Calendario, infermeria, mercato: Juve e Inter, il grande duello riparte così

Sarà un gennaio impegnativo per le due squadre che si contenderanno lo scudetto: il 4 febbraio lo scontro diretto a San Siro

Due punti di differenza che valgono un’investitura: Inter 45, Juve 43. Lo scudetto è roba loro. E del profluvio di chiacchiere che l’accompagna. Il 2024 riparte dalla guerra dei due mondi, il derby d’Italia, la sfida più nobile del nostro calcio, nel solco di una tradizione infinita fatta di spasmodica rivalità e antiche polemiche anche truci. Certo, i toni non sono più quelli d’un tempo, ora si va di fioretto con allusioni, distinguo, rimandi, sfruculiando pure le tasche altrui perché, si sa, l’altra sponda ha sempre qualcosa in più per vincere. L’ultima spigolatura (al portafogli), per esempio, è dell’interista Acerbi: “Ricordo alla gente che dice che l’Inter è la squadra più forte del campionato che come sono arrivati tanti giocatori forti, sono andati via altrettanti giocatori forti.

La Juventus ha speso 200 milioni per gente come Bremer, Chiesa e Vlahovic. Noi abbiamo preso dei parametri zero. Dobbiamo essere equilibrati, sappiamo chi siamo e cosa vogliamo”. Allegri, senza indugio, rimanda la palla sull’altra metà campo spulciando invece la natura della rosa: “Non commento le parole di Acerbi. L’Inter è due punti sopra, stanno facendo una stagione straordinaria. Noi stiamo provando a restare attaccati, sapendo che il nostro percorso è diverso dal loro. Basta vedere la rosa che abbiamo a disposizione come età. I ragazzi stanno crescendo e siamo soddisfatti, senza stare a guardare in casa degli altri”. 

La Juve va forte con le big: mai sconfitta negli scontri diretti

Finora il bilancio per la squadra di Allegri è di 4 vittorie e 2 pareggi. Tra le pretendenti ai primi quattro posti nell’andata manca solo la Roma.

L’ultima partita del 2023 per la Juventus sarà anche l’ultimo scontro diretto del girone d’andata: sabato sera all’Allianz Stadium arriverà la Roma dell’ex Paulo Dybala, rimasto nel cuore di molti tifosi bianconeri, e la Signora avrà l’occasione per confermarsi grande contro le grandi. Uno dei segreti della squadra di Massimiliano Allegri è la capacità di fare punti negli scontri diretti: finora zero sconfitte per Danilo e compagni quando hanno affrontato formazioni con lo stesso obiettivo, ovvero un posto in Champions League.

I giallorossi — che tra l’altro a Torino nella nuova casa di Madama hanno vinto una sola volta, nel 2020 — sono l’ultimo step da superare per confermare una ritrovata maturità.

I numeri dicono che la Juventus finora ha raccolto 14 punti contro le big: 4 vittorie (con Lazio, Fiorentina, Milan e Napoli) e due pareggi (con Inter e Atalanta). In casa un solo pari, contro i nerazzurri. Meglio della scorsa stagione, quando alla fine del girone d’andata i bianconeri avevano raccolto 12 punti in 7 sfide, sconfitti solo da Milan e Napoli. Era andata peggio nel ritorno, quando avevano perso con Milan, Napoli e Roma (ma all’Olimpico), battendo però di nuovo l’Inter anche a San Siro. La Signora versione 2023-24 è più solida e più pronta dal punto di vista psicologico ad affrontare le sfide sulla carta maggiormente difficili, almeno questo è quello che ha dimostrato finora in questa stagione, e poi ha un allenatore bravo a preparare questo genere di partite e a gestirle anche con i cambi.

L’obiettivo di Allegri è fare l’en plein contro i Mourinho boys, che arrivano a Torino forti del successo sul Napoli e con la voglia di risalire verso il quarto posto. L’Allianz Stadium sarà tutto esaurito (come è successo quasi sempre in questa stagione) e i bianconeri in casa non hanno mai perso (6 vittorie e 2 pareggi).

Mourinho, Lukaku, Dybala: sabato il popolo Juve li accoglierà così

Tanto affetto per Paulo da parte dello Stadium, su Big Rom invece pesano i diverbi dell’ultimo Juve-Inter di Coppa Italia e i tormentoni estivi

In occasione di Juventus-Roma arriveranno allo Stadium tre personaggi che non passeranno inosservati. Si tratta di Mourinho, Lukaku e Dybala: due storici rivali e un ex che il popolo bianconero riaccoglie sempre con affetto.

Gli altri due invece sono stati in passato protagonisti di alcuni diverbi a distanza con i tifosi della Juve, in particolare con la curva Sud: il tecnico portoghese, che guidò l’Inter del triplete, ha risposto in passato a qualche coro offensivo nei suoi confronti mostrando il “tre” con le dita; l’attaccante belga, nella passata stagione, quando indossava la maglia nerazzurra, esultò a un suo gol in Coppa Italia con un gesto per zittire i cori offensivi al suo indirizzo, e poi alcuni tifosi vennero daspati. 

L’affetto per Dybala ha radici forti. L’argentino era a un passo dal rinnovo del contratto, quando la Juve decise di fare una riflessione più attenta sul suo conto. Il calciatore non garantiva continuità a seguito di alcuni problemi fisici, nel frattempo alla squadra di Allegri mancava un goleador e per questo la dirigenza andò dritta su Vlahovic: un colpo atipico per il mercato di gennaio, ma ritenuto necessario per dare una spinta ai bianconeri che rischiavano di non entrare nella zona Champions. La Juve decise così di scaricare il 10 della Juve, che salutò tra le lacrime nella stessa serata d’addio di Chiellini.

Quello tra Lukaku e la Juve è stato invece il tormentone dell’estate scorsa, con il belga in cima alla lista dei desideri di Allegri. Prima del blitz della Roma, i bianconeri ne stavano parlando col Chelsea, che si era spinto fino ai 20 milioni di conguaglio (oltre allo scambio pari tarato sui 40 milioni) per il trasferimento a Londra di Vlahovic. Ma il serbo non era intenzionato a cambiare aria e alla Continassa non erano disposti a svenderlo: non se ne fece niente, ma la sola trattativa allontanò il belga dall’Inter.

Alla Juve continua a mancare Vlahovic: solo un gol in tre mesi, a Genova ancora a secco

Ha lasciato a Chiesa il rigore per sbloccarsi, ma è il serbo che si è avvitato in una crisi senza uscita: dal 16 settembre con la Lazio ha segnato solo con l’Inter. Troppo poco per l’uomo più pagato in rosa

E niente, non c’è mai il modo di avere motivo per festeggiare il gol ritrovato. Gli attaccanti della Juventus arrivavano a Marassi dopo aver segnato una rete in più di due mesi. La  segnatura ritrovata da Chiesa, andando con personalità dal dischetto a interrompere un digiuno personale in bianconero che durava ormai dal 23 settembre col Sassuolo, quasi tre mesi, lascia la gioia strozzata in gola per il risultato: quello col Genoa è il secondo vero passo falso stagionale dopo lo scivolone in casa del Sassuolo. Così come era rimasto in gola l’urlo anche per il gol ritrovato da Dusan Vlahovic con l’Inter anche lui dopo più di due mesi. Non solo per il pari quasi immediato che era arrivato da Lautaro, ma col senno di poi anche perché quello contro la capolista è rimasto l’unico gol del serbo ormai da tre mesi, dal 16 settembre con la Lazio: un episodio isolato più che una svolta, da parte dell’ultimo grande investimento di mercato juventino e giocatore più pagato in organico, da cui è normale aspettarsi ben altro rendimento.

Juve, summit di mercato per Phillips. E per Koopmeiners prima serve vendere

E Manna conferma l’operatività: “Avevamo pensato la squadra con due uomini in più, adesso siamo vigili”

Metti il City e la Juventus allo stesso tavolo. Da Manchester chiamano e la Signora risponde. I due club sono pronti a vedersi nuovamente e il summit è dato per imminente, magari già entro il weekend. Pep Guardiola nei giorni scorsi ha scaricato Kalvin Phillips senza girare troppo alla questione: “Mi spiace, ma non lo vedo nella mia squadra”, ha detto il tecnico. Così i dirigenti campioni d’Europa, prima di prendere in considerazione il prestito dell’inglese a una rivale di Premier League (Newcastle, Tottenham o Manchester United), vogliono capire se la Juventus è ancora interessata al mediano come lo era un mese fa, quando durante un blitz nel Regno Unito il d.t. Cristiano Giuntoli e il d.s. Giovanni Manna avevano guadagnato la pole position virtuale per l’ex Leeds. Nel mercato, però, le gerarchie possono anche cambiare. 

Phillips resta una possibilità intrigante per la Juventus, la più classica delle opportunità in saldo. L’incontro dei prossimi giorni, probabilmente non ancora risolutivo, servirà al City per aggiornare la posizione dei bianconeri e alla Juventus per capire la disponibilità del club inglese non solo a prestare il centrocampista per 6 mesi, ma eventualmente anche a partecipare al pagamento di parte del suo stipendio. Nel secondo caso, seppur alla Continassa non vorrebbero alterare troppo gli attuali equilibri inserendo un profilo di un top club a caccia di minuti per andare all’Europeo, l’occasione sarebbe ancora più gustosa. 

Giuntoli e il suo braccio destro Giovanni Manna, ieri premiato dall’Ussi Piemonte come dirigente dell’anno, non hanno fretta di decidere e continuano a lavorare su tavoli diversi e piani alternativi. “La rosa era stata pensata con due giocatori in più (il riferimento è a Fagioli e Pogba: ora squalificati per scommesse e doping, ndr). Se sul mercato si presenteranno delle opportunità ci faremo trovare pronti”, ha spiegato Manna a margine dei premi. 

Caso Pogba, la Juve aspetta la sentenza. Ipotesi risoluzione, intanto stipendio al minimo

Dopo la richiesta di 4 anni della Procura antidoping, la strategia del club Juventus.

La notizia alla Continassa è arrivata in mattinata: la Juventus è stata avvertita della richiesta di 4 anni di squalifica della Procura antidoping per Paul Pogba poco prima che la cosa diventasse di dominio pubblico. Non che ci si aspettasse nulla di diverso, e in ogni caso la durata dello stop non influirà sulle scelte della Juventus. La storia tra il Polpo e la Signora è al capolinea e i due sono destinati a separarsi quando la squalifica diventerà definitiva.

La linea bianconera è chiara: nessuna decisione verrà presa fino a quando non verrà emessa la sentenza di primo grado (anche perché fino ad allora la società non potrebbe agire da un punto di vista legale), poi in base all’entità della squalifica la dirigenza si confronterà con l’entourage del giocatore per muoversi d’intesa. Ormai la strada verso l’addio sembra tracciata, a meno che alla fine del procedimento non arrivi una (molto improbabile) squalifica di pochi mesi.

In caso contrario la Juventus è intenzionata a liberarsi dal fardello dei 9 milioni di euro netti annui (bonus esclusi) che dovrebbe pagare al Polpo fino al 2026. Vorrebbe farlo però non in maniera traumatica, ma trovando un accordo con il giocatore. Ecco perché la strada più probabile pare la risoluzione consensuale, che consentirebbe al club di risparmiare una trentina di milioni. 

A meno che non ci siano nome specifiche nel contratto del giocatore che disciplinano il doping, dopo un’eventuale condanna in primo grado il club ha due strade davanti a sé: la prima appunto è quella della risoluzione consensuale, magari con una cifra da corrispondere al giocatore. Se non si troverà un accordo, la Juventus potrà risolvere il rapporto unilateralmente rivolgendosi al collegio arbitrale, come previsto dagli articoli 9 e 11. Il club ha fin da subito dichiarato la sua estraneità alla vicenda: il prodotto incriminato, il famoso integratore che ha provocato la positività di Pogba al testosterone, sarebbe stato assunto senza consultare i medici bianconeri. Il giocatore però finora si è sempre dichiarato innocente. 

Vlahovic e il rinnovo, tra bonus, cifre e volontà reciproca: a che punto è la trattativa

Colloqui in corso con l’agente Ristic alla ricerca della formula giusta: dicembre può essere il mese chiave per il prolungamento di contratto fino al 2027 o al 2028

Non c’era bisogno del ritorno al gol dopo due mesi di digiuno per riaccendere i riflettori sulla partita, mai interrotta in queste settimane, del prolungamento di contratto di Dusan Vlahovic. Con tanti tavoli aperti per i rinnovi, quello del serbo nasce dalla reciproca volontà delle parti di parlarne e trovare la quadra, ma di partenza non sarebbe il più semplice. E non può esserlo, per costruzione, anche solo per una questione di cifre in gioco. Incontri già ci sono stati per saggiare, e confermare, la disponibilità di entrambe le parti: meno banale è entrare nel merito, ma con l’idea di rivedersi a breve dicembre può essere il mese chiave. 

Il contratto firmato con la Juventus al momento dell’arrivo dalla Fiorentina scade il 30 giugno 2026 e prevede un ingaggio a salire dai 7,5 milioni iniziali ai 12,5 dell’ultima stagione, che senza i benefici del Decreto Crescita implicano costi azienda già attorno ai 20 milioni lordi per questa stagione, che di fatto raddoppiano considerando anche il peso a bilancio dei 18,6 milioni di quota annua di ammortamento per il suo acquisto. Estendere servirebbe al club innanzi tutto per diluire questa seconda cifra a 14 milioni annui in caso di prolungamento di una stagione o poco più di 11 milioni prolungando di due stagioni.

I ragionamenti invece anche sulla spalmatura dell’ingaggio, per essere di reciproca convenienza, non possono risolversi solo con una proposta al ribasso, ed è qui che si sta cercando la formula giusta: la chiave sembra la parte variabile e la soluzione allo studio al momento più verosimile è quella di fare slittare una parte importante dei bonus alla stagione conclusiva del nuovo accordo, il 2026-27 in caso di prolungamento di un anno o il biennio 2026-28 in caso di prolungamento di due anni. Con l’eventualità della possibile aggiunta all’accordo di una clausola rescissoria. 

Juve a un bivio: a gennaio un nome grosso o meglio il basso profilo?

Allegri ha invitato la società a “fare le giuste valutazioni, perché la squadra sta andando molto bene”, lasciando pensare che possano bastare giocatori di seconda fascia

C’è una linea sottile che separa l’esigenza di fare mercato a gennaio e il rischio di rimettere nuovamente in discussione gli equilibri raggiunti dalla squadra, in casa Juventus. Nelle sue ultime esternazioni Allegri non ci ha girato troppo attorno alla questione: “Mancano sette partite e bisogna rimanere concentrati sul campo. Ci penserà la società a vigilare sul mercato ma bisognerà essere bravi a fare le giuste valutazioni, perché la squadra sta andando molto bene, ha raggiunto degli equilibri e non le si deve mancare di rispetto”. Il mercato di riparazione è sempre tanto complesso e si basa su logiche diverse da quello estivo: c’è poco tempo per inserire i giocatori nuovi, e non è mai così scontato che si ambientino subito. 

Dopo le squalifiche di Fagioli e Pogba la Juve qualcosa dovrebbe fare soprattutto a centrocampo, anche se non può spendere troppo. La dirigenza nelle ultime settimane si è messa sulle tracce di giocatori che potrebbero fare al proprio caso, bisogna però scontrarsi con le diverse situazioni specifiche: Hojbjerg è un’idea per il futuro ma il Tottenham potrebbe essere disposto a parlarne solo dall’estate prossima, De Paul al momento non vorrebbe andar via dall’Aletico Madrid e l’Udinese potrebbe trattenere Samardzic per la corsa salvezza. L’ipotesi Phillips potrebbe trovare più sponde per via del prestito che non impegnerebbe in futuro la società, ma si tratta di un calciatore che giungerebbe con lo status di prima linea pur non conoscendo la Serie A e l’operazione avrebbe anche un costo a fondo perduto. 

Juve, Allegri: “Domani Locatelli capitano. Szczesny e Gatti, niente turnover”

Il tecnico della Juventus alla vigilia della sfida ai sardi: “Importante per chiudere il ciclo positivo prima della sosta e per la classifica: i punti di domani servono per mantenere il distacco sulla quinta. Weah e Alex Sandro rientrano dopo la sosta, non credo Danilo”

C’è il Cagliari tra la Juventus e il derby d’Italia. Domani all’Allianz Stadium arrivano i sardi e i bianconeri hanno una doppia occasione: tornare in testa per una notte (in attesa dell’Inter, che domenica ospita il Frosinone) e soprattutto mettersi nelle condizioni di poter sfruttare la sfida all’Inter dopo la pausa (26 novembre) per tentare il sorpasso vero e proprio. “All’Inter – sottolinea Massimiliano Allegri nella conferenza della vigilia – non pensiamo perché c’è la sosta. La partita importante non è quella in programma fra quindici giorni, ma quella di domani: altrimenti buttiamo via tutto quello che abbiamo fatto. Il vero pericolo, e l’ho detto ai ragazzi, è quello di avere un calo di tensione o di energia domani. Servirà rispetto e umiltà contro il Cagliari, che conosco bene e a cui mi legano ricordi straordinari tanto da allenatore quanto da giocatore. Sono cambiato rispetto a quel tempo, ogni anno è diverso dall’altro: in 19 anni di carriera nulla è sempre uguale…”.

Allegri sta cercando di tenere sintonizzata la Juventus soltanto sul Cagliari. “E’ una partita importante per chiudere bene il ciclo, con tutte vittorie – continua l’allenatore livornese -. Abbiamo bisogno di punti per allungare sulla quinta in classifica. Ranieri non ti dà vantaggi, la squadra è in fiducia e davanti ha fisicità con Petagna e Pavoletti. Servirà pazienza, bisognerà fare una partita di tecnica e di compattezza di squadra. L’errore che è dietro l’angolo è quello di voler strafare. Invece dobbiamo solo fare e portare a casa i tre punti. Finora il gruppo è stato straordinario, però siamo soltanto all’inizio: dobbiamo mantenere un profilo basso per restare un gruppo granitico. La forza di questa squadra sono quelli che, pur trovando meno spazio, stanno mantenendo l’intensità alta in allenamento”.    

Zielinski per l’estate: la Juve studia il colpo a zero. Giuntoli tratta con l’agente del polacco

Il d.t. Juventus lo ha portato al Napoli nel 2016 e il feeling è forte. Occhio però alla concorrenza dell’Inter. Intanto è tutto fatto per il rinnovo con adeguamento di Locatelli fino al 2028

Metti intorno a un tavolo Cristiano Giuntoli e Bartlomiej Bolek. La scena l’hanno vista di sicuro a Napoli, quando nel 2016 l’attuale direttore tecnico della Juventus portò in azzurro Piotr Zielinski, allora di proprietà dell’Udinese. Bolek è infatti l’agente del centrocampista polacco con cui Giuntoli si è laureato campione d’Italia nel 2022-23. E chissà che il sodalizio non torni presto di moda anche a Torino. Zielinski, infatti, è in scadenza di contratto al Napoli e, a dispetto di un’intensa trattativa per il rinnovo le due parti, non sono ancora arrivate a un accordo. Va da sé che la mezzala polacca da gennaio sarà libera di firmare con un altro club. E della cosa avranno probabilmente discusso lo stesso Giuntoli e Bolek nel contatto avvenuto nelle scorse settimane.

Zielinski fu sul punto di lasciare Napoli già in estate, quando l’Al Ahli presentò una ricchissima offerta sia alla società campana che al calciatore. Alla fine, però, Piotr rifiutò le sirene arabe, soprattutto su spinta della moglie Laura, che vorrebbe restare con la famiglia all’ombra del Vesuvio pure in futuro. Il Napoli in estate aveva presentato a Zielinski un’offerta da circa 2,5 milioni di euro a stagione, un milione in meno dell’attuale stipendio, valida da subito. Il centrocampista era pure d’accordo per gli anni venturi, ma non a rinunciare già nell’immediato all’attuale emolumento. La firma, perciò, non è mai stata posta sull’accordo. E, nel frattempo, anche altri club hanno fiutato l’affare, informandosi sulla situazione di Zielinski. Tanto che il Napoli ora non è più così sicuro di riuscire a tenere la sua mezzala e, in caso di un’offerta conveniente dall’estero a gennaio, potrebbe addirittura aprire a una cessione per incassare qualcosa dal suo cartellino. Un’opzione che non è, a meno di sorprese, contemplata invece per la vendita ad altre squadre italiane.