Ora la Juve riparte da Vlahovic: cosa gli ha chiesto Tudor. Sarà tridente con Yildiz e Kolo Muani

Gol per la Champions e un ritorno da protagonista: Dusan tornerà al centro della Juve in questo finale di stagione in cui il nuovo tecnico si aspetta tanto anche dal turco e dal francese.

Nove è il numero che Dusan Vlahovic porta sulle spalle, il centravanti prima spolpato e poi accantonato che il nuovo tecnico vuole rilanciare e che nel 2022 incoronò come il migliore della Serie A. Sarà la prima mossa per dare la scossa ma non l’unica del sergente di ferro della Signora, che ripartirà da concetti semplici ma essenziali: solidità in difesa e concretezza in fase offensiva.

«Osimhen? No, per me l’attaccante più forte del campionato è Vlahovic», sentenziò Tudor durante una conferenza stampa quando era l’allenatore del Verona. Chissà se Dusan avrà sentito queste parole e se per presentarsi nella maniera migliore al nuovo allenatore abbia scelto proprio il giorno dell’annuncio ufficiale per tornare a segnare con la Serbia due anni dopo l’ultima volta (27 marzo 2023 contro il Montenegro). DV9 è tornato a sorridere e oggi si presenterà alla Continassa con il volto meno corrucciato, sapendo che avrà più chance di giocare dall’inizio. Motta utilizzava una punta sola e aveva scelto Randal Kolo Muani, arrivato nel mercato di gennaio dal Psg, relegando Vlahovic al ruolo di comparsa.

Tudor ripartirà dalla difesa a tre e dalla solidità difensiva, ovvero quello che la società aveva chiesto a Motta nell’ultimo periodo. Fino al tracollo contro l’Atalanta la Signora aveva la miglior difesa del campionato e bisogna assolutamente ritrovare l’equilibrio che fino a quel momento le aveva consentito di subire pochi gol, nonostante il precoce infortunio di Gleison Bremer, il migliore del reparto.

In carriera Tudor ha utilizzato sia il 3-4-2-1 sia il 3-4-1-2, sistemi di gioco che possono essere applicabili entrambi alla Juventus, in base agli uomini e alle situazioni.  Eppure con il Cagliari (ultima apparizione nell’undici titolare in campionato) aveva segnato e con suoi 14 centri è per distacco il miglior marcatore di Madama (al secondo posto Kenan Yildiz e Timothy Weah con meno della metà dei gol, 6).

Nico fischiato, Vlahovic umiliato e sfottuto: Firenze non perdona

Accoglienza dura per due ex che, anche per colpe non loro, non hanno fatto nulla per farsi rimpiangere

Quella di Fiorentina-Juventus 3-0 è una serata da dimenticare per il mondo che fa il tifo per la Signora, ma probabilmente per Nico Gonzalez e Vlahovic di più. Sono loro i calciatori che escono peggio degli altri dal naufragio in bianco e nero di una squadra che al Franchi ha confermato le lacune dello Stadium contro l’Atalanta aggravando in un colpo solo la posizione in classifica e la situazione di Thiago Motta in panchina.

Ai fischi erano preparati entrambi: Dusan Vlahovic non era la prima volta che tornava a Firenze da avversario e l’argentino poteva facilmente immaginare un’accoglienza non proprio col tappeto rosso. Ma in un ambiente del genere, con bordate di fischi assordanti a ogni tocco di palla (e, ricordiamo, il Franchi è ancora a mezzo servizio per i lavori di restyling), un giocatore già in difficoltà, e che veniva da mesi di partite al di sotto delle aspettative, era complicato potesse dare il suo meglio. E infatti per lui Fiorentina-Juve è stata tutto tranne che la partita della svolta. Anzi, c’è chi si chiede come si possa riabilitare un attaccante crollato così da un club a un altro, e se sia possibile rivederlo ai suoi livelli viola.

Lui non è un valore aggiunto per la Juve, che l’estate scorsa ha speso 33 milioni per strapparlo proprio ai rivali fiorentini, e la Juventus non sembra essere la dimensione adatta a lui. Riflessioni che rischiano di alimentare le perplessità su una sua permanenza a Torino, al di là dell’investimento grosso e del fatto che non sia proprio questa una delle priorità di cui discutere in casa Juve. Mentre il momento di pensare a una Signora senza Vlahovic, di contro, si avvicina sempre più. Il suo Fiorentina-Juve ha assunto i tratti di un congedo quasi umiliante secondo chi prende le difese del giocatore più costoso, più pagato e allo stesso tempo meno considerato della attuale rosa juventina. Dusan è rimasto in panchina per tutti e 90 i minuti di gara, si è alzato per andarsi a scaldare mentre i suoi ex tifosi inveivano contro di lui (da appurare l’eventuale natura razzista di alcuni improperi) e ha sentito il suo nome nel ritornello di cori di scherno che hanno reso ancora più amara una partita che non ha nemmeno potuto giocare.

Una Juve mai vista contro l’Empoli: Vlahovic e Kolo Muani pronti a giocare insieme dal 1′

Il serbo e il francese dopo le prove generali a gara in corso, stasera sono pronti a fare coppia per conquistare la semifinale

Monta, smonta e rimonta. Dopo le prove generali a gara in corso, Thiago Motta pensa al lancio dal primo minuto di Dusan Vlahovic e Kolo Muani. Il serbo e il francese per la prima volta titolari insieme nel tridente offensivo con Nico Gonzalez per battere l’Empoli (stasera) e staccare il biglietto per le semifinali di Coppa Italia. La tentazione dell’allenatore è grande almeno quanto la speranza dei tifosi bianconeri e dei due attaccanti. Formula esplosiva: la rabbia di Dusan mixata all’esuberanza del francese.

Vlahovic e Kolo Muani insieme contro l’Empoli è un film già visto a inizio mese. Stavolta i protagonisti saranno gli stessi, ma il regista Motta ha intenzione di cambiare l’inizio e il finale della pellicola. Il 2 febbraio l’ex Psg era partito titolare e, dopo aver segnato 2 gol ai toscani, si era allargato a sinistra per lasciare il centro del ring all’ex viola, nel finale in gol con una conclusione dal limite dell’area. Neanche mezzora insieme, più o meno come domenica scorsa a Cagliari. Stasera, se tutto andrà secondo programmi, Vlahovic e Kolo Muani si divideranno il fronte d’attacco con Nico per almeno un’ora.

Motta attende risposte da entrambi e in particolare da Dusan, a Cagliari apparso voglioso e determinato come nelle serate migliori. Vlahovic in Sardegna ha segnato il suo 14° gol stagionale e l’allenatore bianconero sembra voler sfruttare l’onda positiva del suo nove. Il serbo, dopo tanta panchina, si è sbloccato contro il Cagliari, la sua vittima preferita. Adesso Dusan ha un altro obiettivo: confermarsi il miglior bomber di Coppa Italia. Già, dall’esordio nella competizione (2019-20), il centravanti ha segnato 9 gol. Nessuno ha fatto meglio di lui e contro l’Empoli ha la possibilità di staccare Gianluca Scamacca (9 gol nello stesso periodo). Dusan sa come si fa e l’aria della Coppa Italia sembra esaltarlo.

Gol, pochi sorrisi, tanta autocritica e una scommessa vinta: Juve, è tornato Vlahovic

Prima partita da titolare nel 2025 per Dusan Vlahovic, che dopo la rete prima fa il gesto dell’orchestra e poi… segna un canestro. E sul dualismo con Kolo Muani: “Sono un professionista.

Viene da chiedersi dove eravamo rimasti perché tra il 2 e il 23 febbraio ne sono successe di cose. La Juve ha vinto tre (ora quattro) partite di fila in campionato la migliore striscia stagionale, ha vinto il derby d’Italia, ha battuto il Psv all’andata, ha perso al ritorno, è uscita dalla Champions League, ha agganciato il quarto posto poi è tornata quinta e adesso è di nuovo nell’ultima carrozza del treno europeo dell’anno prossimo, ha scoperto Renato Veiga, celebrato Kolo Muani e visto finire Vlahovic ai margini come non era mai accaduto. Adesso però, dopo quasi due mesi, in campionato DV9 è tornato titolare e l’ha fatto a modo suo: accompagnato da un gol. Dall’ottava alla nona rete di Dusan in questa Serie A (la 14esima in totale in stagione) è successo di tutto, davvero. Ma è da qui che ora il serbo riparte, come a dire ricomincio da tre… punti.

Meno cinematografica è stata la sua esultanza. Musicale, come quella dopo il gol allo Stadium contro l’Empoli, con la bacchetta in mano all’Unipol Domus a dirigere gli applausi dello spicchio di tifosi bianconeri presenti in Sardegna; ma anche da cestista, di quelli che hanno appena piazzato un tiro da tre punti. Una scommessa con i fisioterapisti l’ha ispirato come se fosse stato sotto canestro. Alla sua prima da titolare nel 2025, Vlahovic ha toccato quota 42 gol e 8 assist complessivi in 95 presenze con la maglia della Juve addosso: è il quinto giocatore con 50 partecipazioni attive a una rete con una singola squadra in Serie A, dopo Lautaro (78 con l’Inter), Leao (61 con il Milan), Lookman (59) e Osimhen (54). E il Cagliari si conferma una delle vittime preferite di DV9 che ai sardi aveva segnato anche all’andata: dalla stagione 2019-20 nessun giocatore ha realizzato più reti di lui contro il Cagliari in Serie A: otto, come Cristiano Ronaldo e Lautaro.

Vlahovic-Juve, braccio di ferro: non vuole rinnovare, il divorzio è più vicino

Il serbo vuole andarsene a zero nel 2026. In estate sarà addio ma il club vuole cautelarsi già a gennaio: Zirkzee è il preferito di Motta, Kolo Muani e Fullkrug le alternative

Gennaio è il mese di Dusan Vlahovic. Il 28 di questo mese l’attaccante serbo compirà 25 anni e negli stessi giorni ne festeggerà 3 di Juventus, visto che è arrivato nella sessione di mercato invernale del 2022. Eppure mai come in questo momento il numero 9 e la Juventus appaiono lontani, sempre più vicini a un divorzio che, se anche non si consumerà a breve, sembra ormai cosa certa. A dividerli è il contratto in scadenza nel 2026, che il centravanti non è intenzionato a rinnovare alle condizioni economiche del club e costringe i bianconeri a metterlo sul mercato e ad accelerare per l’arrivo di un’altra punta, che consentirebbe a Thiago Motta di avere un’alternativa a un giocatore destinato all’addio.

Difficile che succeda già a gennaio, anche se le vie del mercato sono infinite e se dovesse arrivare un’offerta congrua la Juventus non si metterebbe certo di traverso, più facile che la rottura si consumi in estate, ma nel frattempo Cristiano Giuntoli vuole cautelarsi con un uomo in più nel suo ruolo, anche per spingerlo ad andarsene.

Ieri Vlahovic si è presentato al J|Medical per un controllo dopo aver avvertito un dolorino. Niente di grave, solo un affaticamento muscolare che dovrebbe riuscire a smaltire in fretta. Il serbo però per un paio di giorni s’allenerà a parte e solo intorno a giovedì si capirà se potrà esserci per il derby. La cautela è d’obbligo, anche perché la Juventus è attesa da un ciclo di fuoco tra campionato e Champions (6 partite in 19 giorni dal derby in poi) e Thiago Motta non può permettersi di perdere per un periodo prolungato il suo unico centravanti di ruolo. Di sicuro non è un momento felice per lui, l’intoppo fisico arriva dopo la brutta prestazione in Supercoppa, con conseguente sostituzione e volto scurissimo.

La Juventus è disposta ad allungare ma non alle stesse cifre (Vlahovic attualmente guadagna 10,5 milioni e, avendo un contratto a salire, la prossima stagione arriverà a 12) e il giocatore non intende accettare una decurtazione dello stipendio.

Vlahovic l’insostituibile: è lui l’arma di Motta per battere il Monza (e la “pareggite”)

Senza il serbo i bianconeri non vincono. Ha rilanciato la squadra in Coppa Italia e in Chiampions: ora ci prova anche in Serie A

Dusan Vlahovic ha una media di 0,6 gol per ogni partita giocata in questa stagione in bianconero; la Juventus, invece, non è andata oltre lo 0,33 per match nel periodo in cui il serbo è stato in disponibile. Basterebbe questo dato a spiegare quanto la produzione offensiva della squadra di Thiago Motta poggi le fondamenta sulle prestazioni del suo centravanti, ma l’importanza dell’uomo con il numero 9 sulle spalle non si limita certo a una statistica. Per un attaccante contano le reti gonfiate, certo, ma nell’economia di una partita e di una stagione conta anche la leadership, il ruolo nella manovra, la costanza, l’impegno in allenamento e così via. La certezza è che anche questa sera Motta si affiderà principalmente a lui per sciogliere il maleficio della “pareggite” che ha ingabbiato la Juventus nell’ultimo mese di Serie A. 

Da quando lo scorso 18 novembre Vlahovic ha chiesto il cambio con la Serbia per un risentimento ai flessori della coscia sinistra, i bianconeri non hanno mai più vinto una partita di campionato. Dal derby del 9 novembre è trascorso ormai un mese e mezzo e della vittoria ancora non si è vista l’ombra: dopo lo statico 0-0 in casa del Milan è arrivato l’1-1 di Lecce (un successo sfumato all’ultimo) e poi il doppio 2-2 in casa contro Bologna e Venezia, due punti acciuffati nei minuti di recupero a preservare l’imbattibilità in campionato, non certo il buonumore. Da quando però è tornato a disposizione a inizio mese, Vlahovic ha già dimostrato di avere il pedigree per rimettere in carreggiata la squadra: prima ha aperto le danze per l’impresa contro il Manchester City che ora fa sperare la squadra in un posto negli ottavi di finale di Champions League, poi martedì è arrivata la rete d’apertura nel 4-0 sul Cagliari in Coppa Italia, competizione di cui i bianconeri sono i campioni in carica. In attesa della Supercoppa Italiana di inizio 2025, ora all’appello manca soltanto la Serie A. 

La Coppa Italia per dimenticare il campionato: Juve, quanto conta la sfida col Cagliari

I bianconeri, oltre che in Champions, dopo il decimo pari in A devono andare avanti nel torneo vinto nella stagione scorsa

Roma, 15 maggio 2024: Dusan Vlahovic segna all’Atalanta in finale di Coppa Italia e si regala il primo trofeo italiano della sua giovane carriera. Tralasciando tutto quello che è successo nel post partita (la sceneggiata di Massimiliano Allegri che ha portato al licenziamento per motivi comportamentali del tecnico bianconero) è stata la prima e unica serata di festa dell’ultimo triennio, una boccata d’ossigeno in mezzo a tante delusioni. È stato anche il primo titolo del nuovo corso targato Cristiano Giuntoli e di fatto l’inizio di una nuova era. Ed è alla Coppa Italia che la Juventus s’aggrappa per ritrovare il sorriso dopo l’inaspettato pari con il Venezia e la veemente contestazione dell’Allianz Stadium. Stasera contro il Cagliari — che in campionato ha già fermato la Signora sull’1-1 – non ci si potrà accontentare: o si vince o si esce e i bianconeri non possono permettersi un’eliminazione così precoce soprattutto in un’annata povera di obiettivi. Abbandonati troppo presto i sogni scudetto, Supercoppa (in programma a Riad dal 2 al 6 gennaio, la Juve affronterà il Milan in semifinale il 3) e Coppa Italia restano le uniche possibilità per la banda di Thiago Motta di evitare un’annata da zero titoli. E Vlahovic, che ai sardi ha già fatto centro in Serie A in questa stagione, è l’uomo giusto per tirare la squadra fuori dai guai.

Dici Coppa Italia e dici Juventus, perché i bianconeri dal 2014-15 a oggi l’hanno vinta 6 volte (di cui 4 consecutive), 2 sono arrivati in finale e altre 2 sono usciti in semifinale. Non a caso Madama è la squadra con più Coppe Italia in bacheca (15) e per trovare l’ultima volta in cui non ha superato gli ottavi bisogna tornare indietro di un ventennio: stagione 2004-05 con Fabio Capello in panchina, sconfitta all’andata in trasferta (0-2) e pareggio al ritorno in casa (3-3) con l’Atalanta. Stavolta la Juventus si gioca tutto in gara secca e avrà 90 minuti (più eventuali rigori) per evitare una figuraccia.

Motta, e ora chi gioca davanti col Milan? L’occasione di Weah nello stadio di papà George

Il francese primo candidato per il posto di centravanti lasciato vuoto dall’infortunio del serbo. Ma Motta può valutare a vario titolo anche i profili di Yildiz, Mbangula, Koopmeiners e Anghelé

Senza Dusan Vlahovic e in attesa che Nico Gonzalez torni a disposizione, la Juve deve trovare una soluzione sperimentale per garantirsi peso specifico al reparto d’attacco almeno per la partita contro il Milan: da valutare con l’Aston Villa. Thiago Motta aveva già ridotto il minutaggio del serbo con dei cambi sistematici a metà ripresa nell’ultimo periodo, togliendo il riferimento offensivo alla difesa avversaria e provando a dare un effetto più dinamico alla manovra con l’inserimento di altri giocatori. Una mossa che non ha prodotto sempre granché ma che in qualche circostanza ha funzionato, stando però al segmento finale della partita. Almeno nel prossimo match, invece, la scelta dovrà dare consistenza sul lungo periodo. 

Il candidato numero uno per il centro dell’attacco contro il Milan è Weah. Il figlio d’arte, che a San Siro potrà rivivere una grande emozione personale sfidando l’ex squadra del papà, sembra poter dare più garanzie degli altri in questo momento di grande crisi. Ha gol nelle gambe, sta vivendo un buon momento ed è in continua crescita. Più difficile che Thiago Motta scelga Yildiz, considerato che Mbangula (che a quel punto giocherebbe titolare a sinistra) potrebbe dare maggiore vivacità in avanti a partita in corso. La mossa a sorpresa, per il momento solo ventilata ma mai messa in atto, sarebbe Koopmeiners come riferimento offensivo: qualcosa che l’olandese potrebbe anche fare, ma andando a svuotare la trequarti del campo. Poche le possibili soluzioni anche dalla Next Gen per la panchina: possibile ritorno in prima squadra di Anghelé, che aveva già avuto la possibilità di debuttare in massima serie contro l’Hellas Verona.

Il traguardo di Vlahovic: 50 gol come Tevez. E ora punta Vialli

L’attaccante salva ancora la Juventus, punta Gianluca a 53 reti e vince la sfida diretta con l’obiettivo di mercato David. Poi esce arrabbiato

Si alza la temperatura e sale in cattedra Dusan Vlahovic. A Lilla come a Lipsia, è sempre il serbo l’uomo in più della Signora nelle trasferte di Champions. Dalla doppietta in Germania alla rete pesantissima di ieri sera in Francia. Un rigore che salva la Juventus da una nuova sconfitta europea e che proietta DV9 sempre più nella storia del club. Vlahovic ha segnato il suo 9o gol stagionale – terzo in Coppa – ma soprattutto ha raggiunto cifra tonda: 50 reti da quando nel gennaio 2022 è sbarcato sul pianeta Juve.

Alla fine, un po’ per la partita in bilico e il risultato e un po’ per la sostituzione all’ora di gioco, Vlahovic è rientrato in panchina apparentemente stizzito, probabilmente perché non si aspettava di essere cambiato così presto.

Si entra nella storia con i gol e i trofei, per dirla alla David Trezeguet (miglior bomber straniero di tutti i tempi della Juventus con 171 reti), e Dusan gradino dopo gradino sta risalendo la classifica. Quello di Lilla è un timbro che entra nei libri bianconeri. Vlahovic ha raggiunto a quota 50 gol Carlitos Tevez, tuttora amatissimo dai tifosi juventini. Eguagliato un attaccante, si punta a quello successivo.

Adesso DV9 metterà nel mirino un certo Gianluca Vialli, davanti a lui di appena tre marcature (53). L’aggancio all’ex capitano sarà questione di (poco) tempo, ma per diventare indimenticabile come lui servirà molto di più. Questione di leadership, aspetto nel quale il serbo è migliorato parecchio, ma anche di successi. Vialli è salito sul tetto d’Europa con la Juventus 1996, da capitano. Vlahovic ha lo stesso sogno e farà di tutto per realizzarlo: proprio per questo il suo agente non ha chiuso la porta ai dirigenti bianconeri sui discorsi legati al rinnovo (contratto in scadenza nel 2026).

Juve, idea Beto: per gennaio si apre la pista dell’ex Udinese

Dusan Vlahovic solo, Milik è fermo. Giuntoli cerca un vice Dusan in prestito: il portoghese, ai margini nell’Everton dei Friedkin, piace anche alla Roma

La Juventus si prepara a tutto, anche a dover rinforzare l’attacco a gennaio. Una munizione in più per allargare il reparto e garantirsi un’alternativa a Dusan Vlahovic, finora il giocatore della rosa più impiegato da Thiago Motta. Il bomber serbo ha sfiorato il percorso netto in questo avvio di stagione: 9 presenze tra campionato (7) e Champions League (2), complessivamente 758’.

A parte i 7 minuti finali contro la Roma e il secondo tempo contro il Napoli, Thiago Motta non ha mai rinunciato al suo numero 9, già autore di 7 reti. Toglietemi tutto, ma non Vlahovic. Dove finisce la scelta, inizia la necessità. Un vice di Dusan non c’è in questo momento, tanto che contro il Napoli al posto dell’ex viola è stato adattato Timothy Weah. Sulla carta il sostituto di Vlahovic sarebbe Arek Milik, ma il polacco è ai box da giugno e il suo rientro è tuttora un rebus. La stagione è ancora lunga e l’attuale emergenza offensiva (Nico Gonzalez infortunato, Conceicao squalificato e Koopmeiners in dubbio per la Lazio) ha confermato una volta di più come la coperta sia abbastanza corta in avanti.

Non a caso negli ultimi giorni di agosto il direttore tecnico Cristiano Giuntoli ha sperato di rifinire l’attacco con il prestito di Jadon Sancho, poi trasferitosi dal Manchester United al Chelsea. Adesso, con il punto interrogativo su Milik, i radar sembrano più orientati su una punta centrale. Preferibilmente in prestito semestrale, come nel caso del centrale che dovrà prendere il posto del lungodegente Gleison Bremer (stagione finita). L’ultima idea per l’attacco, che si aggiunge a quella di Lorenzo Lucca (Udinese), è un ex friulano: Beto dell’Everton. Ex Serie A e attualmente chiuso nel proprio club, un po’ come quel Milan Skriniar (Psg) in cima ai pensieri difensivi della Signora per gennaio.