Da Haifa alla Continassa senza passare da casa: come funziona il ritiro Juve

Al J Hotel un’ala dedicata ai bianconeri: è il terzo ritiro della gestione Allegri.La lunga trasferta di Haifa impone tre ore e mezzo di volo, per questo il rientro della Juve a Torino è atteso solo nel pomeriggio all’indomani della disfatta in Israele. È stata una lunga notte dopo la brutta sconfitta col Maccabi, che oltre ad aver compromesso quasi definitivamente il percorso nel girone di Champions ha rimesso con forza allenatore e squadra di fronte alle proprie responsabilità.

Il presidente Andrea Agnelli, nel confermare Max Allegri fino al termine della stagione e allargare l’attenzione sull’intero gruppo squadra, ha fatto riferimento alla vergogna per descrivere il momento. Tradotta nella decisione annunciata poi dal tecnico: “Subito in ritiro, almeno fino al derby, per rispetto della società e dei tifosi”.

Il termine della clausura non è stato definito. A quelle 80-90 persone cui ha fatto riferimento il presidente della Juve nel duro post match di Haifa l’obiettivo di farlo durare meno possibile, un po’ come nella passata stagione: dopo la sconfitta di Verona arrivò immediata la risposta in Champions contro lo Zenit, così Allegri decise di alleggerire la settimana di ritiro alla Continassa. Qui la formazione bianconera ha davvero tutto ciò che serve per ritrovarsi: al J Hotel, cui si accede direttamente dai campi d’allenamento, i giocatori hanno una camera personale per tutto l’anno con il proprio numero di maglia, in un’intera ala riservata. Insomma, questi giorni si trascorreranno in un certo senso “a casa”, tra sedute, momenti di confronto collettivi e incontri individuali con l’allenatore.