La Joya parte alla grande col gol del vantaggio, poi guarda i penalty dalla panchina e finisce in lacrime
Una scena quasi straziante. Fermo, con gli occhi gonfi di lacrime. Lacrime, quelle di Paulo Dybala, che non si fermano mai. Neppure quando corre ad abbracciarlo Josè Mourinho. L’argentino (sostituito al 68’) continua a singhiozzare, con le telecamere che non lo perdono di vista.
Poi, la squadra va a salutare la curva, e tutte le 20mila e più persone che sono accorse a Budapest per stare vicino alla Roma. Dybala viene coccolato, accarezzato dai tifosi e forse solo lì le lacrime si fermano: Paulo alza il pollice su in segno di ringraziamento, ma il volto è sempre segnato dalla tristezza. Dalla gioia del gol dell’1-0 alla sconfitta ai calci di rigore. Una serata amara, partita benissimo ma conclusasi nel più atroce dei modi per il campione del Mondo.
Per qualcuno sono una lotteria. Di sicuro per tirarli serve una certa specializzazione, che racchiude tecnica, sangue freddo ed esperienza. Basta guardare il penalty di un vincente nato come Rakitic. Purtroppo per la Roma, José Mourinho non ha potuto inserire nella lista i suoi migliori rigoristi.
I primi specialisti della Roma sono Paulo Dybala e Lorenzo Pellegrini. Il primo è uscito stremato al 67′, restando probabilmente in campo già più del previsto, il secondo è uscito dopo aver dato tutto a inizio secondo supplementare. Fuori anche Abraham, altra opzione valida e Matic, k.o. all’ultima azione, giocatore esperto e solido come pochi. Così al momento di sceglierne 5 si è trovato coi soli Cristante, a segno col primo penalty, e Belotti, che avrebbe verosimilmente calciato l’ultimo. Dal dischetto è così toccato a due difensori centrali, Mancini e Ibanez. Con esiti disastrosi. E tanti, tantissimi rimpianti.