La ThuLa, Taremi, Correa e… Inter, tutte le coppie di Inzaghi

Fin qui sono stati provati cinque tandem d’attacco diversi. Con Marcus e il Tucu a Verona sono arrivati tre gol e due assist. Tra campionato e coppa Simone è costretto a ruotare.

A San Valentino mancano ancora un paio di mesi, ma Inzaghi ha già la coppia perfetta. Lautaro e Thuram restano i trascinatori, i due fari, l’alfa e l’omega dell’attacco nerazzurro, ma dietro di loro c’è chi scalpita per inserirsi di prepotenza nella stretta di mano tra i due.

Taremi, Arnautovic e Correa sgomitano dietro la Thu-La, ma fin qui hanno segnato un gol a testa. Inzaghi fin qui ha provato cinque tandem d’attacco: Lautaro-Thuram, Thuram-Correa, Taremi-Thuram, Lautaro-Taremi e Taremi-Arnautovic. Quattro tentativi più uno.

Il calendario è fitto. Le partite da qui a fine anno sono tante. La preparazione è stata anche settata per non arrivare scarichi a metà giugno, quando ci sarà il Mondiale per club. Per questo Inzaghi sta cercando di capire la soluzione migliore dietro la ThuLa. Il Toro e Tikus, ovviamente, non si toccano. Giocheranno titolari e Parma e contro la Lazio, ma non in Champions, dove Simone ha provato tre soluzioni diverse: Taremi e Thuram contro il City, Taremi e Arnautovic contro Stella Rossa e Young Boys, Taremi e Lautaro contro Lipsia e Arsenal. L’iraniano ha segnato un gol e servito due assist in cinque partite. Ha giocato soprattutto da rifinitore e legato coi centrocampisti. Al Porto ha segnato 91 gol in quattro anni, ma nonostante un ottimo precampionato fin qui ha siglato una sola rete in 632 minuti stagionali.

Lautaro, che succede? Poco incisivo, col mal di San Siro e 8 gol meno dell’anno scorso

Buongiorno l’ha cancellato, il confronto rispetto alla stagione passata è impietoso. E all’Inter servono i suoi gol

Lautaro s’è smarrito nella nebbia. Gli interisti che lasciano San Siro si interrogano a voce bassa sul suo rendimento. Cosa sta succedendo all’argentino? I numeri ci dicono che rispetto all’anno scorso è un altro giocatore: a questo punto del campionato aveva già segnato 14 gol in tutte le competizioni. Ora è sei. Cinque in campionato e uno in Champions.

Contro il Napoli è stato limitato dalla marcatura asfissiante di Buongiorno. Il centrale l’ha costretto a giocare soprattutto a centrocampo e a smistare palloni sporchi. Nell’unica occasione avuta, quella nel secondo tempo, ha preferito non calciare subito, controllando la sfera a centro area. Insomma, è un altro Lautaro. Il manifesto la heat map della partita di stasera: il raggio d’azione è stato quasi tutto a centrocampo, con qualche tocco in area di rigore. L’argentino ha smistato solo 13 passaggi e non ha mai calciato nello specchio. A referto è andato soltanto un tiro finito fuori, più un altro respinto dal muro alzato da Conte. La flessione del Toro rispetto all’anno scorso, comunque, resta evidente.

Il primo indizio è San Siro. Col Venezia Lautaro è tornato a segnare in casa dopo 249 giorni. L’ultimo squillo nel fortino l’aveva confezionato il 28 febbraio 2024 contro l’Atalanta. Da lì, una lunga astinenza al Meazza conclusa dopo quasi un anno. Non è finita: la stagione scorsa, a questo punto del campionato, aveva trascinato l’Inter contro Real Sociedad, Salisburgo, Monza, Cagliari, Fiorentina, Bologna, Torino, Roma, Atalanta e Salernitana, segnando quattro gol in soli 35 minuti. Ha chiuso l’anno da capocannoniere e poi è volato in Coppa America, vinta allo stesso modo con cui ha chiuso la Serie A: da top scorer assoluto. Inzaghi l’ha sempre difeso a spada tratta. Per lui Lautaro non si tocca, non si discute, semmai si ama e si protegge, ma il gioco è diverso. Inoltre, se prendiamo i big match, ha punto solo la Roma, rimanendo a secco contro City (in campo solo 24’), Arsenal, Milan, Juve e Napoli. All’Inter servono i suoi gol per continuare a correre.

Roma-Inter, Inzaghi: “Lautaro da Pallone d’Oro. Calhanoglu penso si sia fermato in tempo”

Nerazzurri a -2 dal Napoli dopo la vittoria all’Olimpico, sfida analizzata da Simone Inzaghi: “Primo tempo equilibrato, potevamo raddoppiare ma siamo stati squadra”. Sui nuovi infortuni: “Calhanoglu non stava benissimo. Penso si sia fermato in tempo: il dolore non è peggiorato”. E su Lautaro che insegue il Pallone d’Oro: “Se lo merita, è tra i cinque giocatori più forti del mondo”.

Terza vittoria di fila in campionato, successo pesantissimo che mantiene l’Inter in scia del Napoli. Nerazzurri a -2 dalla vetta dopo l’1-0 imposto alla Roma, battuta all’Olimpico dal gol di Lautaro Martinez. Nonostante le assenze a centrocampo e gli infortuni muscolari di Calhanoglu e Acerbi, la squadra di Simone Inzaghi torna a vincere in trasferta. Ne ha parlato proprio l’allenatore dell’Inter: “Dobbiamo lavorare e migliorarci, abbiamo avuto delle difficoltà. La Roma è una squadra di qualità, ma noi siamo stati bravi. Primo tempo equilibrato, poi dopo il gol potevamo raddoppiare perché il risultato è rimasto in bilico. L’Olimpico è un campo difficile, sono contento dei ragazzi”. Sui problemi muscolari di Calhanoglu e Acerbi: “Avevamo già qualche problema in mezzo senza Zielinski e Asllani. Calhanoglu non stava benissimo: lui è generoso, penso si sia fermato in tempo. Il dolore è rimasto come prima della gara, non è peggiorato”.

Una vittoria ritrovata dall’Inter lontano da San Siro: “In casa stiamo avendo un buon ruolino, fuori ci mancavano i punti dopo i pareggi contro Genoa e Monza. Siamo stati squadra, questo è quello che conta di più”. Decisivo Lautaro Martinez che insegue il Pallone d’Oro: “Per vincerlo eve continuare a fare quanto ha fatto con Inter e Nazionale. Penso sia tra i primi 5 giocatori più forti del mondo. Se lo merita e io lo darei a tutti i ragazzi stasera”. Ora la Champions, poi il big match contro la Juventus: “Martedì mattina partiamo per Berna, dobbiamo prepararla nel migliore dei modi in un giorno e mezzo…”.

Allenamenti doppi e turnover: il piano di Inzaghi per far tornare Lautaro al top

L’argentino aumenta i carichi ed è pronto a gestire l’impiego: sono giorni decisivi per salire di forma in vista di Stella Rossa e Torino

Se tra il dire e il fare c’è di mezzo Lautaro, allora c’è da fidarsi. Eccolo qui, allora, il piano dell’Inter e del suo totem: il Toro vuole tornare se stesso nel più breve tempo possibile e per farlo è pronto a tutto. 

A partire ovviamente dagli straordinari ad Appiano. In fondo, questa annata è cominciata così, con una telefonata dall’altre parte del mondo per tendere la mano alla sua Inter in apprensione per un infortunio muscolare di Taremi a pochi giorni dal debutto in campionato. Lautaro, fresco campione di Sudamerica con l’Argentina e con il piede ancora caldo dopo i gol che avevano griffato la coppa (compreso quello decisivo in finale con la Colombia), si era tagliato le vacanze per presentarsi in soccorso di Inzaghi: era il 6 agosto, l’Inter aveva bisogno della sua presenza e lui si è materializzato all’improvviso, come i supereroi dei fumetti.

Due mesi e sei partite dopo, la sola presenza non basta: l’Inter ha bisogno anche dei suoi gol e Lautaro logicamente la pensa allo stesso modo. Sa benissimo che il suo ritardo di condizione – e di conseguenza quello sottoporta – incide sul rendimento di tutto il gruppo, lo ha ammesso dopo il ko con il Milan e per questo ha messo a punto insieme a Inzaghi e allo staff tecnico un programma per recuperare terreno in fretta: le sue sedute aumenteranno, come aumenteranno le ore trascorse alla Pinetina. Tutto il lavoro specifico che l’argentino porterà avanti in questi giorni sarà finalizzato a colmare il gap di condizione. Primo obiettivo, salire di livello già sabato a Udine e rompere il ghiaccio tornando a segnare. Il resto verrà da sé: dopo la trasferta in Friuli, l’Inter tornerà a giocare una gara dopo l’altra fino alla sosta di metà ottobre.

Inter, Lautaro tra i giganti: è nella lista del Pallone d’oro

Il Toro è ormai stabilmente nel gotha europeo: oggi sarà nella top 30 del massimo riconoscimento individuale, ma potrebbe rientrare nella top 5. C’è anche Calhanoglu

È del colore dell’oro la stella che porta sul petto, ma è tutto d’oro anche il Pallone che finalmente guarda da vicino. Questo nuovo Lautaro dorato, prezioso come il più nobile dei metalli, ha finalmente fatto l’ultimo passo nella scala evolutiva degli attaccanti. È il posto aggiunto a tavola per il Toro, orgoglio interista e trascinatore pure in patria. Il capitano nerazzurro sta vicino ai “colleghi” Vinicius e Haaland e la conferma arriverà il 28 ottobre, tra i lustrini e le paillettes del Théâtre du Châtelet: sulle rive della Senna la cerimonia patinata per il Pallone d’oro 2024, in cui molti occhi si poseranno su di lui. Intanto, oggi l’argentino sarà uno dei 30 finalisti nella lista allargata, minimo sindacale per chi ha dominato la stagione, non in un mondo, ma in due.

Del resto, clamorosa è stata l’ultima stagione da cannibale in nerazzurro con la coda latina in albiceleste: la doppia vittoria in campionato e in coppa America è arrivata con annesso doppio titolo da capocannoniere (24 centri in A, 5 nel trofeo in Usa). Eccola, dunque, la chiave di questa crescita impetuosa, con cui ha buttato giù vecchi steccati e pregiudizi e fatto impazzire di felicità metà Milano: il gol, una ragione di vita, l’ossessione da inseguire e spostare sempre un po’ più in là, come l’utopia. Nella teatralità lo aiuta pure quel volto corrucciato da cacciatore della Pampa. Pensare a dove sarebbe se non fosse franato in Champions contro l’Atletico è solo una concessione al rimpianto: il rigore sparato sulla Luna al Metropolitano gli ha forse impedito di puntare davvero alla successione a Messi, compagno in nazionale e ultimo Pallone d’oro.

Inter, nodo Arnautovic: se resta niente colpi davanti. Grana Satriano, no al Brest

Marko Arnautovic e l’Inter si parleranno. Con calma, senza fretta né pressione perché non c’è nessun “dentro o fuori” all’orizzonte, ma si incontreranno. E allora l’Inter potrà vederci chiaro e capire se e come muoversi per un eventuale ritocco lì davanti. 

Il quadro è noto, perché i progetti di Inzaghi per l’attacco nerazzurro — con una stagione potenzialmente infinita da affrontare — prevedono quattro punte interscambiabili, con caratteristiche che permettano all’allenatore di ruotare i suoi uomini gol schierandoli indifferentemente da prima o da seconda punta. Se Lautaro, Thuram e Taremi rispondono all’identikit dell’attaccante ideale, non si può dire lo stesso di Arnautovic, il più “centravanti” delle punte attualmente in rosa. Di più, le scelte della società (e dello stesso Inzaghi) hanno ridisegnato le gerarchie, e così nel giro di una stagione Arnautovic è scivolato indietro: oggi è la quarta scelta, sempre più chiuso dai compagni di reparto. Paradossalmente, la conferma arriverà questa sera a Pisa: Marko è sicuro di avere spazio proprio perché Taremi si è fermato e perché la ThuLa deve ancora ricomporsi (Thuram è appena rientrato dalle ferie, Lautaro arriverà l’8 agosto). Anche di questo discuteranno Arna e i dirigenti interisti nelle prossime settimane: se gli spazi si restringeranno sempre di più, l’austriaco accetterà un ruolo da comprimario o preferirà guardarsi intorno? 

Quel che è certo è che finora Arnautovic si è orientato sulla prima opzione, congelando di fatto qualsiasi mossa del club per un rinforzo in attacco. Su di lui ci sono stati alcuni sondaggi dalla Turchia — Besiktas, Galatasaray e Trabzonspor — ma la prospettiva per adesso non sembra scaldare l’ex Bologna. Soprattutto, non sono arrivate offerte concrete: dettaglio che può fare tutta la differenza del mondo. Anche per questo l’Inter vuole arrivare pronta a una eventuale proposta da altri club per il suo attaccante: se Arnautovic dovesse manifestare un’apertura alla partenza, Marotta e Ausilio sarebbero disponibili a cercare una soluzione che accontenti tutti.

Lautaro, Vlahovic e… tante sorprese: gli attaccanti da prendere al fantacalcio

Il capitano dell’Inter e il centravanti della Juventus sono dei top nel ruolo. I bonus decisivi al fantacalcio, però, possono arrivare anche da chi parte indietro nelle gerarchie.

“Un direttore può sbagliare la moglie – diceva Pantaleo Corvino -. Ma non può sbagliare il portiere e l’attaccante”. Il concetto è semplice e lineare e, a pensarci bene, vale pure al fantacalcio: come si può sperare di dominare una lega senza un portiere affidabile e un bomber efficace? La Serie A ci ha storicamente abituato all’exploit di attaccanti sottovalutati (Toni al Verona, Borriello al Cagliari…), capaci di scalare la classifica marcatori tenendo testa ai top player di turno. Il sogno dei fantallenatori, di conseguenza, è sempre lo stesso: azzeccare il re dei goleador, ma pure l’attaccante “di seconda fascia”. L’impresa è ardua, però non impossibile.

In sede d’asta non si può che ripartire dai cannonieri della scorsa stagione. In prima fila c’è Lautaro, sempre più forte e sempre più leader. L’Inter mira a difendere lo scudetto e ad alzare l’asticella, puntando forte sul suo capitano, reduce da una Copa America da protagonista. Il Toro, 24 reti nell’ultima Serie A, è il bomber da prendere senza alcun dubbio. In caso di budget ridotti, però, Vlahovic rappresenta un’ottima alternativa. Lo scorso anno Dusan, spesso acciaccato e discontinuo, si è laureato vice-capocannoniere con 16 reti, nonostante la media-voto di appena 6,06. Con Thiago Motta, determinato a mettere il serbo al centro del progetto esaltando le sue doti tecniche e tattiche, Vlahovic dovrebbe portare a casa ottimi voti anche quando rimane a secco di gol. Chiude il cerchio Osimhen, ancora con le valigie in mano, eppure potenzialmente perfetto per il calcio di Antonio Conte. Fisico, veloce e spietato sotto rete, finché rimane a Napoli il nigeriano è da considerarsi un top del ruolo. Per lui parlano i 41 gol realizzati nelle ultime due annate.

Lautaro-Inter, è l’ora del rinnovo: summit col club, pronti 8 milioni più i premi

È destino che tutto prima o dopo finisca per passare da Madrid, nella vita di Lautaro. Poteva essere la sua città, perché l’Atletico lo aveva praticamente acquistato prima del blitz nerazzurro. Lo è in parte per la moglie Agustina che lì studia e lì dà gli esami all’università. Lo è perché nell’estate 2018, quando l’Europa ancora doveva conoscere che razza di attaccante fosse, l’argentino si presentò con un gol in acrobazia che…fermi tutti, proprio tutti.

Lautaro è Madrid domani sera, perché l’Inter europea che insegue l’ingresso nel G8 del calcio non può non appoggiarsi a chi del G8 degli attaccanti del continente (ma forse quel numero potremmo anche abbassarlo) fa già parte. Ma Lautaro è Madrid anche domani in giornata, senza bisogno di arrivare al Metropolitano. Perché in città è atteso il suo agente, Alejandro Camano. E non per una gita di piacere: è in programma un incontro con l’Inter, sul tavolo il rinnovo di contratto.

Tutto a Madrid, allora. Lautaro è il capitano di una squadra che la notte di Istanbul ha giurato a se stessa che ci avrebbe riprovato. Eccoci qui, la storia si fa (anche) al Metropolitano. Lautaro è pure il capitano di una squadra che non vuole lasciare, che sente sua ogni giorno di più e con la quale non smette di ragionare a lunga scadenza. Ma a un certo punto è bene anche far quadrare il caldo dei sentimenti con il freddo dei numeri. E l’ora è arrivata. L’argentino non ha una scadenza a breve termine, sull’attuale contratto c’è scritto 2026. Ma è nell’interesse di tutti, dell’Inter in primis, arrivare a una definizione dell’accordo entro la fine della stagione. Così, tanto per mettersi al riparo da scenari che oggi non è neppure logico ipotizzare.

Inter, verso l’Atletico con fiducia. Out Acerbi, formazione titolare già decisa

Stamani seduta di rifinitura per Lautaro e compagni. Unico assente il difensore ex Lazio, oltre ai fuori lista Cuadrado e Sensi. Quest’ultimo sarà operato nelle prossime ore.

Nessuna sorpresa, nessun colpo di scena: nella rifinitura di stamani ad Appiano Gentile Simone Inzaghi ha a disposizione l’intera rosa, eccezion fatta per il difensore Acerbi e i fuori lista Cuadrado e Sensi. Il primo sta sempre meglio, ma tornerà a disposizione verosimilmente per la gara contro l’Atalanta di mercoledì 28, più che per la trasferta di qualche giorno prima a Lecce. Ancora un mese di stop per il colombiano, che comunque fa progressi evidenti, mentre il centrocampista ex Monza nelle prossime ore si sottoporrà a un intervento chirurgico per rimuovere un placca messa al perone quando (nel novembre 2022) si era infortunato con il Monza. Stefano dovrà star fuori 15-20 giorni. Gli altri stanno tutti bene e sono regolarmente a disposizione del tecnico di Piacenza.

Le ultime prove, quelle “vere” Inzaghi le ha programmate per domani mattina, quando lavorerà sui calci piazzati. Stamani solo qualche schema peraltro mischiando le carte (tra i titolari c’erano Frattesi e Carlos Augusto). Al momento pare molto probabile che la formazione anti Atletico sia quella già trapelata negli scorsi giorni ovvero Sommer in porta, Pavard, De Vrij e Bastoni in difesa, Darmian, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan e Dimarco in mezzo, Lautaro e Thuram in avanti. Oggi niente ritiro: la squadra dopo l’allenamento tornerà a casa e i nerazzurri si ritroveranno alla Pinetina domani mattina.

Lautaro, contratto e scudetto: passi in avanti per il rinnovo e guida la sfida alla Juventus

Primo vertice positivo: il sì fino al 2028 è più vicino. E stasera con il Frosinone vuole riprendersi il primato dopo il sorpasso di ieri sera della Signora

Un Lautaro è per sempre. In qualsiasi direzione si voglia andare: scudetto o contratto, vanno bene tutte e due. Prendi il primo: come non pensare che uno così non abbia l’ambizione di trascinare i suoi alla seconda stella? E di rispondere già oggi alla Juventus che ieri sera si è presa la vetta? E poi, prendi il contratto. Tutti ad aspettare un incontro per il rinnovo che in verità c’è già stato. Il primo, certo, e non sarà l’ultimo. Ma tutto va nella direzione del diamante, pardon, del Lautaro: a Milano per sempre.

La nuova è questa: l’Inter ha già parlato con Alejandro Camano del rinnovo dell’argentino. La società nerazzurra ha infatti già effettuato (almeno) un primo giro di incontri con tutti i giocatori con cui c’è in ballo il discorso rinnovo. E dunque Mkhitaryan, Dimarco, Dumfries e, appunto, Lautaro. È storia recente, delle ultime settimane.

Siamo in una fase ancora preliminare, va detto. Non si arriverà alla firma in tempi brevissimi: si tratta di un accordo importante, serve pazienza. Ma il finale non è in discussione, perché l’indirizzo preso è comune e i rapporti eccellenti. Lautaro oggi guadagna con l’Inter uno stipendio da 6 milioni di euro netti più bonus legati a traguardi personali e di squadra, frutto della firma fino al 2026 che ufficialmente arrivò nell’ottobre di due anni fa. Ecco, alla fine della prossima trattativa il capitano dell’Inter dovrebbe arrivare a toccare quota 8 milioni di euro di stipendio, considerando sia la parte fissa sia i bonus.