In realtà, i nerazzurri non hanno mai dubitato del talento elegante di Dzeko e pure Edin non ha mai dubitato della sua efficacia: continuare insieme è sempre stata considerata una scelta semplice, naturale. Semmai, i saliscendi di Inzaghi in questa stagione folle hanno impedito per un po’ di passare dalle parole ai fatti: ogni scelta strategica è stata, infatti, congelata in attesa di avere la certezza di giocare la Champions anche nella prossima stagione. Adesso la classifica in A è stata raddrizzata, almeno in parte, ed è quindi cresciuta la fiducia di centrare l’obiettivo minimo, ovvero l’ingresso tra le prime quattro.
E il tutto mentre l’Inter di Coppa continua ad ascendere verso la gloria, gradino dopo gradino: ora si intravedono per davvero le mitiche acque del Bosforo ed è proprio Dzeko uno dei capitani che guidano la nave nella rotta verso Istanbul.
La partita pennellata contro il Milan verrà custodita nella collezione del bosniaco, che domani riposerà contro il Sassuolo per poi tornare sul luogo del delitto martedì: Dzeko è l’uomo delle notti magiche, si sta specializzando a giocare a metà settimana più che nel weekend. Manterrà questo status, quasi sicuramente, anche nella prossima stagione perché i nerazzurri hanno deciso di non privarsi di lui, qualunque cosa accada. Inizialmente chiedeva un biennale, anche perché aveva un paio di proposte danarose ed esotiche sul tavolo. Il pensiero di trasferirsi negli States, lì dove ha vissuto la moglie Amra, è stato oggetto di lunghi ragionamenti familiari, ma poi ha vinto la voglia di competere al massimo. Perché è al calcio d’élite che appartiene ancora Dzeko, come certificato dalla sua semifinale di Champions. Mercoledì il bosniaco è tornato al gol a San Siro e ha respinto, forse definitivamente, l’assalto di Lukaku: nonostante sia nella migliore condizione da mesi, il belga sta ancora dietro al collega più anziano.