Gli attacchi della stampa, le minacce ultrà, le critiche dei compagni: Messi-Psg, caos totale

Il giorno dopo è ancora caos. La sospensione di Leo Messi ha messo a soqquadro il Psg, in un finale di stagione tutt’altro che scontato.

Anche in campionato, dove il club dell’emiro del Qatar fa i conti con un Marsiglia a -5 e un Lens a -6 a cinque turni dal termine. Anche per questo gli ultrà hanno deciso di tornare in piazza. Anzi, davanti alla sede del club al centro di un vortice mediatico planetario dopo aver punito platealmente il campione del Mondo, reo di aver saltato l’allenamento di lunedì, per ragioni commerciali private, in Arabia Saudita.

Certo, tra i sovrani di Doha e Riad c’è stato un riavvicinamento durante il Mondiale, ma i due Paesi rimangono diffidenti su molti punti. E Leo ha fatto passare in secondo piano il contratto da 40 milioni di euro stagionali garantiti dall’emiro per promuovere il turismo in Arabia Saudita, che gli garantisce 30 milioni annuali. Il tutto in un momento delicato, all’indomani di un’ennesima sconfitta casalinga che ha riaperto il campionato. Insomma, si poteva gestire diversamente, ammesso e non concesso che la mossa del Psg sia stata quella giusta, dopo aver tollerato in passato ritardi e capricci di altri giocatori, anche non del livello di Messi.

Da ieri, l’argentino è diventato il simbolo di una stagione fallimentare, almeno agli occhi dei tifosi che Messi, dopo l’uscita di scena agli ottavi di Champions, lo fischiano sistematicamente all’annuncio della formazione, salvo poi applaudirlo se fa gol o assist. Tanti, in realtà, visto che il campione del Mondo è il giocatore più decisivo alle spalle del solo Haaland, includendo anche le partite con la nazionale. Ma non è bastato per evitare un altro tracollo del club parigino che l’aveva accolto come un re nell’estate del 2021 e che ora è pronto a far scattare la ghigliottina, non prolungando il contratto in scadenza. Anche perché la piazza è contraria.

La decisione di sospendere Messi per due settimane, negandogli il bonus deontologico e escludendolo pure dagli allenamenti, è stata presa dal presidente Al Khelaifi e comunicata dal suo consulente sportivo Campos.

Dalla Francia: Messi-Psg, accordo per il rinnovo. I dettagli

La Pulce avrebbe dato l’ok al prolungamento per un’altra stagione durante il Mondiale sarà ufficiale quando tornerà dalle vacanze

Leo Messi a Parigi anche per la prossima stagione?

Possibile, anzi per il quotidiano francese Le Parisien è cosa fatta. Il capitano dell’Argentina campione del mondo ha dato la sua parola per il rinnovo durante il Mondiale in Qatar e così le parti hanno trovato un accordo al prolungamento del contratto su cui i dirigenti del Psg e Jorge Messi, papà-agente del giocatore stavano lavorando ormai da tre mesi. L’ufficialità arriverà quando Leo tornerà dalle meritate vacanze e metterà la firma sotto al nuovo contratto, alle stesse cifre di quello in essere (30 milioni l’anno).

Questo è il retroscena raccontato dal quotidiano francese. I motivi? Il Psg garantirebbe a Leo un’altra stagione ai massimi livelli europei con obiettivi prestigiosi da inseguire (Ronaldo docet?) e avrebbe pure pesato il placet della famiglia che nella capitale francese si è ambientata benissimo. La prima stagione un po’ balbettante e i fischi ricevuti dopo l’eliminazione dalla Champions League fanno parte del passato. Messi è pronto a rilanciare la sfida con Neymar e Mbappé (ma rimarrà?) per portare la competizione per club più importante a Parigi, mentre tramonterebbero tutte le altre ipotesi, tipo quella di un Messi-bis al Barcellona che non avrebbe la copertura economica per il Grande Ritorno, oppure quella che portava all’Inter Miami, dove Lionel ha una casa per le vacanze.

Ora Messi può diventare il giocatore più vincente della storia: è a 2 trofei da Alves

Il brasiliano è a quota 44 titoli tra club e nazionale, ma Leo può agganciarlo o addirittura sorpassarlo già in questa stagione. Se Ronaldo va in Arabia può tentare la disperata rimonta?

Leo Messi ha vinto la Coppa del Mondo, il trofeo numero 42 tra club e nazionale di una carriera pazzesca. A 35 anni e mezzo, nonostante abbia da poco messo in bacheca la coppa che sognava da bambino, ha ancora voglia di togliersi soddisfazioni. Di entrare ancora più in profondità nella storia del calcio. Tra un paio di mesi, per la precisione il 27 febbraio, sapremo se si aggiudicherà il Best Fifa, le cui votazioni si sono chiuse ieri. E anche se Benzema ha vinto la Liga e la Champions, il fatto che l’attaccante del Real non si sia visto in Qatar a causa di un infortunio a pochi giorni dall’esordio della Francia, rischia di essere un assist incredibile per la Pulce. Sarebbe l’ennesimo premio individuale, anche se Lionel probabilmente punta a un altro primato che tra l’altro può centrare in questo 2022-23.

Attualmente il calciatore che ha vinto più trofei tra club e nazionale è Dani Alves: il brasiliano, che è stato a lungo compagno di Messi al Barcellona (23 titoli sono… comuni), è a quota 44 coppe alzate con 6 formazioni diverse (Bahia, Siviglia, Barcellona, Juventus, Psg e San Paolo) più la Seleçao. A Doha era stato convocato da Tite per l’assenza di un terzino destro di riserva di un certo valore, ma anche per il contributo di esperienza che un elemento così vincente poteva dare alla squadra. Dani Alves sognava la Coppa del Mondo per arrivare a 45 trofei e chiudere una carriera sensazionale che attualmente sta portando avanti in Messico con la maglia del Pumas.

Crollo Argentina, l’Arabia Saudita rimonta e batte Messi all’esordio

In avvio di ripresa Al Shehri e Al Dawsari rispondono al rigore del 10 e si portano a casa i primi tre punti del Mondiale.

Sembrava l’inizio del sogno, era solo l’anticamera di un incubo. Argentina in vantaggio dopo 10′ con un rigore di Leo Messi, l’eroe più atteso, osannato dalla folla enorme che ha colorato di bianco e celeste il bellissimo Lusail Stadium (80 mila spettatori). Dieci minuti per stappare il suo quinto Mondiale, quello della programmata redenzione dopo tante amarezze.

Strada apparentemente in discesa verso il 37esimo risultato utile consecutivo, quello che avrebbe portato l’Argentina al record del mondo, accanto all’Italia di Mancini. Invece la partita si complica, la Scaloneta gioca male, tradita da troppe stelle e dalla tensione del debutto.

Il c.t. Scaloni ci ha messo del suo con un azzardo a sorpresa andato male (Papu Gomez). A inizio ripresa, l’Arabia Saudita piazza un uno-duo terrificante: pareggia Saleh Al-Shehri con un diagonale stampato sul muso di Romero, segna il gol della gloria Salem Al-Dawsari con una meravigliosa parabola all’incrocio. Saleh, Salem e tanti saluti. L’Argentina annaspa come chi sta per annegare e non riesce più a portare a riva il risultato. Dawsari un suo posticino nella storia se lo era già ritagliato nel lontano 1994 quando, con un gol al 95’ contro l’Egitto, aveva regalato all’Arabia Saudita la prima storica vittoria in un Mondiale. Ora dalla storia, il talentuoso Salem non esce più.