È presto per dire se l’Inter sia rientrata in sé, ma la vittoria in Repubblica Ceca conferma che la risalita è in corso.
Vincere non è facile in assoluto, figuriamoci in Champions League, e non vale sminuire il Viktoria Plzen. C’è una ricca casistica su trasferte all’Est, facili in apparenza e chiuse con risultati infausti. Lo stadio piccolo e pieno, la gente addosso, gli avversari che corrono come dannati. L’Inter ha fatto valere il calibro tecnico superiore e una fisicità che può reggere molti urti. Il gol spacca 0-0 lo ha segnato Edin Dzeko, dall’alto dei suoi 36 anni e delle 26 reti in Champions. Un tiro preciso, freddo, figlio dell’esperienza. Un gesto memorizzato nel tempo. È rilevante che per la seconda volta di fila non siano stati incassati gol, 1-0 contro il Toro e 2-0 ieri, a portieri alternati: sabato Handanovic, il migliore del match; ieri Onana, quasi inattivo.
Il vituperato Acerbi ha superato il primo esame, la sua è stata una prestazione senza incertezze. Occorreranno altri test, ma nell’immediato la soluzione Acerbi si conferma logica e funzionale. Il difensore centrale ha sostituito De Vrij ed è stato dentro la partita più di tutti, i report lo indicano come l’interista che ha toccato più palloni (126) e che ha effettuato più passaggi (110). Nel primo tempo ha sfiorato il gol con una girata nell’area ceca. Sono i numeri e le tracce di un ambientamento subitaneo. Acerbi ha giocato 135 partite nella Lazio di Simone Inzaghi e tanta comunanza può diventare un valore, se stiamo sul presente e non ci spingiamo nel futuro lontano. La serata di Plzen si presta a un’unica nota critica, l’Inter ci ha messo troppo a segnare il gol della sicurezza. Ha dominato in lungo e in largo, ha goduto della superiorità numerica a partire dal quarto d’ora della ripresa per l’espulsione di Bucha, e in undici contro dieci per qualche minuto ha concesso al Viktoria un paio di opportunità. Un calo di tensione, poi Dumfries ha riattivato la corrente con il 2-0 su assist di Dzeko e tutto si è chiuso lì, ma in un contesto più difficile il momentaneo deficit di mentalità sarebbe stato pagato. Ad ogni modo le due vittorie di fila, contro Torino e Viktoria Plzen, senza subire gol, sono la risposta giusta a un inizio sbagliato. Domenica a Udine la prova del tre, contro un avversario indigesto perché muscolare e rapido.