Milan-Zirkzee, via libera: il Bayern si fa da parte. Ma c’è un’altra grande minaccia…

I tedeschi hanno un’opzione da 40 milioni ma né loro né il giocatore sono convinti. I rossoneri ci credono, ma pure le big inglesi.

A giocare con i calzettoni bassi, a Monaco di Baviera, si prende freddo. Meglio Bologna, meglio Milano, meglio l’Inghilterra.

Joshua Zirkzee, l’attaccante che gioca con le calze abbassate, sa di dover decidere il suo futuro nei prossimi due mesi: è un centravanti in grande ascesa, piace a tanti, può essere ambizioso. Nelle ultime settimane si è parlato già molto di lui con un ragionamento di fondo condiviso: “il Bayern Monaco ha un’opzione da 40 milioni per acquistarlo e, per questo, è il logico favorito per prenderlo”. Beh, non esattamente. La situazione evolve e a poco a poco emerge una verità contraria, che fa un gran piacere al Milan. Il Bayern al momento non è un’opzione per cui Zirkzee impazzisce e il Bayern per il centravanti ha altre priorità. Insomma, quell’opzione oggi non attira il giocatore e nemmeno la sua ex squadra. Ecco perché.

Zirkzee ovviamente apprezza il Bayern: è un grande club e lo ha scelto a 16 anni, quando era una promessa del Feyenoord. Questi sono fatti. I suoi anni a Monaco però hanno avuto alti e bassi e non si sono chiusi alla grande. Zirkzee nel dicembre 2019 è stato lanciato dal Bayern e ha risposto. Tre gol subito e un record: il giocatore più veloce nella storia della Bundesliga a segnare i primi due gol. Il 2020 però ha portato qualche partita da titolare e nulla più, fino al trasferimento al Parma nel gennaio 2021. Zirkzee da allora ha avuto successo in Belgio, in Italia e insomma, farebbe volentieri esperienze nuove.

Milan-Popovic, che telenovela: adesso l’accordo è più lontano. E spunta pure la pista Juve

Trattativa incagliata per il classe 2006 già da ieri a Milano, dialogo interrotto (per ora) per modus operandi e commissioni

Il Milan e Matija Popovic sono più lontani. Forse anche molto più lontani, se nelle prossime ore le parti non riusciranno a riavvicinarsi riprendendo un dialogo proficuo che si è interrotto proprio sul più bello. Quello che pareva un affare in chiusura, con l’arrivo ieri a Milano – assieme agli agenti – dell’attaccante 18enne in uscita a parametro zero dal Partizan Belgrado, è diventato una corsa a ostacoli e sta assumendo la forma di una telenovela. 

Due gli scogli da superare. Il primo, il più grosso, riguarderebbe il modus operandi dell’entourage di Popovic: agli occhi del club è apparsa una forzatura l’arrivo in città di giocatore e team senza che ci fosse una reale base organizzativa concordata con la dirigenza di via Aldo Rossi. L’altro scoglio sarebbero le commissioni chieste sul trasferimento, reputate eccessive dal Milan. Di sicuro resta però il fatto che Popovic rimane un profilo molto gradito e appetibile per il Diavolo, che infatti l’aveva virtualmente bloccato oltre un mese fa. L’affare non è definitivamente saltato, ma senza dubbio ora appare in salita anche perché il classe 2006, fresco maggiorenne, era sul radar di altri club. L’ultima pista porterebbe – anche – alla Juve.

Pavard non si allena con il Bayern Monaco: corsa contro il tempo per averlo a Cagliari

Acerbi e Darmian stanno ancora lavorando separati dal gruppo: ci sono speranze di recupero, ma avere presto il francese è necessario per Inzaghi

Simone Inzaghi lo ha ripetuto più volte a cavallo della prima giornata di campionato: gli manca un uomo lì in difesa, il sesto che completi il reparto arretrato. Quell’uomo ha ormai un nome e un cognome, Benjamin Pavard, e sarebbe ideale per l’allenatore averlo a disposizione già per la prima trasferta ufficiale della stagione, quel Cagliari-Inter in programma lunedì alle 20.45. Probabilmente il nazionale francese non sarebbe titolare visto che ancora deve conoscere compagni di squadra e tecnico, ma averlo lì seduto a bordo campo pronto per ogni evenienza sarebbe in ogni caso un’eccellente rassicurazione per l’allenatore piacentino.

Pavard non è ancora a Milano, nella migliore delle ipotesi potrebbe atterrare in serata. In tal caso si potrebbe ipotizzare un allenamento in solitaria già per giovedì – la squadra lavora di mattina ad Appiano Gentile – e poi tre ulteriori giorni alla Pinetina compresa la rifinitura domenicale prima della partenza per Cagliari. Si tratterebbe di un buon pacchetto di allenamenti in vista di una prima convocazione in nerazzurro, soprattutto perché in questo momento Francesco Acerbi e Matteo Darmian non sono al top. Nel giorno del ritorno al lavoro dopo due giorni liberi, entrambi hanno fatto un allenamento personalizzato: Acerbi deve trattare con calma il risentimento muscolare al soleo della gamba destra, mentre Darmian monitora la leggera distorsione alla caviglia che lo ha fatto zoppicare contro il Monza. C’è fiducia per il recupero di entrambi, ma Inzaghi vorrebbe avere la libertà di gestirli a piacimento. Già dopo il 2-0 del Giuseppe Meazza l’allenatore aveva spiegato pubblicamente di non aver sostituito Darmian perché la squadra era “troppo corta” in panchina. Ecco, con Pavard il problema sarebbe definitivamente risolto già da Cagliari.

Lukaku e quei segnali mandati all’Inter, a vuoto: la porta non si riapre

Il belga ha provato a sondare il terreno alla ricerca di uno spiraglio: tornare sui suoi passi, verso il nerazzurro, non è però possibile

Cambiare il passato non si può. Soprattutto se è molto recente, fresco nella mente dei protagonisti e particolarmente divisivo. Alcuni giorni fa il caso Romelu Lukaku è esploso nelle mani dell’Inter, che ha di fatto perso la pazienza per il ghosting del calciatore e dell’avvocato Sebastien Ledure, grande burattinaio della pièce teatrale: per giorni nessuno si è preso la briga di rispondere al telefono. Nella trama ci sono anche la Juventus e l’Arabia Saudita, Massimiliano Allegri e una Roc Nation “parte civile” quasi alla pari dell’Inter. Per il belga non ci sarà un terzo futuro con la maglia nerazzurra, anche se il calcio e lo stesso Lukaku insegnano che l’impossibile può diventare improvvisamente possibile.

D’altronde è lo stesso attaccante che non ha dato priorità al ritorno a Milano, flirtando con i rivali bianconeri e rendendo vano il fine lavoro diplomatico della dirigenza interista per trovare una quadra con il Chelsea, che ne detiene il cartellino. Scoperto il vaso di Pandora, il caso si è preso il primo piano assoluto nel panorama calcistico italiano, con tifosi riversati sui social network per gridare il proprio disappunto o far sentire alla controparte tutti gli sfottò possibili, sfoggiati con sorriso beffardo. Titoli di coda, quindi, per Lukaku all’Inter? Non totalmente, almeno non per lui, che sa che nel calcio dire “mai” è pericoloso.

Nei giorni successivi, infatti, Big Rom ha provato perlomeno a sondare il terreno che una volta era lastricato d’oro e che oggi – comprensibilmente – presenta soltanto terra bruciata. Qualche segnale indiretto è stato mandato al mondo nerazzurro, ma non è per niente andato a buon fine: il doppio passo non è mai stato il punto forte del belga, in questo caso finisce per essere un goffo tentativo a pallone ormai perso. La porta dell’Inter è chiusa e non ha nessuna intenzione di aprirsi: troppo grande lo sgarbo, troppo sleali le modalità di rottura, per poter anche solo ipotizzare l’apparizione di un sorprendente ramoscello d’ulivo. L’Inter non vuole più Lukaku, il passato non si può cambiare.

Perché Lukaku ama l’Inter. E perché il mondo Inter è innamorato di Lukaku

Nel 2019 fece di tutto per raggiungere Conte alla Pinetina e in due anni ha segnato 64 reti vincendo lo scudetto. La rottura dell’estate 2021 perdonata grazie all’impegno mostrato, ai gol e all’esultanza allo Juventus Stadium.

“Certi amori non finiscono” ripetono, nelle sue canzoni, Antonello Venditti e, nei suoi discorsi sul calcio mercato, Adriano Galliani. È così anche per l’amore tra Romelu Lukaku e gli interisti. Un sentimento forte e ricambiato che sta favorendo una trattativa complicata come quella per l’acquisto del cartellino dell’attaccante da parte del club di viale della Liberazione. Big Rom dal 2019 è diventato interista, molto interista: d’accordo, ha “tradito” la sua squadra nell’estate 2021 per tornare al Chelsea, ma quattro mesi dopo quella scelta, con un’intervista a Sky Sport, si era già pentito.

Ama Milano, la sua gente e il pubblico lo ricambia. Ecco perché sono tanti gli interisti che ogni giorno si aspettano la fumata bianca e la sua permanenza alla Pinetina. Non più in prestito.

Il legame forte tra Rome e l’Inter inizialmente lo ha creato… Antonio Conte. Il tecnico di Lecce, appena scelto per la sostituzione di Luciano Spalletti, ha chiesto come primo fondamentale acquisto l’attaccante belga che allo United viveva ai margini del progetto tecnico di Solskjaer. Nessuna alternativa: per l’ex c.t., che aveva cercato vanamente di acquistarlo anche quando era al Chelsea, non c’erano altre opzioni per il ruolo di centravanti rispetto a Big Rom. Alla fine è stato accontentato e il sorriso di Lukaku quando è sbarcato a Milano ha subito conquistato gli interisti che avevano terribilmente bisogno di un numero “9” per dimenticare capitan Mauro Icardi, ceduto al Psg dopo mesi di frizioni complici le dichiarazioni della moglie agente Wanda Nara.

Inter, chi sarà il nuovo capitano? Due pretendenti, un favorito. E altri tre osservano…

Con gli addii di Handanovic, D’Ambrosio, Brozovic e Skriniar, la fascia dei nerazzurri è al momento senza padrone. Il candidato numero uno è Lautaro Martinez, per anzianità e per quanto accaduto l’anno scorso. Ma quale sarà la nuova gerarchia?

Una fascia senza padrone e tanti possibili pretendenti. Con gli addii di Handanovic (non è ancora ufficialmente stato “salutato”, ma un nuovo contratto è ipotesi improbabile), D’Ambrosio e Brozovic, oltre a quello di Skriniar, è aperto il casting per quanto riguarda il ruolo di prossimo capitano dei nerazzurri. C’è da assegnare la fascia “ufficialmente” ma anche da stabilire le nuove gerarchie, dopo che nel 2022/23 a indossarla sono stati in tanti, tra esclusioni e assenze per infortunio. 

L’ultimo ad averla avuta stretta intorno al braccio è stato Brozovic, nella finale di Champions League contro il Manchester City. Senza Handanovic, D’Ambrosio e Skriniar, era lui il capitano designato. Ma le strade del mercato hanno allontanato Marcelo da Milano, così come successo per Skriniar: in una singola estate, nel giro di pochi giorni, il club nerazzurro ha perso due veterani. Se uno dei due fosse rimasto a Milano, sarebbe stato capitano. Ma Milan ha deciso di rompere e di unirsi al Psg, con tanto di fascia tolta già a gennaio, mentre Epic Brozo è stato accompagnato alla porta.

Quanto accaduto nella seconda parte della scorsa stagione è un segnale chiaro: tutte le strade portano a Lautaro Martinez. L’argentino si è trovato a essere capitano in assenza dei quattro giocatori già nominati ed è stato riconosciuto da tutto il mondo Inter come il nuovo leader, grazie anche all’aura da campione del mondo che aleggiava intorno a lui. Ha vinto il duello interno con Barella, che al momento non è da tagliare fuori dalla corsa. Ma il Toro parte decisamente avanti, per quanto successo l’anno scorso – Nicolò non ha mai indossato la fascia dal primo minuto – e anche per anzianità in nerazzurro: Lautaro è arrivato all’Inter nel 2018, Barella un’estate dopo.

Dzeko affare da 45mila euro a gol, Correa flop da 3 milioni a rete: l’Inter saluta le punte di riserva

Arrivati insieme per sostituire Lukaku, stanno per lasciare Milano. Il bosniaco è costato di meno, ma la sua esperienza in nerazzurro è stata decisamente migliore

Dzeko e Correa viaggiano in coppia. Non in campo, però: quest’anno hanno giocato insieme solo spezzoni qua e là, da titolari in tandem esclusivamente contro la Cremonese e a Plzen. Viaggiano in coppia, piuttosto, nelle innumerevoli strade del calciomercato: sono arrivati insieme due anni fa per colmare il vuoto lasciato da Lukaku e ora, entrambi, sono destinati all’addio da Milano. Ma, quando saluteranno, ad accompagnarli alla porta ci saranno sguardi diversi: per Edin di gratitudine e riconoscenza, per Joaquin di rammarico per quello che non è stato.

Dzeko ha regalato gol e prestazioni al mondo interista. Ogni rete del bosniaco – 31 in totale nel biennio – è costata 45mila euro, considerando che il cigno di Sarajevo era arrivato dalla Roma per appena un milione e mezzo. Poca spesa, tanta resa. Ha anche segnato gol pesanti e che rimarranno nella memoria degli interisti: su tutti, il sinistro al volo che ha stappato l’euroderby d’andata, rete a freddo che ha sciolto i nerazzurri e ha complicato subito la vita al Milan. Nella prima metà abbondante di stagione, con Lukaku lontano dai suoi standard, è stato il perno dell’attacco di Inzaghi. E pensare che la scorsa estate si parlava di possibile addio e di spazi chiusi con il ritorno di Romelu: Dzeko non ha mai preso in considerazione la partenza, sentiva di non aver completato l’opera in nerazzurro. Lo ha fatto con una stagione da protagonista nell’ultimo anno di contratto, con la scadenza saluterà. Il Fenerbahce lo aspetta, le parti sono sempre più vicine.

Milan-Bennacer, accordo trovato sul rinnovo fino al 2027

Intesa di massima per il prolungamento dell’algerino fino al 2027. Con il nuovo accordo il centrocampista andrà a prendere fino a circa 4 milioni, bonus compresi. Resta la clausola rescissoria. Intanto il padre di Leao è a Milano, anche per incontrare l’avvocato che cura gli interessi del figlio.

Bennacer-Milan, il rinnovo è a un passo. Mentre la squadra di Pioli è impegnata nel preparare il big match contro la Roma, la società mette le basi per il settimo rinnovo in pochi mesi: con il centrocampista algerino, infatti, è stata trovata un’intesa di massima e le firme dovrebbero arrivare lunedì. Il nuovo accordo prevede un contratto in scadenza nel 2027, con il giocatore che andrà a prendere intorno ai 4 milioni di euro, bonus inclusi. Resta la presenza della clausola, fissata a 50 milioni. Un rinnovo importante che potrebbe mettere a segno la dirigenza rossonera, in attesa di trovare la quadra anche per Leao e Giroud. Bennacer, al Milan dall’estate 2019, ha collezionato 136 presenze in Serie A con 4 gol all’attivo.

La trattativa più calda resta quella legata a Rafa Leao. Il portoghese, subito a segno nella prima partita del nuovo anno (sono 7 le reti in totale quest’anno in campionato), è in scadenza nel 2024: il padre è a Milano, sia per assistere alla gara contro la Roma che per discutere con l’avvocato che cura gli interessi del figlio. Il Milan ha proposto all’attaccante un prolungamento di contratto sulla base di 6,5 milioni più 1,2 milioni di bonus.

Continuità e novità. Quest’ultima potrebbe essere rappresentata dal portiere vista l’indisponibilità prolungata di Maignan. I rossoneri, che tra i pali hanno già ufficializzato l’arrivo di Devis Vazquez, hanno allacciato nelle scorse ore i primi contatti col Psg per Sergio Rico: lo spagnolo ha dato il suo assenso al prestito per 6 mesi al Milan, mentre il club parigino non è ancora convinto. Prima, infatti, vorrebbe capire il destino di Keylor Navas. Nel caso uscisse prima l’ex Real Madrid, Sergio Rico verrebbe ‘promosso’ a vice-Donnarumma, riducendo i termini di una possibile cessione.

Inter, rivoluzione d’inverno: Vazquez al posto di Gosens e se “Gaglia” parte, ecco Alcaraz

Il tedesco ex Atalanta può tornare in patria e al suo posto arriverebbe lo spagnolo del Valencia: la trattativa è già calda. Se Gagliardini partirà a gennaio, occhi puntati sul talento del Racing

 Al centro del contendere, il futuro di Jesus Vazquez, esterno mancino del club spagnolo finito in cima alla lista dei desiderata dell’Inter per gennaio. Tutto è subordinato alla cessione di Robin Gosens, che vanta diversi estimatori in Germania e punta a ritrovare un posto da protagonista, dopo un anno molto complicato. E allora l’Inter si è mossa in anticipo, per evitare di essere costretta ai lavori straordinari all’ultimo momento, come accaduto lo scorso fine agosto: all’epoca fu il Leverkusen a presentarsi a Milano con una proposta ufficiale di prestito per Gosens, ma l’affare saltò per il rifiuto dei tedeschi a garantire l’obbligo di riscatto. L’avventura di Gosens a Milano non è mai decollata, anzi. E ora che Dimarco ha messo in chiaro le gerarchie sulla corsia mancina, l’ex esterno dell’Atalanta è pronto a fare le valigie e tentare una nuova avventura per ritrovarsi. L’esclusione dai convocati per il Mondiale brucia, ma l’unico modo per riprendersi il tempo perduto resta quello di dimostrare in campo di essere ancora l’esterno travolgente che aveva incantato l’Europa negli anni di Bergamo.

Vazquez per Gosens è un affare ad alta percentuale di riuscita, anche perché il Valencia ha già dato l’okay per la cessione in prestito del talento cresciuto nella cantera del club. L’Inter avrà il diritto di riscatto, formula più gradita al club, e la possibilità quindi di valutare poi la crescita del giocatore, che a Valencia ha perso il posto con l’arrivo di Gattuso in panchina.

Brozovic, parziale lesione muscolare: rischia un mese di stop

Il centrocampista croato si è sottoposto agli accertamenti dello staff della nazionale biancorossa, ma lo staff nerazzurro capirà meglio i tempi di recupero al suo ritorno a Milano. A serio rischio la doppia sfida con il Barcellona

Dopo diverse ore di ansia in casa Inter, da Zagabria arrivano gli esiti della risonanza a cui si è sottoposto Marcelo Brozovic dopo l’infortunio muscolare che ieri ha patito con la Croazia, nella trasferta vinta 3-1 in casa dell’Austria. Lo staff medico della nazionale biancorossa ha comunicato oggi l’esito degli accertamenti, poi da domani la palla passerà all’Inter. “La risonanza ha mostrato una parziale lesione muscolare. Buona fortuna per la guarigione!”. In attesa di ulteriori accertamenti dell’Inter, previsti da domani, la diagnosi sembra così avvicinarsi alle previsione anticipate dal selezionatore Zlatko Dalic, che aveva parlato di tre o quattro settimane di stop. Proprio sul sito della federazione croata, infatti, si parla di “diverse settimane di riposo” all’orizzonte per il calciatore.

A ogni modo l’Inter si riserva la possibilità di valutare in prima persona la prospettiva del rientro, con gli accertamenti che cominceranno già domani. Al di là delle tempistiche tecniche di recupero – ancora un’incognita -, va anche considerato che questo stop diventa anche un fattore anche la prospettiva del Mondiale in Qatar. Brozovic potrebbe ipoteticamente tornare disponibile nella seconda metà di ottobre, ma è probabile che lui stesso non abbia intenzione di accelerare i tempi con il rischio di mettere a repentaglio la Coppa del Mondo. Toccherà quindi a Simone Inzaghi trovare le contromisure in campo a questo sfortunato imprevisto.