Non era d’accordo con Inzaghi già dallo scorso inverno, ma il tecnico lo avrebbe voluto confermare. Il 29 l’incrocio a San Siro con ex compagni e tifosi
Lukaku ha scelto di non vestire più la maglia dell’Inter. Lui, nessun altro per lui. Ma è quantomeno curioso che fino al 13 giugno, tre giorni dopo la finale di Istanbul, non avesse comunicato la sua decisione a Romelu. Perché forse Lukaku aveva problemi con Simone Inzaghi e già trattava con altri club. Però Romelu su instagram scriveva così, per consolare i tifosi nerazzurri 72 ore dopo la sconfitta col City: «È una sensazione di merda per tutti noi che amiamo questo bellissimo club… Ma l’Inter ha ancora fame e torneremo a combattere con la speranza di raggiungere un giorno quel momento in cui si scrive la storia». E allora non si può dar retta a Dio e a mammona, a Lukaku e a Romelu. Bisogna scegliere. Bisogna decidersi. La verità è che il belga ha giocato su due tavoli, finché ha potuto. Ha dribblato finché c’è stata la possibilità. Poi, a metà luglio, è dovuto uscire allo scoperto. Con l’Inter. Con i suoi (ormai ex) compagni. Con Roc Nation, che aveva apparecchiato con l’Inter un affare a titolo definitivo e poi è stata costretta a salutare il suo ex uomo immagine.
Lukaku – questo l’Inter l’ha capito più avanti – parlava con almeno altri due club ben prima della finale di Champions. Probabilmente anche prima delle due semifinali con il Milan. E pure con il Milan, addirittura i rivali cittadini dell’Inter per la quale lui stesso (anzi no, Romelu) professava amore. Sui motivi si può discutere a lungo. Di certo tra Lukaku e Inzaghi non è mai scoppiato l’amore. Romelu si lamentava dell’allenatore già a inizio 2023, perché scontento di un impiego che non gli consentiva di entrare in forma. Poi è cominciata la fase dell’alternanza fissa con Dzeko. Lukaku era convinto che prima o dopo sarebbe stato lui a prendersi la vetrina più importante, ovvero la Champions. E forse deve aver interpretato così più di un colloquio avuto con Inzaghi lungo gli ultimi due mesi di stagione. Istanbul è la goccia. Tutto accade nei giorni prima della finale.