Una squadra nella squadra: i segreti del gruppo portieri Juve

Gerarchie chiare e uomini spogliatoio, il legame umano e il livello degli allenamenti, il ruolo di Pinsoglio e quello di Filippi: così la staffetta tra Szczesny e Perin dà sicurezza ad Allegri e a tutto il gruppo

C’è un forte senso di appartenenza, tra i portieri della Juventus. Una squadra nella squadra, anima e motore di un gruppo che in questa stagione si è aggrappato spesso agli interventi risolutivi dell’ultimo difendente in campo. Aver fatto la “differenza” alla lunga si è rivelato il modo migliore per ottenere risultati migliori: le gerarchie sono chiare tra Szczesny e Perin, rispettivamente primo e secondo, e forse anche per questo le prestazioni di entrambi a un certo punto si sono compattate al punto di poter essere percepite allo stesso modo. Pinsoglio completa il reparto: lui unisce e alleggerisce, consapevole del suo ruolo di terzo.

Di forte impatto come il loro contribuito stagionale: che sia sceso in campo l’uno o l’altro, quest’anno la Juve ha trovato grande sicurezza nel proprio portiere. Perin si è fatto trovare sempre pronto: contro lo Sporting è stato doppiamente protagonista sul finale (anche Szczesny lo era stato in avvio di gara) e a fine gara ha rivolto il primo pensiero al compagno, che ha chiesto il cambio per qualche attimo di paura a causa di una tachicardia improvvisa (gli esami lo hanno poi tranquillizzato, gli ulteriori accertamenti di queste ore sono in via precauzionale: l’allarme è rientrato subito).

Chi tiene il reparto dei portieri in mano è Claudio Filippi, tra gli storici della Continassa. Il tecnico romano arrivò con Gigi Delneri dal Chievo nel primo anno dell’era Andrea Agnelli, successivamente venne trattenuto per scelta di Beppe Marotta e Fabio Paratici.