L’ingaggio più alto della rosa, soli 161 minuti in campo: viaggio nei conti di un colpo che tanto colpo (finora) non è stato
Col risultato che la Juve ha finito per riportarsi in cortile un giocatore di 29 anni (ora 30) da otto milioni di euro netti di ingaggio (10, 48 al lordo) più due di bonus, garantiti (senza clausole “intermedie”) per quattro anni, quindi fino a giugno 2026. E ancora che col Decreto Crescita il club bianconero ha potuto giovarsi di qualche sconto.
Con il suo attuale ingaggio, Pogba sta costando alla Juve circa 65mila euro per ogni minuto trascorso sul terreno di gioco, avendone totalizzati in campo 161 in tutta la stagione, spezzettati in 11 apparizioni. E difficilmente il rapporto economico potrà in qualche modo riequilibrarsi a breve, visto il nuovo infortunio di cui è rimasto vittima e le scarse possibilità che il giocatore accetti volontariamente una riduzione dell’ingaggio.
Un intervento chirurgico al menisco, una lesione agli adduttori della coscia sinistra, ora un’altra lesione al retto femorale della coscia sinistra, il tutto condito da normali fastidi (e relativi stop&go) da lunga inattività e contestuale progressiva ripresa: il sintesi la stagione di Pogba è stata scandita da brutte più che da buone notizie. E al primo vero segnale incoraggiante – ossia la prima maglia titolare, contro la Cremonese -, di nuovo un infortunio ha riacceso tutti i segnali d’allarme possibili e immaginabili. Così per Pogba è finita a metà maggio la stagione del debutto bis in maglia bianconera, con un triste bilancio da 108 minuti in 6 spezzoni di gara in serie A sulle 35 fin qui disputate, 42 minuti in Europa League (4 spezzoni in 7 gare) e 11 minuti nell’unica apparizione (su 4 partite) in coppa Italia. Totale minuti stagionali, si diceva, 161.
Lo United, in totale, spese 105 milioni più altri cinque di bonus per Pogba. Mentre nel luglio scorso tornò alla Juve a parametro zero. Ma anche con un ingaggio sontuoso, e qui sta ora il nocciolo del problema, considerati apporto e rendimento in campo del giocatore, ben lontani dai 10 gol fra Serie A e coppe che l’ex campione del mondo firmò in ciascuna delle ultime due stagioni vissute a Torino.