La Juve coccola la stellina Yildiz: si lavora al prolungamento fino al 2029

La Juventus prova ad anticipare il possibile l’effetto Europeo per Kenan Yildiz. Così nei giorni scorsi i dirigenti bianconeri hanno ricevuto alla Continassa il nuovo entourage della stellina turca. Un incontro per riprendere i discorsi sul rinnovo, interrotti in primavera a causa della separazione dell’ex Bayern dalla sua precedente scuderia. Appuntamento non casuale. Thiago Motta, cresciuto alla scuola Barcellona e abituato a non guardare alla carta d’identità, punta forte sul 19enne attaccante esploso nell’ultima stagione con Massimiliano Allegri.

Yildiz è uno dei pochi intoccabili del nuovo corso e il d.t. Cristiano Giuntoli, che ha seguito da vicino il decollo del turco, vuole evitare sul nascere qualsiasi cattiva sorpresa legata a Euro 2024. Tutti motivi che hanno spinto la Juventus a riaprire le trattative subito e non al rientro di Kenan dalla Germania. Se le giocate e i 4 gol segnati da Yildiz con la Juventus hanno già attirato le attenzioni di diversi top club – Borussia Dortmund e Liverpool su tutti – qualche nuova magia con la Turchia del c.t. Vincenzo Montella potrebbe aumentare i rischi. Alla Continassa vogliono evitarli sul nascere e stringere i tempi, adeguando il contratto del classe 2005 allo status raggiunto sul campo. Non più soltanto un giovane aggregato dalla Next Gen, ma un attaccante sempre più protagonista con la prima squadra.

Yildiz è sbarcato a Torino nell’estate 2022 a parametro zero e lo scorso agosto ha rinnovato il contratto: scadenza 2027 (con opzione fino al 2028) e stipendio intorno ai 250-300 mila euro più bonus. La Juventus punta ad aggiungere un anno (cioè fino al 2029) e soprattutto a ritoccare il salario. Un po’ per adeguarlo al nuovo ruolo di Kenan in squadra e un po’ ribadirgli la centralità nel nuovo corso bianconero.

Tattica, idee e scelte forti in campo e fuori: Juve, ecco il decalogo di Thiago Motta

Allenamenti intensi, principi di gioco moderni e nessun titolare garantito: ecco i principi che l’ex allenatore del Bologna imporrà in bianconero

Principi di gioco e leggi fondamentali per lo spogliatoio. La Juventus targata Thiago Motta non sarà plasmata solamente dal mercato, comunque concordato tra Cristiano Giuntoli e il nuovo tecnico, ma anche dalle idee forti dell’ex Bologna. In partita: indirizzo della pressione avversaria, occupazione dello spazio e coraggio nelle scelte. In allenamento: intensità, competitività e pallone sempre al centro di tutto. Nella gestione: nessun posto fisso garantito, nemmeno per i veterani. 

Una volta trasferitosi dal campo alla panchina, Thiago Motta ha sempre preteso molto dai giocatori da ogni punto di vista, pur mantenendo però sempre in prima persona il polso della situazione. Non tanto, o meglio solo, con la rigida disciplina, quanto con la logica delle scelte e della meritocrazia. Per questo l’allenamento è la base di ciò che si farà poi in gara sul piano del gioco, ma anche delle considerazioni del tecnico sul singolo. A cominciare dall’intensità e dalla competitività: altissime, come la concentrazione del gruppo squadra. Non a caso a Bologna si narra non volasse una mosca durante le sedute, anche se Thiago sapeva pure come e quando sdrammatizzare o scherzare. Non immaginatevi, però, corse nei boschi o sedute in stile campus militare. Al centro di tutto, anche della parte atletica, c’è sempre un protagonista: il pallone. Una filosofia che Motta ha sviluppato dai tempi del Barcellona in salsa olandese di Van Gaal e Rijkaard. Come ripeteva il personaggio di un vecchio cartone animato giapponese, la palla deve diventare il miglior amico di ogni calciatore. Un alleato e non solo uno strumento. E con le strutture a disposizione alla Continassa, tra i centri più attrezzati in Italia e in Europa, Thiago potrà sbizzarrirsi nel ricercare le metodologie d’allenamento più moderne e avanzate.

Juve, Berardi ha detto sì. Ora la palla passa al Sassuolo

Domenico è infortunato e tornerà a fine anno. Guadagna tanto per la B ma non sarà svenduto

La Juventus e Domenico Berardi, in sintesi la storia infinita. Non esiste un modo migliore per descrivere il rapporto, conflittuale e tormentato, che lega i due protagonisti. Berardi che è stato bianconero senza però mai esordire con i colori della Signora e che negli anni è stato più volte sul punto di tornare, ma non se n’è mai fatto niente.

L’ultima volta è accaduto un’estate fa, quando tra il giocatore e il club c’era già un accordo ma con il Sassuolo no, così alla fine è rimasto dov’è. Ma non è detto che sia finita, perché anche se l’esterno del Sassuolo è attualmente infortunato, la retrocessione in Serie B della sua squadra potrebbe riaprire i giochi e favorire un trasferimento a Torino. Un primo sondaggio c’è già stato, ma solo tra Berardi e la Juventus. Una questione che verrà approfondita nei prossimi mesi, quando si capirà come procede il recupero dal brutto infortunio al tendine d’Achille. Di sicuro l’esterno 29enne ci spera e ha già detto il suo primo e convinto sì alla Signora. 

Berardi ora è in Versilia, dove sta portando avanti la fase di rieducazione. Si è fatto male a inizio marzo e i tempi di recupero dopo l’intervento sono di circa 9 mesi. Dunque sarà in campo tra novembre e dicembre se tutto filerà liscio. Il grande rammarico dell’attaccante è non aver potuto aiutare la sua squadra a evitare la retrocessione, ma adesso la nuova dimensione del Sassuolo rischia di accelerare l’addio. Di sicuro lo stipendio da 3 milioni di euro netti a stagione non aiuta una squadra che non parteciperà alla Serie A. Al momento la Juventus non si è ancora mai fatta sentire con Giovanni Carnevali, ma la formula del trasferimento e la valutazione saranno le questioni più difficili da risolvere. Ai bianconeri potrebbe andare bene un prestito oneroso con diritto di riscatto oppure obbligo legato ad alcune condizioni facilmente raggiungibili. Magari Cristiano Giuntoli potrebbe provare a inserire nell’affare un giovane che può diventare un valore aggiunto in un campionato di Serie B. 

Bonucci annuncia il ritiro: “Ho dato sempre il meglio di me, ora un’ultima battaglia”

Il Fenerbahçe ha comunicato l’addio al calcio del difensore azzurro, per anni leader della Juventus e della Nazionale. Si gioca il campionato turco con il club nella partita che chiude il torneo

È arrivato il momento di dire addio al campo per Leonardo Bonucci. Il Fenerbahçe, club turco nel quale il 37enne difensore ex Juventus e Nazionale milita, ha annunciato tramite i propri canali ufficiali che quella contro l’Istanbulspor – in programma alle 18 – sarà l’ultima partita dell’azzurro: “Il difensore italiano Leonardo Bonucci, che si è unito alla nostra squadra durante il mercato invernale, concluderà la sua carriera calcistica attiva” scrive il club. “Ho visto in lui le doti da leader, dentro e fuori dal campo” ha commentato Mert Hakan Yandaş, numero 8 dei gialloneri.

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Bonucci chiude una carriera gigantesca, con all’attivo 1 campionato europeo con l’Italia nel 2021 (in azzurro 121 presenze e 8 reti), 9 scudetti (di cui otto con la Juventus), 4 coppe Italia e 5 Supercoppe italiane (tutto in bianconero), più due finali di Champions perse sempre con la Juve, ha dichiarato: “Ho cercato sempre di dare il meglio dentro e fuori dal campo, è stato un onore fare parte di questa splendida famiglia. Ringrazio tutti e voglio chiudere la mia carriera con un altro titolo. Combatteremo un’ultima battaglia”. Già, perché il Fenerbahçe è ancora in lotta per il campionato e l’ultima partita di Leonardo potrebbe essere decisiva.

Juve-Allegri la fine più brutta, il club: “Comportamenti non compatibili coi nostri valori”. Squadra a Montero

L’esonero dopo aver condotto l’ultimo allenamento per una condotta non in stile “Juve durante e dopo la finale di Coppa Italia”. Via anche lo staff: in attesa di Thiago Motta, traghettatore il tecnico della Primavera

Alle ore 17.30 del 17 maggio Massimiliano Allegri non è più ufficialmente l’allenatore della Juventus. Fine della storia dopo 2 cicli e 12 trofei, l’ultimo vinto appena 3 giorni fa, nella serata in cui c’è stato il patatrac.

E’ stato esonerato per comportamenti ritenuti “non compatibili con i valori della Juventus” e inammissibili da chi la rappresenta. Così si legge nel comunicato da cui emerge la frattura insanabile che si è creata mercoledì sera a causa della sceneggiata del tecnico durante e dopo la finale di Coppa Italia.

Nessun ringraziamento, solo un augurio di “buona fortuna per i suoi progetti futuri”, tutto molto diverso da come era stato 5 anni fa, quando nello stesso giorno (che era sempre un venerdì) si era consumato il primo divorzio tra Allegri e la sua Signora. Allora erano motivi tecnici, stavolta invece c’è di mezzo la condotta sopra le righe tenuta sul prato dell’Olimpico e nei corridoi della sala stampa che per il club può configurare un danno d’immagine. Per questo la decisione è stata comunicata all’allenatore dall’a.d. Maurizio Scanavino e non dal direttore tecnico Cristiano Giuntoli, che era in sede ma non ha partecipato all’ultimo incontro. Giuntoli aveva pianificato di convocare Allegri a fine stagione per parlare di futuro (anche se tutto pareva scritto nonostante un altro anno di contatto) ma gli eventi di Roma hanno fatto precipitare la situazione.

Allegri perde Danilo, finale di Coppa Italia a rischio

All’indomani del pareggio a Roma, il capitano della Juventus si ferma per una lesione miotendinea di basso grado del bicipite femorale. Niente Salernitana, obiettivo l’Atalanta tra poco più di una settimana

Brutte notizie per la Juve: si ferma Danilo, a causa di una lesione miotendinea di basso grado del bicipite femorale della coscia sinistra. Il capitano bianconero ha già cominciato l’iter riabilitativo, dopo aver riferito del fastidio nell’immediato post gara di Roma: non ci sarà sicuramente nel prossimo match con la Salernitana, in programma all’Allianz Stadium, ma proverà a rimettersi a disposizione di Allegri per la finale di Coppa Italia del 15 maggio.

Allegri nel frattempo dovrà trovare una soluzione alternativa, provando a capire prima di tutto su chi potrà contare per il prossimo match: Alex Sandro, fuori dai convocati per l’ultima trasferta a seguito di un sovraccarico al soleo della gamba destra, dovrebbe tornare in gruppo. E nel caso in cui giocasse, il brasiliano andrebbe a raggiungere Nedved in testa alla speciale classifica degli stranieri con più presenze nella storia della Juve. In alternativa, potrebbe toccare a Rugani o eventualmente a De Sciglio, specie se venisse proposta la linea difensiva a quattro e non a tre. In realtà ci sarebbe anche Djalò, che però fino a questo momento non è stato utilizzato e, dunque, non ha neanche fatto il debutto in maglia bianconera.

Juve, progetto giovane: nuovo contratto per Yildiz, poi Calafiori, Greenwood, Leoni

Per il turco si aspetta solo l’ufficialità del nuovo accordo fino al 2028, con la maglia numero 10. Per arrivare al centrale del Bologna può essere sacrificato Huijsen. Piace anche il centrale della Samp, 17 anni

Signora sostenibile e giovane, anche grazie alla freschezza di qualche talento della Next Gen. È la Juventus secondo John Elkann, l’a.d. di

Exor, che Cristiano Giuntoli dovrà trasformare in un progetto reale e vincente tanto in campo quanto nei bilanci. La formula non è troppo lontana da quella sperimentata con successo dal d.t. ai tempi del Napoli e dello storico scudetto 2023. Il dirigente toscano, dopo un anno di studio, inserimento e apprendistato del mondo Juve, è ponto a passare alla fase 2 in estate. Dall’anno zero all’anno uno per dirla con Elkann. Così, incassato il biglietto per il Mondiale per club e in attesa del pass per la Super Champions, Giuntoli con un occhio guarda al presente e con l’altro al futuro.

Non a caso la prima tessera del nuovo puzzle è Kenan Yildiz. Un 18enne decollato in Next Gen, ma che ha già debuttato in prima squadra, segnato 3 gol (uno in campionato, due in Coppa Italia) e acceso i sogni dei tifosi.

Il turco si candida per essere uno dei volti principali, se non proprio quello copertina, della Signora 2.0. Sensazione rafforzata dalle ultime mosse della Juventus, che come da programmi ha blindato il ragazzo ingaggiato dal Bayern a parametro zero. Ormai s’aspetta soltanto l’ufficialità della fumata bianca (fino al 2028, stipendio intorno al milione lordo più bonus), che dovrebbe arrivare alla conquista ufficiale del biglietto per il ritorno in Champions League o al più tardi dopo l’eventuale finale di Coppa Italia. Dettagli, un po’ come quelli ancora da limare. Kenan è già il presente della Juventus, ma è destinato a rappresentare soprattutto il futuro. Per tutti questi motivi, alla Continassa sono stati reattivi nel lanciarlo e anche nel “difenderlo” dagli attacchi delle big europee: Liverpool, Arsenal e Borussia Dortmund su tutti. Gli aspetti tecnici si intrecciano a quelli commerciali.

Juve, media punti da Serie B! Solo in 3 hanno fatto peggio: o svolta o addio Champions

Il tracollo da gennaio: la squadra di Allegri è passata da una media di 2,47 punti a gara nelle prime 21 giornate all’attuale 0,77. Per fare gli 11 punti richiesti dal tecnico dovrebbe andare a velocità doppia nei prossimi 8 incontri

Anzi da svenimento: a partire dal weekend del 27-28 gennaio scorso, la Juventus ha infatti conquistato solo sette punti in nove partite di Serie A, sui 27 disponibili. Uno shock per i tifosi, ma anche per la squadra, che nemmeno contro la Lazio ha manifestato segnali di ripresa. Anzi. La Juve è incappata nella quarta sconfitta degli ultimi due mesi, quattro sono pure i pareggi mentre la casella delle vittorie continua a far registrare un misero “1”. Nello stesso periodo soltanto Salernitana (due), Frosinone (tre) e Sassuolo (quattro) hanno ottenuto meno punti dei bianconeri. Un quadro che porta ad un’unica conclusione: la Juve sta viaggiando ad una media-retrocessione, scesa ora a 0,77 punti a gara (rispetto ai 2,47 delle prime 21 gare). E sempre per restare ai numeri le prospettive non appaiono certo rosee: se la squadra continuasse con questo passo le prossime ultime otto gare apporterebbero alla classifica bianconera 6,16 punti: per la Juve significherebbe chiudere con 66 punti (arrotondati per eccesso), dunque sotto la soglia-Champions prevista da Allegri (70).

In verità senza troppo preavviso, il primo scricchiolio si è avvertito contro l’Empoli, partita alla quale la Juve era arrivata da prima della classe grazie anche al posticipo di una partita del calendario dell’Inter causa Supercoppa. Un primato durato un soffio: già il pareggio con i toscani consentiva un nuovo sorpasso nerazzurro. per la Juve addio dunque al sogno-scudetto, silenziato ma fin lì cullato, ma non solo: per la squadra è stato un crash devastante, la prima pietra delle successive otto gare da incubo.

La Juve non è guarita: spinge ma si ferma ai pali di Iling e Kean. È 0-0 col Genoa

Primo tempo sotto ritmo e senza occasioni per i bianconeri, meglio la ripresa ma i rossoblù restano attenti e reattivi. Espulso Vlahovic a tempo scaduto

La Juventus non vince più ed esce nuovamente tra i fischi dell’Allianz Stadium. Un solo successo, oltretutto all’ultimo minuto e contro il Frosinone, nelle ultime otto partite. Nemmeno il ritiro anticipato degli ultimi giorni deciso da Massimiliano Allegri ha scosso i bianconeri.

Contro il Genoa finisce soltanto 0-0. Al danno si aggiunge la beffa dell’espulsione finale per proteste di Dusan Vlahovic. Il bomber serbo, dopo la sosta per le nazionali, salterà la partita con Lazio e Allegri per quell’occasione potrà contare soltanto su Moise Kean come centravanti visto che Milik (infortunato) non rientrerà prima di 3-4 settimane. Pensieri futuri. Il presente è la crisi senza fine della Signora, nervosa e imprecisa. Per i rossoblù, reduci da due sconfitte consecutive, il punto è prezioso e rafforza il dodicesimo posto in classifica.    

Allegri, senza l’infortunato Milik, s’affida alla coppia titolare Vlahovic-Chiesa. Gilardino risponde con Gudmundsson, l’osservato speciale dei bianconeri, più arretrato – e a tutto campo – con Vitinha accanto a Retegui. Rossoblù a trazione anteriore e pure più pericolosi e propositivi nel primo tempo: tra il colpo di testa iniziale di Bani (ottima risposta di Szczesny) e il tentativo dalla distanza di Retegui, sono soprattutto il dinamismo e la tenacia di Vitinha a tenere in apprensione la difesa di bianconera. La squadra di Allegri, spesso sotto ritmo e imprecisa tecnicamente, impiega quasi mezzora per insidiare il Genoa e a provarci è sempre Gatti: prima con un tiro dal limite senza troppe pretese, poi con una deviazione in area che invece qualche brivido lo procura a Martinez. Comunque troppo poco. Chiesa e Vlahovic, spesso isolati e quasi mai connessi tra loro, sprecano l’unica ripartenza potenzialmente velenosa. E così ancora una volta sono i fischi di parte del pubblico dell’Allianz Stadium ad accompagnare il rientro negli spogliatoi di Danilo e compagi. 

Napoli fuori dalla Champions, la Juve si qualifica: bianconeri al Mondiale per club

La squadra di Allegri, in virtù delle norme stabilite dall’Uefa, prenderà parte al prossimo Mondiale per Club in programma negli Stati Uniti nell’estate 2025, nel nuovo formato a 32 formazioni

Il Napoli esce dalla Champions League, la Juventus festeggia. Non si tratta di semplice rivalità sportiva ma delle conseguenze porta con sé il risultato maturato questa sera in Spagna. L’eliminazione dalla coppa della squadra di Francesco Calzona, infatti, certifica in automatico la partecipazione della Juventus al prossimo Mondiale per Club in programma negli Stati Uniti nell’estate 2025 nel nuovo formato a 32 formazioni.

Gli azzurri, prima della partita di questa sera, avevano 5 punti di ritardo nei confronti della Juve nel ranking appositamente istituito dalla Fifa (rispettivamente 42 e 47). Sarebbe bastato agganciare i bianconeri, perché in caso di punteggio analogo sarebbe stata favorita la società con il miglior percorso in Champions nell’ultimo quadriennio. Per farlo però sarebbe stato necessario almeno passare il turno e vincere una sfida dei quarti di finale, dove i bianconeri non erano mai arrivati nel periodo considerato. Tutto questo, di fatto, non accadrà: le due rappresentanti dell’Italia nel Mondiale per Club saranno l’Inter – già certa della qualificazione per il piazzamento alto nel ranking – e la Juventus. Ogni federazione, infatti, potrà contare soltanto su due squadre.

Per quanto riguarda l’Uefa sono già certe di esserci le tre vincitrici della Champions dal 2021 al 2023 (Chelsea, Real Madrid e Manchester City) a cui si aggiungerà la trionfatrice del 2024. Attraverso il ranking hanno invece già staccato il pass Bayern Monaco, Paris Saint-Germain, Inter, Porto, Benfica, Borussia Dortmund e Juventus. Se la vincitrice di questa edizione dovesse rientrare tra i club già citati, sarà il Salisburgo a garantirsi la presenza. Le altre sicuramente qualificate delle confederazioni rimanenti al momento sono Palmeiras, Fluminense, Flamengo, Al Ahly, Wydad, Al Hilal, Urawa Red Diamonds, Monterrey, Seattle Sounders, Club Leon e Auckland City.