Juve, Allegri in discussione: spunta l’idea Montero

La sconfitta col Monza ha indebolito la posizione dell’allenatore: per Arrivabene il cambio di guida tecnica sarebbe una follia, ma nel caso spunta una soluzione interna.

Maurizio Arrivabene ha associato alla “follia” l’idea di un esonero di Max Allegri a questo punto della stagione. Ma certo né lui né i tifosi avrebbero immaginato un crollo della Juve così evidente a Monza, in un contesto quasi ideale per riscattare la brutta serata di Champions contro il Benfica. L’ultima sconfitta (la prima in Serie A, la terza stagionale) allontana la squadra dalla vetta (di 7 punti) e – dopo sette partite – regge in negativo (-1) il confronto con il campionato scorso, in cui la falsa partenza finì per pesare nella corsa scudetto. Tutto ciò indebolisce ulteriormente la posizione del tecnico.

Le ultime riflessioni sulla condizione fisica della squadra, che dura a certi ritmi non più di venti minuti a partita e poi crolla, oltre ad aver contato già numerosi infortuni muscolari (undici, in due mesi), consegnano una maggiore centralità nella gestione a Giovanni Andreini, un ex collaboratore di Roberto Donadoni che è stato ingaggiato dal club la scorsa estate per supervisionare il lavoro atletico e dell’intero settore performance. Max Allegri per adesso non è in discussione, ma non è più intoccabile. Il tema esonero, insomma, resta sullo sfondo e potenzialmente attuale in assenza di una svolta che possa rimettere la Juve in corsa su tutti i fronti. Certo, sostenere un allontanamento dell’allenatore significherebbe affrontare un’altra spesa non prevista, in una fase in cui la Juve sta cercando di far quadrare i conti e rendere più sostenibile il proprio progetto.

La soluzione interna, che porta dritta al nome di Paolo Montero, resterebbe insomma la più realistica ma anche credibile. Per il suo senso di appartenenza al club (aspetto che pare stia venendo a mancare un po’ troppo – alla squadra – nelle ultime settimane) e, di conseguenza, per come lo accoglierebbero i tifosi in questo momento di crisi. L’ambiente Juve in questo momento vuole riconoscersi, ha fame di quella identità che l’ha sempre contraddistinta di fronte alle difficoltà. L’ex difensore, ora alla guida della formazione Primavera, viene riconosciuto come uno degli uomini Juve più rappresentativi del Dna bianconero. Ma resta pur sempre un’ipotesi d’emergenza, da attuare eventualmente più avanti: significherebbe, insomma, non trovare più soluzioni ai problemi, e aver compromesso ulteriormente la stagione.