Allegri studia l’attacco della Juve a San Siro: Milik e Kostic a servizio di Vlahovic

In assenza di Di Maria, Max ha scelto il suo piano anti-Milan: sarà 4-4-2 per provare a portarsi a -1

La Juventus va all’attacco. Dopo i tre gol al Bologna e al Maccabi Haifa, si sale di livello: domani i bianconeri dovranno dimostrare di aver svoltato definitivamente vincendo in casa del Milan. Senza la magia dello squalificato Angel Di Maria, protagonista a suon di assist in Champions, tocca a Dusan Vlahovic trascinare la squadra di Massimiliano Allegri. Il centravanti serbo non ha mai segnato a San Siro, ma il momento sembra quello giusto per aggiungere un nuovo stadio alla collezione.

DV9, superato un settembre complicato con zero gol in 4 partite, nell’ultima settimana ha cambiato marcia. Come direbbero Van Nistelrooy e Gonzalo Higuain: Dusan ha strizzato il tubetto del ketchup. Già, segnato un gol, non ci si ferma più. Un po’come quando la salsa di pomodoro esce senza freni. Vlahovic, dopo aver ritrovato la rete con la Serbia esultando in faccia a Erling Haaland,non si è più fermato. Prima il timbro contro il Bologna, poi il bis con il Maccabi Haifa. Tre gol in una settimana tra Nazionale, campionato e Champions. Sarebbero potuti essere anche di più visto che Vlahovic stesso mercoledì ha abbandonato l’Allianz Stadium arrabbiato per non aver concretizzato al meglio alcune occasioni. Tutti stimoli per domani, dove servirà la miglior versione del numero nove bianconero – 6 gol in 10 gare finora – per aggiungere un altro mattoncino all’operazione rimonta studiata da Allegri.

In attesa dei lungodegenti Federico Chiesa (già parzialmente in gruppo) e Paul Pogba (il francese sogna di rientrare entro fino mese), in Champions si è infortunato Mattia De Sciglio. Gli accertamenti hanno evidenziato una “lesione di medio grado del retto femorale della coscia destra”. Per il terzino rientro previsto in 20-30 giorni. Una carta in meno per San Siro, dove la Juve proverà a portarsi a -1 dalla squadra di Pioli. Perché è vero, come recita la teoria del tecnico juventino, “che siccome negli scontri diretti può succedere di tutto, per vincere lo scudetto è fondamentale conquistare punti nelle altre gare”. L’esperienza della scorsa stagione, però, dimostra che gli incroci con le big pesano. Basti pensare ai rimpianti della Juve per la sconfitta contro l’Inter. L’ultima di tante bruciature nelle sfide d’alta quota del 2020-21. Appena un punto conquistato contro i nerazzurri, contro l’Atalanta e contro il Napoli.