Un tempo erano Didier Deschamps e Zinedine Zidane. Adesso sono Adrien Rabiot e Paul Pogba. La Signora alla francese è un grande classico e finalmente Massimiliano Allegri può passare dalla teoria alla pratica.
La nuova Juventus avrà anima italiana e cuore transalpino. Un po’ come era stata costruita la scorsa estate durante il mercato. “La Juve era stata pensata con Rabiot-Paredes-Pogba a centrocampo più Locatelli a fare il primo che subentra”, ha spiegato l’allenatore bianconero a metà settembre. L’idea non è stata accantonata, ma sicuramente verrà rivista e aggiornata in base alle situazioni, alle nuove gerarchie e alla crescita del numero 10. Dal 3-5-2 attuale al 4-3-3, ma occhio anche al 4-2-3-1 stile Cardiff 2017. Tutto è possibile, a patto che il Polpo torni di nuovo al top.
Sarà la condizione atletica del francese a dettare i tempi del cambiamento. Martedì Pogba ha rimesso piede in campo dopo 315 giorni dall’ultimo impegno ufficiale e dopo aver trascorso sette mesi nell’infermeria della Continassa a causa della lesione al menisco esterno del ginocchio destro di fine luglio. Il peggio è passato, ma per il vero PP10 servirà ancora un po’ di pazienza. Dopo la mezzora scarsa nel derby, ieri Paul ha seguito un programma personalizzato in palestra come Juan Cuadrado e Filip Kostic.
Pogba non vede l’ora di passare alla “fase 2”: riprendersi la Juventus, come era nei piani di luglio e come ha sempre fatto nella sua prima vita in bianconero. “Paul doveva tornare, ha grande feeling con la Juventus, voleva raggiungere quello che ha già ottenuto con il club”, ha raccontato Rafaela Pimenta, l’agente del francese, durante il Football Summit organizzato dal Financial Times. Se Rabiot è sempre più intoccabile, Pogba spera di tornare a esserlo presto, ma difficilmente sarà così già domenica contro la Roma.