Milan, Giroud pronto per il derby. Kalulu invece non ce la fa: dentro Kjaer

L’attaccante ha superato il problema alla caviglia, mentre l’assenza del difensore si somma a quella di Tomori per squalifica

Il Milan va verso la conferma della formazione classica, con un cambio obbligato in difesa: Kjaer per Tomori, squalificato. Il ritorno dalle nazionali si è completato ieri pomeriggio con Pulisic e Musah, che sono atterrati dopo il viaggio intercontinentale. Oggi si sono allenati e sono pronti per dare una mano. 

L’antivigilia di derby ha confermato le notizie buone e cattive. La migliore: Olivier Giroud si è allenato con la squadra e sarà disponibile per l’Inter, la sua partita. La peggiore: per Pierre Kalulu, come si era capito, nessuna chance. Il problema muscolare della pausa lo terrà fuori per l’Inter e molto probabilmente anche per il Newcastle. Disponibili invece gli altri titolari: Maignan in porta, Calabria, Thiaw e Theo in difesa, Loftus-Cheek, Krunic e Reijnders a metà campo, Leao davanti.

L’inglese ha parlato in esclusiva a Dazn Heroes in vista della gara contro i cugini di sabato: “Giroud e Lautaro sono due giocatori molto diversi. Io adoro giocare con Olivier perché è bravissimo a tenere la palla e a segnare di testa”

Loftus-Cheek, uno dei migliori in questo inizio di campionato del Milan, sarà protagonista del derby di sabato. Il centrocampista inglese ha parlato in esclusiva su Dazn nel corso della nuova puntata di Dazn Heroes, disponibile sulla piattaforma da stamani. E nel format che racconta i protagonisti e le storie più appassionanti dello sport, l’ex Chelsea ha ripercorso i momenti salienti della sua carriera oltre all’inizio dell’avventura in rossonero.

“Non vedo l’ora di giocare il derby. Loro sono molto forti – ha sottolineato -, ma anche noi lo siamo: c’è sempre una chiave per battere l’avversario e noi siamo fiduciosi di avere i giocatori e la mentalità giusta per vincere quella partita. Giroud-Lautaro? Sono due giocatori molto diversi.

Loftus-Cheek, il nuovo leader che… apre e chiude Milanello. Muscoli e corsa per il derby

L’inglese non è partito per gli impegni nazionali e sta preparando la sfida contro l’Inter. Dopo le prime due ottime partite, cerca la conferma contro Inzaghi

Ruben Loftus-Cheek apre e chiude Milanello praticamente dal primo giorno in cui vi ha messo piede. Ha preso possesso del centrocampo un pomeriggio di metà luglio, quando i senatori dello spogliatoio erano ancora in vacanza e il resto della squadra prendeva forma lungo le pieghe del mercato, e non lo ha più mollato.

Compresi questi dieci giorni di sosta che separano il Milan dal derby scudetto del 16 settembre: le nazionali hanno saccheggiato la rosa della capolista, Pioli ne ha “persi” 15 ma non il suo colosso. Sui muscoli di Loftus-Cheek ha iniziato a costruire il nuovo Milan e allo stesso modo proseguirà ora che c’è da preparare la sfida al vertice con l’Inter: al suo primo derby, Ruben è l’uomo nuovo che può far saltare il banco.

Anche se la stagione è cominciata solo da tre partite, immaginare oggi un Milan senza l’inglese è un esercizio piuttosto complicato. Per i tifosi — che solo a luglio dovevano abituarsi al numero 8 che era stato di Tonali stampato sulla schiena dell’ex Chelsea — e per gli stessi compagni di Loftus. È bastato che Pioli lo richiamasse in panchina durante Roma-Milan, poco dopo l’espulsione di Tomori, per mandare in confusione Theo Hernandez, che si sbracciava e chiedeva spiegazioni : “Il migliore fuori, perché?”. La scena è diventata virale sui social, anche se il motivo del cambio era scontato: Loftus-Cheek era già ammonito e Pioli voleva evitare brutte sorprese in vista del derby. Giocarlo con Ruben può fare tutta la differenza del mondo, perché l’inglese è tutto quello che in questi anni è mancato al Milan nei confronti con l’Inter in mezzo: fisicità, potenza, solidità.

Taremi sempre più lontano: il Milan cerca alternative

Il centravanti del Porto è quasi sfumato, quindi i Milan stanno cercando un’altra punta. Proposto En-Nesyri, ma niente da fare

Taremi è sempre più lontano dal Milan. Il centravanti del Porto, 80 gol negli ultimi tre anni, classe 1992, sembra destinato a non arrivare più a Milano, anche se la società sta provando a fare un ultimo tentativo per cercare di arrivare finalmente a dama. Ma non c’è più l’ottimismo della giornata di ieri. Colpa di un nuovo agente entrato in scena nella trattativa e soprattutto di un cambiamento delle richieste da parte dell’attaccante iraniano. Tradotto: Taremi avrebbe chiesto un ingaggio più elevato rispetto all’1,5 milioni proposti dal Milan. 

Le parti stanno ancora trattando, ma la trattativa non decolla. Anzi, sembra destinata a sfumare in modo definitivo, tant’è che il Milan sta cercando un’alternativa di livello per regalare a Pioli un vice Giroud. E Lorenzo Colombo? La punta, classe 2001, reduce da sei gol a Lecce, è stata bloccata dal Monza di Palladino, in attesa di capire se trasferirsi o meno all’U-Power Stadion. Il mercato chiuderà il 1 settembre alle 20. L’affare per Taremi non è saltato, ma si sta arenando sempre di più. Furlani e Moncada si guardano intorno.

In mattinata ai rossoneri è stato proposto Youssef En-Nesyri del Siviglia, attaccante classe 1997 campione d’Europa League. L’anno scorso ha giocato un bel Mondiale e segnato 18 gol stagionali. Niente da fare però, porta chiusa: la punta non vuole trasferirsi in prestito.

Milan, Taremi è a un passo. Ma il Porto chiede un ultimo sforzo

In chiusura la trattativa con il club portoghese: i rossoneri hanno alzato l’offerta a 15 milioni più bonus, apertura lusitana. Però serve un ulteriore step

Grandi passi avanti tra Milan e Porto per Mehdi Taremi ma ora… manca l’ultimo ok.

Il Milan ha portato la sua offerta a 15 milioni più bonus e il Porto ha dato la prima, grande apertura dicendosi disponibile a far partire il suo numero 9 e chiedendo un ultimo sforzo al Milan. Un’altra offerta che avvicini la proposta a quota 20. Questo ultimo mercoledì di mercato così diventa decisivo per l’ultimo acquisto rossonero.

Il Milan è sempre stato molto fermo sulle sue posizioni e ha fatto sapere di non avere intenzione di andare oltre la sua proposta. La risposta del Porto però è incoraggiante per chi spera di vedere Taremi in Italia. Il Milan ha temporeggiato fino a ieri sera quando, a distanza, ha inviato la sua prima offerta, leggermente inferiore ai 15 milioni. È stato il terzo affondo su Taremi dopo i primi approcci di giugno e un secondo tentativo di due settimane fa.

Mehdi Taremi, da parte sua, ha deciso: Milan. Ha fatto sapere al Porto di voler lasciare: c’è un derby di Milano da giocare. Fosse per lui, la partita col Rio Ave di due giorni fa – la sua ex squadra – sarebbe l’ultima in Portogallo. A 31 anni, è pronto per l’ultimo salto della sua originalissima carriera: il Milan.

Milan, ultimo assalto a Taremi: pronta offerta da 15 milioni

Il club rossonero accelera per il centravanti del Porto: a inizio settimana un ultimo tentativo. In caso di fumata nera, resterà Colombo

Non è finita finché non è finita. La storia a distanza tra Mehdi Taremi e il Milan deve ancora scrivere gli ultimi capitoli: il Milan a inizio settimana farà un ultimo tentativo, un’ultima offerta al Porto. Quanto importante? Probabilmente nell’ordine dei 15 milioni. La situazione è nota. Taremi al Milan piace da mesi e già a giugno era uno dei nomi forti come alternativa a Olivier Giroud. Taremi piace perché ha fisico e giusta cattiveria per fare la differenza in un campionato come la Serie A. In più, ha un’esperienza da Champions che male non fa.

Il Milan si è informato su di lui per tempo ma il Porto, nonostante un contratto in scadenza nel 2024, ha risposto alternativamente “non se ne parla” o “30 milioni”, che in questo contesto sono sinonimi. Il Milan non pagherà mai 30 milioni e nemmeno i 20 che il Porto ha chiesto più recentemente. Il secondo tentativo della scorsa settimana però ha fatto capire che l’interesse resta. 

Il Milan domani inizierà l’ultima settimana di trattative con idee chiare. Se capiterà una buona occasione di mercato, aggiungerà un attaccante centrale a Giroud e Noah Okafor, che nel 4-3-3 può giocare anche, forse soprattutto, sulla fascia. Candidato, oltre a Taremi, Hugo Ekitike, che il Psg vorrebbe vendere, magari all’Eintracht. Trattativa Milan-Ekitike-Psg non semplice, al momento ferma per le alte richieste su commissioni e soprattutto ingaggio, che il Psg in caso di prestito non pagherebbe. Ecco perché Lorenzo Colombo ha ampie chance di restare rossonero. Il Monza lo ha scelto come attaccante titolare e lo aspetta ma il Milan lo manderà in prestito solo se troverà un rinforzo compatibile con i piani tecnici ed economici. Altrimenti il tris è scritto: 9-17-29, Giroud – Okafor – Colombo.

Milan, Chukwueze si presenta: “Qui grazie a una telefonata di Pioli. E Leao balla con me”

L’attaccante preso dal Villarreal: “Il tecnico mi ha chiamato e motivato, forse se non avessi parlato con lui non avrei preso in considerazione questa offerta”

L’antipasto è stato servito ieri sera a Monza. Una decina di minuti abbondante che ha colpito soprattutto perché, ogni volta che toccava palla, il pubblico rossonero andava in estasi. Potere di Samuel Chukwueze, che è stato presentato ufficialmente a Milanello.

E la sensazione, dopo mezz’ora di chiacchiere del nigeriano con i giornalisti, è un’equazione che intriga già: se Chukwueze in campo sarà sciolto e spavaldo come davanti alle telecamere, allora per Pioli e il Milan ci sarà da divertirsi. “Sono qui per vincere subito e scrivere il mio nome nella storia del club. Scudetto, Champions, Coppa Italia: possiamo battere tutti, io non sono venuto per guardare o per guadagnare, questa è un’opportunità unica e voglio sfruttarla lavorando duro”, dice il nuovo attaccante rossonero. Tra un sorriso, una battuta e concetti mai banali, Samu a parole conquista.

Chukwueze è un bambino nel paese dei balocchi, ogni angolo del mondo Milan sembra incantarlo: “I tifosi mi taggavano su Instagram ancora prima di arrivare, mi sono sentito voluto bene da subito. E ho detto al mio agente: chiudiamo questa operazione perché adoro già il Milan”. Poi racconta come il Diavolo lo ha sedotto, dalle chiamate di Pioli – “mi ha telefonato quando ero con la nazionale usando una tattica geniale, mi ha detto perché aveva bisogno di me e io mi sono affezionato al progetto” – agli assist di Osimhen: “Victor è il mio migliore amico, ci conosciamo da quando avevamo 17 anni, mi ha parlato benissimo di Pioli e del Milan: ‘Vai in un grandissimo club con un grande allenatore, vedrai come ti piacerà Milano’. Io gli ho detto che se venivo avrei vinto tutto e lui mi ha risposto che era questa la mentalità giusta, abbiamo immaginato i nostri Milan-Napoli…”.

Milan, l’ora delle cessioni: da CDK a Rebic, 10 da piazzare. Ma andranno via tutti?

Dopo i colpi in entrata, la società rossonera ha bisogno di vendere: tanti i possibili partenti, da chi non ha mai trovato spazio a chi lo ha fatto ma ha deluso

Dopo i colpi in serie, servirà fare un po’ di spazio: nelle prossime settimane, il tema all’ordine del giorno in casa Milan sarà “player trading”.

Andando in ordine di ruolo, i primi rossoneri pronti a cambiare aria saranno i portieri Devis Vasquez (nella foto) e Andreas Jungdal. Il primo, arrivato a gennaio 2023, è stato acquistato dal Guaranì per circa 500 mila euro e non ha mai visto il campo: classe ’98, ha un contratto fino al 2026. Anche il secondo, ventunenne danese, cerca una sistemazione dopo il prestito all’Altach.

L’apice del suo viaggio rossonero è stato il gol da 3 punti segnato a Empoli nell’ultima stagione. Poi, prestazioni poco convincenti che lo porteranno a lasciare il Diavolo dopo due anni. Escluso dalla lista dei convocati per la tournée americana, era arrivato dal Monaco nel giugno 2021 e, con un suo addio, il Milan dovrà pensare anche a un vice Theo.

A Milanello ha vinto la sfortuna. Mattia Caldara ha giocato con il Milan solo un paio di partite, tormentato da infortuni e stop vari. Nelle ultime due annate, vissute in prestito tra Spezia e Venezia, sono arrivate due retrocessioni. Come Ballo-Touré, è stato escluso dalla tournée.

Su di lui c’è un grande punto interrogativo. Un anno fa, Adli aveva stregato tutti a suon di grandi prestazioni estive. Poi, ha visto il campo solo 6 volte in Serie A (una da titolare). Nel corso della stagione ha costruito un ottimo rapporto con il gruppo rossonero, come testimoniato dal pranzo di fine stagione organizzato a casa sua, e potrebbe andare in prestito. Il contratto con il Milan scade nel 2026.

Milan, è sprint per Reijnders: chiusura in settimana? E Chukwueze…

I rossoneri pronti ad alzare l’offerta con l’AZ Alkmaar Va sciolto il nodo extracomunitario: o l’ala o Taremi

Stefano Pioli lo ha detto chiaro e tondo: “Vorrei tutta la squadra al completo ma so che non è possibile”. Poi però ha aggiunto: “Da qui alla partenza per gli Usa del 21 luglio mi aspetto dei movimenti”. Si dice “movimento”, significa Tijjani Reijnders: il Milan è pronto a stringere per imbarcare il centrocampista dell’Az sul volo per gli Stati Uniti insieme agli altri rossoneri. E ovviamente a Pioli: Reijnders, si sa, è il suo chiodo fisso, prima arriverà e prima il nuovo centrocampo del Milan prenderà davvero forma. 

Ieri da Alkmaar hanno rotto il silenzio: “Hanno fatto un’offerta che abbiamo rifiutato — ha detto Max Huiberts, d.t. dell’Az —. Abbiamo comunicato al Milan di aver concordato con Tijjani che giochi con noi per un altro anno, e che vogliamo rispettare quell’accordo. Se faranno una nuova offerta, potremo ancora negoziare”. Ecco, la prima e l’ultima frase del dirigente olandese sono la chiave per capire che cosa sta per succedere: il Milan si prepara ad alzare la prima offerta, che era di 19 milioni più bonus, superare quota 20 e avvicinarsi ai 25 chiesti dai biancorossi. E la sensazione è che le parti possano trovare un punto di incontro molto presto, diciamo entro il fine settimana (a metà settimana intanto è atteso Pulisic per visite e firma). A giocare un ruolo determinante, ancora una volta, lo stesso Reijnders, che vuole solo i rossoneri: verosimilmente, il ventiquattrenne olandese potrebbe rinunciare a qualcosa per agevolare la trattativa tra i due club.

Caldara flop anche allo Spezia: ora torna al Milan. Ma col Diavolo è finita

La retrocessione dello Spezia allo spareggio chiude, per Mattia Caldara, le possibilità di riscatto da parte del club ligure. Il difensore tornerà a Milanello per l’ultima volta. Prima di uscire – a meno di clamorose sorprese – in maniera definitiva dai radar rossoneri.

La storia di Caldara è piena zeppa di “se” e congiuntivi. Ipotesi e prospettive. Gioiello lanciato da Gasperini all’Atalanta (7 gol alla prima stagione in A), nel 2018 il classe ‘94 aveva fatto parte dell’operazione Bonucci-Higuain tra Juve e Milan. Cinque anni fa i rossoneri avevano puntato su di lui come il difensore del futuro, versando 36 milioni nelle casse della Signora. La sua esperienza con il Diavolo si è però rivelata con il passare dei mesi un flop totale: Caldara ha giocato più partite in Primavera che in prima squadra, quattro presenze contro due in circa un anno e mezzo. Nessuna in Serie A, solo un debutto in Europa League contro il Dudelange e un’apparizione in semifinale di Coppa Italia contro la Lazio. Salto indietro al 24 aprile 2019, successo per 1-0 dei rossoneri.

Con il Milan ha messo insieme solo 155 minuti in campo, tra problemi fisici in serie e viavai sul mercato. Dalla lesione parziale del tendine d’Achille alla rottura del crociato sinistro, fino ai prestiti all’Atalanta, al Venezia e poi allo Spezia. Con due retrocessioni e stagioni non indimenticabili all’attivo. Da solo, è costato più dei vari Theo Hernandez, Tomori, Kalulu e Kjaer e oggi l’intenzione della società è tentare la cessione definitiva per fare un minimo di cassa considerando il suo contratto in scadenza nel 2024.

Nell’ultima stagione allo Spezia, con l’altro rossonero Daniel Maldini, ha totalizzato invece 22 presenze tra Serie A e Coppa Italia (con un assist a referto). Altri mesi contraddistinti da diversi acciacchi e passati a guardare i compagni dalla panchina nel momento più delicato. Fino alla gara da dentro o fuori con il Verona che ha spedito i liguri in B, in cui non è stato convocato.

Silvio Berlusconi morto stamattina alle 9.30. Se ne va a 86 anni l’ex Premier e presidente del Milan

Era ricoverato da venerdì al San Raffaele di Milano per quelli che erano stati definiti accertamenti programmati per la leucemia di cui soffriva. Gli inizi nell’edilizia, poi le tv, lo sport e la politica

L’annuncio è arrivato in mattinata dall’ospedale San Raffaele dove era ricoverato da venerdì per essere sottoposto ad “accertamenti programmati” legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva da tempo: Silvio Berlusconi se ne è andato, a 86 anni. Al nosocomio sono arrivati verso le 10 il fratello Paolo, i figli Marina, Barbara ed Eleonora, il decesso era avvenuto mezz’ora prima, alle 9.30.

Storico presidente del Milan, che ha portato in vetta al mondo dopo averlo salvato dal fallimento, Berlusconi due anni fa era diventato numero uno del Monza, riportato in Serie A. E’ stato ex Premier dopo aver fondato Forza Italia vincendo le elezioni nel 1994 dopo una vita da imprenditore iniziata con Edilnord per poi sfociare in Mediaset, azienda che ha dato lavoro a migliaia di italiani.

L’inizio dell’ascesa di Berlusconi nell’imprenditoria coincide con la nascita nel 1968 di Edilnord che sale subito in orbita con la costruzione di Milano 2. Sei anni dopo parte l’avventura con le televisioni, con la prima rete privata italiana, TeleMilano. Nel 1976 prende il nome attuale, Canale 5. Il primo approccio al mondo dello sport coincide con l’acquisizione dei diritti per la trasmissione del Mundialito che a San Siro vede in campo Milan, Inter, Santos, Feyenoord e Penarol. Nel 1982 il gruppo si allarga con l’acquisto di Italia 1 dall’editore Edilio Rusconi e di Rete 4 nel 1984 dal gruppo editoriale Arnoldo Mondadori Editore (all’epoca controllato dall’editore Mario Formenton).

Il 20 febbraio 1986 Berlusconi salva il Milan dal fallimento, sollevandolo dagli abissi in cui era precipitato con Giussy Farina. Con lui alla guida il Milan ha vinto 8 scudetti, una Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 5 Supercoppe Uefa e una Coppa del mondo per club, per un totale di 29 trofei ufficiali in 31 anni.