Paulo alla Roma è in forma, ha segnato più di qualsiasi altro bianconero, sarebbe stato a suo agio negli schemi di Allegri e della sua presenza avrebbero beneficiato tanti altri.
Paulo Dybala e Dusan Vlahovic seduti al centro dell’Allianz Stadium, con la Joya in lacrime che cercava di godersi gli ultimi istanti della sua vecchia casa e il nuovo simbolo della Signora che cercava di consolarlo.
Un anno fa la Juventus scelse di lasciare andare via a zero Dybala, facendo dietrofront dopo le promesse di rinnovo con un lungo contratto. Versione confermata anche dal recente interrogatorio di Luca Ferrari, il legale del giocatore, nell’ambito dell’inchiesta Prisma (il calciatore deve ancora avere circa 3 milioni per gli stipendi posticipati causa Covid nel 2020-21). Era tutto fatto, ma a marzo il club si tirò indietro.
L’investimento preventivato per Dybala (4 anni di contratto a 10 milioni euro a stagione, bonus compresi) è stato infatti dirottato su Paul Pogba, erede della maglia numero 10, che però finora è stato un oggetto misterioso: solo pochi spezzoni di partita per il francese e un lungo calvario dopo l’infortunio al ginocchio di fine luglio. Perciò è lecito domandarsi come sarebbe stata la Juventus di questa stagione con un Dybala in più, alla luce dei suoi numeri e di quelli degli altri attaccanti della rosa.
Paulo ama ispirare oltre che segnare ma alla Roma è spesso costretto a fare tutto da solo, visto il momento difficile degli altri attaccanti. Nel 3-5-2 di Allegri sarebbe stato perfetto alle spalle di Dusan o con Milik perché nel ruolo di rifinitore si trova più a suo agio rispetto a Di Maria. Quanto alla continuità, in questa stagione ha saltato 9 partite per infortunio, una in meno di Vlahovic e 2 rispetto a Di Maria.