la moviola, invece, per capire che l’entrata di Udogie a inizio ripresa su Sterling vale all’esterno azzurro secondo giallo che lascia il Tottenham in 9 dal 55’. Se gli Spurs in 10 avevano giocato meglio del Chelsea per tutto il lunghissimo finale di primo tempo (13’ di recupero), con due uomini in meno si mettono a difendere e dimostrano che hanno il cuore che serve per fare grandi cose.

Pochettino: “Lukaku separato in casa? Scelta non mia ma del Chelsea e di Romelu”

I Blues restano a caccia di un attaccante ma la situazione dell’ex nerazzurro resta invariata. Il tecnico: “Non spetta a me muovermi per modificare le cose. Sono il giocatore e il club a dovermi dire che qualcosa è cambiato”

Nulla è cambiato. Il Chelsea ha sempre bisogno di un nuovo attaccante (e starebbe per chiudere con l’Arsenal per Balogun, sul quale però c’è anche il Monaco), ma Romelu Lukaku continua a lavorare a parte, lontano dalla prima squadra e non considerato nemmeno adesso che Mauricio Pochettino, complici tutti gli infortuni, deve portare in panchina un giovane con zero esperienza di Premier League. Eppure il belga che da mesi aspetta di lasciare Londra resta un indesiderato.

Pochettino, alla vigilia dell’anticipo della terza giornata col Luton Town, ribadisce che Lukaku resta fuori dai suoi progetti. Addirittura che tra attaccante e tecnico non c’è ancora stato un contatto. “No, non ho parlato con lui – racconta Pochettino nella piccola sala stampa del centro sportivo di Cobham, dove il belga sta lavorando con l’Under 21 -. Nel calcio tutto può succedere, ma al momento la situazione resta chiara, quella di quando siamo arrivati, un accordo tra club e giocatore per cercare la miglior soluzione. Se cambierà qualcosa ne parleremo”.

C’è un termine su cui Pochettino si sofferma più volte, rispondendo alle domande: la situazione di separati in casa è frutto di un accordo tra giocatore e club. Uno su cui il tecnico non ha potere. “Sono stati Chelsea e Lukaku a decidere questa situazione, una che ho trovato quando sono arrivato, che conoscevo bene ma su cui non ho potere – spiega -. Se tu giocatore vuoi cambiare, e il club vuole cambiare, non spetta a me muovermi per modificare le cose. Sono il giocatore e il club a dovermi dire che le cose sono cambiate: fino a quando qualcuno non mi dirà diversamente, io non mi muoverò. Poi nel calcio tutto può cambiare in fretta: ho visto un allenatore dire che si sarebbe dimesso il giorno in cui i giocatori sarebbero costati più di 100 milioni e poi la sua squadra ha fatto un’offerta di quel tipo. Ma in questo cosa non è cambiato nulla”.

Inter-Chelsea, braccio di ferro per Lukaku. E spunta l’idea Morata

I Blues dicono stop ai prestiti e vogliono vendere Big Rom solo a titolo definitivo, i nerazzurri valuteranno il da farsi solo dopo aver fatto cassa. E intanto è nuova sfida al Milan per lo spagnolo

L’infinita querelle tra Chelsea e Romelu Lukaku si appresta a vivere un nuovo capitolo. Forse l’ultimo, stando al modo in cui le due parti si stanno approcciando al via della nuova stagione. Dal 1° luglio Lukaku tornerà un giocatore dei Blues, ma per quanto tempo ancora? Perché alla fine di questo lungo tira e molla, due cose sembrano scontate. La prima è che tra Chelsea e Lukaku non può esserci un futuro insieme; la seconda ci riporta all’attualità delle cose ed è il punto di inizio del capitolo finale: in questa fase di tensione massima, il Chelsea ha deciso che non accetterà più una cessione in prestito per il belga, che è libero di trovare la soluzione migliore, purché sul tavolo del Chelsea arrivi un’offerta per un trasferimento a titolo definitivo.

Basta cose in sospeso e basta prospettive nebulose. Il Chelsea non ne vuole più sapere dei capricci di Lukaku e vuole chiudere il rapporto definitivamente. Nell’ultima settimana sono arrivate offerte importanti, sia per il giocatore sia per il club. Ma in entrambi i casi, la ferma volontà del belga ha fatto saltare sul nascere ogni trattativa. L’Al Hilal ha rilanciato con un pluriennale da 25 milioni netti a stagione per Romelu e aspettava solo il suo sì per mandare una proposta ufficiale di acquisto al Chelsea. Niente da fare, Big Rom ha fatto sapere che vuole continuare a giocare in Europa. Ma anche l’Europa ha i suoi paletti, anzi, nella cartina geografica di Lukaku c’è soltanto una città evidenziata col circoletto rosso. È Milano, per cui però bisogna mettere bene a fuoco i colori. Romelu vuole l’Inter, ha sempre voluto solo il nerazzurro. Solo che l’offerta ufficiale al Chelsea è partita dalla sede del Milan, pronto a fare di Lukaku il nuovo centravanti rossonero. Niente da fare – e qui era piuttosto scontato visti i continui attestati d’amore del belga al mondo nerazzurro negli ultimi due anni – e palla che torna nelle mani dell’Inter. Che però adesso dovrà presentarsi al tavolo da gioco seguendo le nuove regole: chiunque voglia Lukaku, deve acquistarlo a titolo definitivo.

Chelsea-Inter, vertice per Onana: no a Kepa, ma con Chalobah o Loftus-Cheek.

Ai nerazzurri lo spagnolo non interessa, è Vicario la prima scelta per la porta. Ma i Blues hanno un parco giocatori sconfinato.

Il Chelsea si è presentato a Milano mercoledì e si è seduto al tavolo con l’Inter per André Onana. Il vertice, favorito dal lavoro di un intermediario, è stato il primo passo di una trattativa che non è ancora entrata nel vivo, ma che è destinata ad animare le prossime settimane. È servito a fissare alcuni punti preventivi dell’affare, intorno ai quali le due società devono intendersi, innanzitutto sulle modalità. Partendo, però, da una certezza: Onana piace al Chelsea che l’ha scelto come portiere per la prossima stagione e per il futuro, avendo superato nelle preferenze il georgiano del Valencia, Mamardashvili, e lo spagnolo del Brentford, Raya.

L’Inter valuta Onana 40 milioni di euro e il prezzo è ben chiaro al Chelsea, ma non certo dall’incontro di mercoledì. Il vertice è servito piuttosto a togliere di fatto dal tavolo una possibilità che il club londinese aveva prospettato all’Inter. Ovvero l’inserimento nell’affare di Kepa, il portiere spagnolo classe 1994. I dirigenti nerazzurri sono stati netti: Kepa non interessa. Anche perché – come è già noto – in caso di addio di Onana il profilo numero uno per la porta interista è quello di Guglielmo Vicario, peraltro avvistato in panchina domenica scorsa a colloquio col vice d.s. dell’Inter, Dario Baccin. Il Chelsea ha preso atto. Ma siamo alle battute iniziali, non è pensabile trovare un accordo al primo vero incontro tra le parti, dopo gli abboccamenti delle scorse settimane.

È evidente come la cessione di Onana, prelevato a costo zero dall’Ajax, rappresenti per l’Inter la possibilità di una plusvalenza notevole. E non c’è dubbio che la società nerazzurra, in caso di separazione dal portiere camerunese, preferisca una cessione senza contropartite. Ma dentro un dialogo aperto, è naturale che ci sia l’eventualità di considerare alcuni giocatori in cambio. Il no a Kepa è definitivo. Ma il Chelsea ha un parco giocatori vastissimo. Nei Blues, ad esempio, c’è quel Chalobah che l’Inter aveva messo in prima fila l’estate scorsa, quando Skriniar sembrava dovesse passare subito al Psg.