La Nazionale verso l’Ungheria: Immobile non ci sarà

Dopo aver battuto l’Inghilterra, l’Italia si prepara alla sfida contro l’Ungheria. Ciro Immobile, che ha lasciato l’hotel Melia di Milano insieme alla squadra, ha deciso di non partire per Budapest e di tornare a Roma, in accordo con lo staff azzurro.

Ciro Immobile costretto a dare forfait per la trasferta di Budapest di lunedì, quando l’Italia del Ct Roberto Mancini si gioca la possibilità di chiudere il girone 3 al primo posto battendo l’Ungheria. L’attaccante della Lazio – indisponibile anche nel match vinto contro l’Inghilterra – nella mattinata di domenica si è sottoposto a Milano ad accertamenti clinici e strumentali che ne hanno confermato l’indisponibilità per la gara contro l’Ungheria.

mmobile ha comunque raggiunto con la squadra l’aeroporto di Malpensa, dove sul volo arrivato da Roma il gruppo si è riunito al Commissario tecnico Mancini, che ieri sera era rientrato nella capitale per poter votare questa mattina. Il Ct, pur apprezzando la disponibilità di Immobile, constatato quanto emerso dagli accertamenti strumentali, ha scelto di lasciar tornare il centravanti azzurro – che inizialmente era certo di partire con i compagni per Budapest – al proprio club di appartenenza, per proseguire le cure del caso. Una decisione presa in extremis ma di comune accordo tra lo staff medico della Nazionale e quello Lazio, così da evitare di far correre rischi all’attaccante.

Immobile: “Avevo pensato di lasciare la Nazionale. Ma finché ci sarà bisogno di me, io ci sarò”

Il centravanti azzurro dal ritiro di Coverciano: “Sono l’attaccante della non qualificazione al Mondiale, non quello della Nazionale che ha vinto l’Europeo”

Sognare si può, anzi si deve, ha sempre detto. E Ciro Immobile, ad anni 32, ha sogni alti: giocare il prossimo Mondiale con l’Italia e vincere lo scudetto con la Lazio.

“Nella mia carriera non mi sono mai dato limiti: sono state fiducia e positività a farmi andare oltre le mie qualità tecniche”. Se la Lazio dovesse vincere lo scudetto andrebbe molto oltre, “e infatti da capitano non posso mettermi a urlare nello spogliatoio “Vinciamo lo scudetto” e non lo sto facendo. Però è quello il mio pensiero fisso a ogni inizio ritiro. Mi piace poter raggiungere il massimo, siamo una squadra in crescita, se poi arriva la Champions non ci resto male. Siamo partiti bene, facendo errori in Europa e perdendo male due punti a Genova, però abbiamo raggiunto un buon equilibrio in difesa, come dicono i numeri, ed è quello che ci chiedeva Sarri. Segniamo meno, ma abbiamo più punti dell’anno scorso con la difesa messa a posto. Ora dobbiamo mettere a posto l’Europa League dopo l’ultima figuraccia”.

La Lazio è sempre stata la sua comfort zone, un regno conquistato e governato a forza di gol, tanti, ogni anno. Il contrario di quello che gli succede in Nazionale, “e me lo chiedo quasi ogni giorno: perché con la maglia azzurra io segno meno? Forse alla Lazio ho più margini d’errore, qui c’è più pressione e strafare a volte ti porta a fare cavolate. Certo che fa rosicare: ho vinto quattro volte la classifica marcatori e qui faccio fatica”. Fa rosicare e anche pensare, e Immobile non ha problemi ad ammetterlo: ha pensato seriamente di lasciare la Nazionale. Per due motivi, sostanzialmente. Il primo: “La delusione per la mancata qualificazione al Mondiale mi ha fatto venire molti dubbi, poi tornando a giocare con la Lazio piano piano mi sono reso conto di avere ancora qualcosa da dare a questa maglia: rappresenta tutto per chi gioca a calcio e deve essere così per chi vuole fare questo mestiere. Finché ci sarà bisogno di me, io ci sarò: mi sento un leader nello spogliatoio e soprattutto mi sento in dovere di dare qualcosa al gruppo, dentro e fuori dal campo. E anche se l’età avanza, se sto come adesso potrò dare ancora qualcosa, anche nel 2026. È uno degli obiettivi che mi sono posto”. Mancini, dice Immobile, non ha avuto bisogno di insistere più di tanto per toglierli ogni incertezza: “Credo non abbia mai avuto il dubbio che potessi davvero lasciare. Sono state più importanti le mie riflessioni, fatte assieme alla mia famiglia”.