Kvaratskhelia, sì al Psg: intesa trovata, c’è da convincere il Napoli

I colleghi de L’Equipe sono certi: calciatore convinto, nell’affare potrebbero entrare anche delle contropartite

Kvaratskhelia avrebbe detto sì al Psg. Il georgiano, obiettivo mai nascosto, è lusingato dalla corte dei parigini di Luis Enrique tanto, riferisce L’Equipe, da aver già dato il suo ok al trasferimento in Francia la prossima estate.

Il club Campione di Francia avrebbe anche trovato l’accordo personale a livello economico con l’esterno del Napoli. Scontato dire che adesso c’è da trovare un’intesa, tutt’altro che facile con il club presieduto da Aurelio De Laurentiis, fino a ora intenzionato a voler prolungare il contratto del 23enne sacrificando quindi il solo Osimhen a giugno.

Il Psg, fa sapere il noto portale transalpino, valuterebbe Kvaratskhelia una cifra prossima ai 60 milioni di euro, con la disponibilità a inserire nell’affare anche delle contropartite. In casa Napoli la valutazione del classe 2001 è superiore: determinante sarà anche la volontà del nuovo tecnico, Antonio Conte, che proprio su Kvara, assieme a Di Lorenzo, vorrebbe far ripartire un nuovo ciclo. Ma pure sul fronte dell’esterno la situazione è tutt’altro che serena.

Il georgiano, dal 2022 al Napoli e protagonista dell’undici che ha regalato lo scudetto agli azzurri appena un anno fa, è sotto contratto fino al 30 giugno del 2027: da capire adesso come si comporterà De Laurentiis, desideroso di trattenere il fantasista con tanto di prolungamento e ingaggio ritoccato fino a superare quota 4 milioni di euro.

Donnarumma si è reso protagonista di due errori grossolani il Ligue 1 con il Monaco e in Champions con il Newcastle. Voto in pagella: 4!

Due partite, due bocciature. Il tutto nello spazio di cinque giorni. Insomma, non è la miglior settimana per Gianluigi Donnarumma protagonista di un grossolano errore venerdì scorso nello scontro di vertice con il Monaco e dell’incertezza che ieri ha messo in difficoltà il Psg contro il Newcastle. Sul portiere azzurro così piovono critiche che si traducono in voti drastici in pagella: tre, che poi sarebbe il quattro italiano, per l’Equipe e pure per Le Parisien. 

Il quotidiano sportivo mette subito l’accento sull’errore che ha portato al vantaggio di Isak: un tiro non irresistibile di Almiron dal limite che “Gianluigi Donnarumma non ha respinto sufficientemente sulla sua destra per evitare che tornasse nella zona dell’attaccante svedese”. Certo, va analizzato l’insieme dell’azione. È disarmante come prima del tiro difesa e mediani lascino sfilare lungo la linea dell’area Livramento, senza neanche tentare di contrastarlo. E sulla respinta dell’ex rossonero, la difesa dorme (24′). Ma a pagare per tutti è l’italiano in difetto su una delle sue doti più eccellenti, quando di solito è il gioco di piede che gli viene contestato. Così sul 3 in pagella pesa anche il passaggio destabilizzante a Hakimi, una dozzina di minuti prima, sfociato sul tiro di Isak sparato alle stelle dal limite dell’area piccola. 

Dal tre dell’Equipe si passa al tre del Parisien, da “totalmente responsabile sul gol di Isak”, per “un errore che avrebbe potuto costare molto caro”. Sul Figaro, il voto per Donnarumma, -che venerdì aveva passato direttamente il pallone al monegasco Minamino permettendo agli ospiti di restare per un breve periodo in partita-, sale di mezzo punto, nonostante la papera su un tiro “innocuo”. Un errore “evitabile” insiste, senza voti, Le Monde. Un altro 3 invece glielo rifila il sito della tv di Stato, FranceTv: “Ha commesso un errore sul gol e rimane perfettibile con i piedi”. Venerdì Donnarumma si era rifatto con una serie di interventi decisivi e alla fine il Psg aveva vinto 5-2. Ieri, solo un rigore al 98′ a firma di Mbappé ha salvato il Psg, e pure Donnarumma.

Milan-Dortmund, tutto in una notte: le quote qualificazione dei rossoneri

I rossoneri si giocano tutto nella notte di San Siro contro i gialloneri: quota 7.00 per il gol rossonero su alcuni operatori.

Servirà un’altra notte da grande Milan, a poco più di tre settimane dall’impresa contro il Psg che rimesso in piedi il discorso qualificazione agli ottavi di Champions.

Questa volta non ci sarà Leao, l’étoile che eclissato un certo Mbappé alla Scala del calcio, ma Pioli potrà contare sul rientro di Loftus-Cheek e Giroud, due colonne del 4-2-3-1 che ha in mente di schierare per fare breccia nel muro giallo formato trasferta.  Tutto passerà dai gol, ritrovati col Psg dopo un’astinenza di ben cinque gare consecutive in Champions. La possibilità che Giroud e compagni trovino di nuovo la via della rete è oggetto di quota maggiorata per Gazzabet: questo mercato passa da 1.18 a 7.00 per i nuovi clienti. Scopriamo tutte le quote e il pronostico di Milan-Dortmund sui principali siti di scommesse. 

Alla vigilia della sfida da dentro o fuori contro i gialloneri, la classifica del gruppo F vede (un po’ a sorpresa) il Dortmund primo a 7 punti, seguito dal Psg a quota 6, quindi Milan a 5 e Newcastle a 4. Tutti ancora in corsa per una qualificazione più che mai aperta. Lo 0-0 dell’andata ha lasciato parecchi rimpianti ai rossoneri, ora costretti a vincere per sorpassare i tedeschi e ritrovarsi tra le prime due del girone. Non sarà facile, al netto delle assenze e di un calendario che non lascia tregua, ma il Milan avrà dalla sua i decibel degli oltre 70mila di San Siro: vincendo, i rossoneri avranno il destino nelle proprie mani a Newcastle, nella gara che chiuderà il girone. La quota del gol rossonero (Squadra casa segna: sì) oscilla tra l’1.18 di Gazzabet, l’1.16 di Better e Goldbet e l’1.15 di Sisal. 

Donnarumma: “Milan, ti ho dato tutto. Ritrovarti è un’emozione”

Il portiere del Psg parla in sala stampa alla vigilia della sfida di Champions: “Maignan è un grande portiere, c’è rispetto”. Luis Enrique: “I rossoneri possono cambiare assetto”

Una partita emozionante, inevitabilmente. Affrontare il Milan sarà speciale, per Gigio Donnarumma che otto anni fa esordiva da professionista proprio con la maglia rossonera. Oggi è il portiere del Psg, dopo un addio sofferto e contestato. Ma a Parigi, l’azzurro ormai si sente a casa, di nuovo. Senza dimenticare quel che è stato.: “Al Milan ho dato tutto”. E neanche quello che sarà, domani: “ Una sfida che può decidere che tipo di gare saranno le altre in un gruppo dove tutti possono finire al primo posto”, come sottolineato Luis Enrique.

Intanto Gigio guarda al presentte e al passato e a quel rapporto interrotto tra le polemiche con i suoi ex tifosi: “A Parigi – dice – sono stato accolto bene, anche dai tifosi. All’inizio è stato difficile perché non avevo i miei amici. Ne ho lasciati tanti a Milano. E non parlavo la lingua. Adesso però con il francese va meglio e ho amici anche qui”. Quello con i fan rossoneri invece rimane un punto nero: “E dispiace – aggiunge il portiere – perché al Milan ho dato tutto me stesso, fino all’ultima partita. Normale che le critiche dispiacciano tanto, ma adesso non c’è tempo per pensare a questo. Ci sarà modo. Adesso sono concentrato su una partita che sarà difficile, emozionante. Non voglio farmi prendere dalle emozioni che saranno tante, perché ritroverò vecchi amici, dopo tanti anni insieme. Ma ho bisogno di rimanere concentrato e di dare tutto”.

Concentrato lo è già Luis Enrique, con le idee chiare su un Milan che si è studiato in profondità. Non solo in questa stagione, ma anche in quella passata: “Di solito giocano con il 4-3-3, fanno bene con e senza pallone, sanno gestire bene entrambe le fasi di gioco. Ma sappiamo che possono giocare anche a cinque dietro: l’anno scorso l’hanno fatto contro il Tottenham, e anche quest’anno, se ricordo con il Genoa.

Dalla Macedonia alla Macedonia passando per Parigi: Gigio, 18 mesi tra errori e polemiche

Belle parate ed errori non da lui: Donnarumma a 24 anni è alla nona stagione da titolare, ma non ha eliminato le incertezze nelle partite chiave.

Dall’11 luglio 2021 la storia di Gigio Donnarumma con la maglia PSG è… deviata. Nel senso che ha preso una direzione imprevista. Quella notte di mezza estate, a Wembley, l’ex portiere del Milan trascinò l’Italia a una delle imprese più belle della sua storia, ovvero alla vittoria ai calci di rigore contro l’Inghilterra all’Europeo. Gigio parò gli ultimi due tiri di Sancho e Saka e ci regalò un’affermazione da tramandare ai posteri, nella quale di colpo dimenticammo la mancata qualificazione ai Mondiali di Russia con Ventura c.t.. Il nuovo corso inaugurato da Mancini con una striscia di risultati utili in quel momento ancora aperta era al massimo del suo splendore e di lì a poco Donnarumma sarebbe addirittura entrato nella lista dei 30 candidati al Pallone d’Oro. Sospinto più dalle parate con l’Italia che dalle prestazioni con il Psg, dove inizialmente doveva fare i conti con il ballottaggio con Keylor Navas.

La Macedonia infatti non riporta alla mente del numero 1 azzurro solo l’1-1 di ieri sera, ma anche e soprattutto lo spareggio mondiale di Palermo, il 24 marzo 2022, quando siamo stati estromessi da Qatar 2022 complice una rasoiata a tempo scaduto da fuori area di Trajkovski. Tiro velenoso, ma da un campione come Gigio una grande parata in un momento chiave te la aspetti. Da lì in poi più amarezze che gioie, incertezze mischiate a parate determinanti.  Ancora una punizione… Come quella del 25 ottobre 2015, al suo esordio con il Milan a San Siro (aveva 16 anni e 8 mesi), incassata ancora sul suo palo dallo specialista Berardi.  L’elenco delle partite-no in azzurro si allunga. Qualche bella parata, ma anche la responsabilità, condivisa con Bonucci, per 1-0 della Spagna, nella semifinale della Nations League: passaggio non perfetto all’ex juventino costretto ad azzardare il dribbling, palla rubata da Pino e rete.

L’Inter è già in formato Champions: Frattesi illumina, Esposito e Sensi ribaltano il Psg

Grazie a due assist dell’ex Sassuolo i nerazzurri rimontano il vantaggio firmato da Vitinha grazie ai cambi di Inzaghi: battuti Donnarumma e Skriniar

Vincere fa morale, pure se conta zero di questi tempi. Però l’Inter chiude nel migliore dei modi la tournée giapponese: vittoria in rimonta 2-1 sul Psg dell’ex Skriniar, con Frattesi nella versione di assistman prima per Esposito e poi per Sensi. Dal centrocampista e ancora una volta da Cuadrado le migliori indicazioni per Inzaghi, qualche lampo da Thuram però ancora poco inserito nel collettivo nerazzurro.

In campo va l’Inter che oggi sarebbe titolare, otto undicesimi sono quelli di Istanbul. Il clima per una volta non vale come scusante, perché il temporale di fine mattinata ha abbassato la temperatura di Tokyo. Però il match lo comincia nettamente meglio il Psg: possesso palla in perfetto stile Luis Enrique e poi ricerca della profondità improvvisa. La prima chance è una dormita della difesa dell’Inter, che sul corner di Ruiz si dimentica di marcare in piena area, Asensio gira bene ma è bravissimo Stankovic a deviare. L’Inter non trova quasi mai il modo di ripartire, il Psg tocchetta e si diverte, tanto che a un certo punto Barella prima e Mkhitaryan poi (ammonito) vanno giù duri con gli interventi fallosi. Francesi vicinissimi al gol al 14′: Inter fortunata, perché dopo l’imbucata di Ugarte e l’assistenza di Soler, Asensio è fermato solo dal palo, con Stankovic che stavolta si ritrova il pallone tra le braccia. A metà primo tempo l’Inter si sveglia. Al 20′ Lautaro ci prova dai 20 metri, ma in generale l’uscita con il pallone funziona meglio e in un paio di occasioni Dumfries da una parte e Dimarco dall’altra avrebbero potuto sfruttare meglio lo spazio. Thuram inizia ingabbiato, poi si scoglie e mette insieme un paio di buone giocate. In generale, il francese sembra andar meglio quando può puntare i difensori avversari. In un’occasione – è il 28′ – Skriniar è costretto a spendere fallo su di lui: sulla punizione Donnarumma blocca il destro di Calhanoglu.

Mbappé, il Real ci crede ancora: il piano di Florentino

Tra la fermezza del Psg e l’offerta monstre dell’Al Hilal, i Blancos aspettano. E nonostante le difficoltà economiche, non mollano la presa

Il Psg spinge verso l’uscita, l’Al Hilal tira per l’entrata. Entrambi con forza. I parigini con anima qatariota trascinati dall’indignazione per quello che sentono come un tradimento, un inganno. I sauditi animati dalla bramosa voglia di dimostrare al mondo che la Saudi Pro League è un competitor vero, forte, inarrestabile per il calcio mondiale. 

L’oggetto del contendere, Kylian Mbappé. Che è uno dei migliori calciatori del mondo e che di fatto oggi è fuori squadra, lasciato a a casa dalla squadra che lo copre con decine di milioni di euro tra ingaggio e premi vari e che l’ha lasciato a casa dalla tournée giapponese. Come un esubero qualsiasi. 

Il triangolo che circonda il nazionale francese ha un terzo lato. Il Real Madrid. La squadra è in America, Florentino Pérez a casa. Domenica è andato a votare, e in generale continua la sua vita di businessman di altissimo livello e di presidente del Real Madrid. Tranquillo. Impassibile. Attendista. 

Un anno fa Pérez è stato a sua volta tradito dall’ondivago Mbappé. Tutto era pronto per l’ennesimo colpo galactico. Centottanta milioni al Psg, una vagonata al calciatore. Che però ha cambiato idea all’ultimo secondo, spinto da pressioni politiche presidenziali. La Patria, la bandiera, le Olimpiadi, la Ragion di Stato frustrarono il trasferimento al Bernabeu. 

Pérez ci rimase malissimo, ma Al Khelaifi ottenne una vittoria di Pirro: Mbappé coperto di soldi per un biennale assai scivoloso, con opzione per un terzo anno unilaterale a favore del giocatore, che non l’ha esercitata riaprendo le danze dello svincolo. E facendo tornare il sorriso sul volto di Florentino. Che aspetta.

Aspetta che qualcuno lo chiami per dire che si può fare, che si può chiudere. Ora o tra un anno. Per Pérez la situazione non potrebbe essere migliore: se Mbappé sceglierà la Saudi Pro League si suiciderà sportivamente. Se rinnoverà col Psg per Florentino sarà la conferma che di quel ragazzo pieno di talento ma dai pensieri fluttuanti non si può fidare. Se Kylian resterà sulla sua posizione sarà accolto a braccia aperte tra un anno, da svincolato. 

L’Al Hilal offre 300 milioni per Mbappé. Il Psg ci sta, palla a Kylian

Al Psg è già arrivata l’offerta irrinunciabile, per Kylian Mbappé. Non una vera sorpresa, considerato il profilo dell’attaccante, ma comunque al di là di ogni previsione iniziale, per un giocatore cui resta un solo anno di contratto. L’Al Hilal infatti formulato una proposta di 300 milioni di euro per comprare il cartellino del francese in rotta con il club dell’emiro del Qatar. 

L’offerta, datata il 22 luglio, è chiara e netta: trecento milioni di euro per Mbappé, inclusa la quota di 5% da destinare come da regolamento ai club formatori del fuoriclasse. Si tratta di una prima proposta da strutturare poi nel tipo di pagamento, ma che il Psg ovviamente sta studiando con attenzione considerandola di già molto “competitiva”. Ma nelle ultime 48 ore, sul tavolo del presidente Al Khelaifi sono arrivate varie proposte o comunque messaggi per sondare il terreno. Quindi, oltre all’Al Hilal, si sono mossi tre club inglesi: Chelsea, Manchester United e Tottenham. Secondo fonti parigine, persino il Barcellona si sarebbe fatto avanti per chiedere informazioni. Alcuni club, propongono invece di inserire altri giocatori nell’eventuale operazione. 

Tutto rimane al vaglio, ma nessuno alla fine potrà costringere Mbappé a lasciare Parigi, nonostante la minaccia del club di lasciarlo ai margini per tutta la stagione che precede l’Europeo e le Olimpiadi. L’attaccante è già stato escluso dalla tournée asiatica e si allena con il gruppo di elementi in esubero. Ma con il sorriso, firmando autografi ai tifosi che lo aspettano fuori dal centro di Poissy, in periferia di Parigi. Il club dell’emiro del Qatar non intende perderlo a zero euro e l’ha formalmente messo sul mercato, pur mantenendo l’apertura per un rinnovo al di là del 2024, cui invece Mbappé ha rinunciato, non facendo valere la clausola fino al 2025 inclusa nell’attuale contratto. Secondo il Psg, ci sarebbe dietro l’accordo con il Real Madrid da 26 milioni di euro stagionali, totale controllo dei diritti d’immagine e un premio di 160 milioni di euro alla firma.

Vlahovic, la pazienza è finita: vuole il Psg, ma per la Juve non c’è ancora l’offerta giusta

Il serbo ha già detto sì ai parigini e spinge per avere il via libera. Anche Chiesa pare destinato a lasciare Torino

E possibilmente il prima possibile, anche perché c’è chi, come Dusan Vlahovic, si è stancato di ballare sulle voci di mercato. O altri, come Federico Chiesa, che ha da tempo incaricato il suo agente Fali Ramadani di sondare soprattutto le piazze inglesi per cercare un nuovo club. Il diktat alla Juventus è cedere, semplice conseguenza della situazione dei conti bianconeri.

Facendo una proiezione, le previsioni sul bilancio chiuso il 30 giugno si stanziano intorno ai -120 milioni. Una perdita che eroderebbe il patrimonio netto del club (+165 milioni al 30 giugno 2022), proprio in un periodo storico in cui il maggiore azionista (Exor) ha invitato la Juve a “camminare da sola” dopo le due ricapitalizzazioni degli ultimi anni. Come quello che potrebbe garantire la cessione di Vlahovic al Psg o a un’altra big europea.

Ovviamente Vlahovic per età, talento e condizioni contrattuali (ingaggio alto, convivenza difficile con Massimiliano Allegri nell’attualità e rinnovo complicato in prospettiva), è tra i profili che maggiormente possono attirare le big d’Europa. A muoversi con più decisione di recente è stato il Psg, che di massima ha già incassato il sì del serbo e incontrato la Juve per imbastire la trattativa. Il problema è che i campioni di Francia, al momento, non hanno ancora portato un’offerta ritenuta soddisfacente dal club bianconero. Dusan è uno dei tre, quattro nomi per l’attacco vagliati dalla società parigina, ma per diventare la prima opzione devono esserci le giuste condizioni. Dal canto suo, DV9 è smanioso di andare e si vede già a Parigi, anche perché le recenti notizie sull’offerta bianconera per Lukaku l’hanno convinto che la sua situazione si possa risolvere a breve. Nella testa del serbo, c’è l’idea che la Juve non forzi troppo la trattativa con il Psg e conceda in fretta il via libera. Facile a dirsi, meno a farsi, se in ballo ci sono così tanti milioni.

Gli attacchi della stampa, le minacce ultrà, le critiche dei compagni: Messi-Psg, caos totale

Il giorno dopo è ancora caos. La sospensione di Leo Messi ha messo a soqquadro il Psg, in un finale di stagione tutt’altro che scontato.

Anche in campionato, dove il club dell’emiro del Qatar fa i conti con un Marsiglia a -5 e un Lens a -6 a cinque turni dal termine. Anche per questo gli ultrà hanno deciso di tornare in piazza. Anzi, davanti alla sede del club al centro di un vortice mediatico planetario dopo aver punito platealmente il campione del Mondo, reo di aver saltato l’allenamento di lunedì, per ragioni commerciali private, in Arabia Saudita.

Certo, tra i sovrani di Doha e Riad c’è stato un riavvicinamento durante il Mondiale, ma i due Paesi rimangono diffidenti su molti punti. E Leo ha fatto passare in secondo piano il contratto da 40 milioni di euro stagionali garantiti dall’emiro per promuovere il turismo in Arabia Saudita, che gli garantisce 30 milioni annuali. Il tutto in un momento delicato, all’indomani di un’ennesima sconfitta casalinga che ha riaperto il campionato. Insomma, si poteva gestire diversamente, ammesso e non concesso che la mossa del Psg sia stata quella giusta, dopo aver tollerato in passato ritardi e capricci di altri giocatori, anche non del livello di Messi.

Da ieri, l’argentino è diventato il simbolo di una stagione fallimentare, almeno agli occhi dei tifosi che Messi, dopo l’uscita di scena agli ottavi di Champions, lo fischiano sistematicamente all’annuncio della formazione, salvo poi applaudirlo se fa gol o assist. Tanti, in realtà, visto che il campione del Mondo è il giocatore più decisivo alle spalle del solo Haaland, includendo anche le partite con la nazionale. Ma non è bastato per evitare un altro tracollo del club parigino che l’aveva accolto come un re nell’estate del 2021 e che ora è pronto a far scattare la ghigliottina, non prolungando il contratto in scadenza. Anche perché la piazza è contraria.

La decisione di sospendere Messi per due settimane, negandogli il bonus deontologico e escludendolo pure dagli allenamenti, è stata presa dal presidente Al Khelaifi e comunicata dal suo consulente sportivo Campos.