Questa stagione segna una rete ogni 75 minuti: nessuno nei top club a questo ritmo. I Inter vogliono presto il rinnovo e lo valutano non meno di Osimhen: 180 milioni.
È partito benino, Lautaro Javier Martinez da Bahia Blanca, che chiamano minacciosamente el Toro sia i compagni dell’Inter tornata in vetta sia gli avversari incornati di giornata in giornata. Ha iniziato spedito, come le navi che lasciano il porto della sua città, lì dove si spalanca l’Atlantico argentino tra Pampa e Patagonia. A questa velocità mai vista sta entrando in una nuova dimensione: non più talento, ma prodigio. Non solo ammirato rapinatore d’area, piuttosto fenomeno globale. Di quelli che lasciano parlare solo il pallottoliere: in stagione ha messo in cascina 12 reti in 11 partite e, contando i minuti, si scopre che esulta in media ogni 75’. Sabato contro il Torino ha usato per la prima volta quest’anno pure la testa per far male, poi ieri ha brindato in famiglia alla caduta del Milan: su questo primo posto ritrovato c’è la sua impronta gigante. E pure quella del nuovo gemello Thuram, che pare fabbricato proprio per scatenare Martinez senza più limiti.
Si escluda Serhou Guirassy, il guineiano dello Stoccarda che non gioca la Champions ma sembra toccato da un fluido magico: 14 reti in otto partite, una ogni 46. Per il resto non c’è rivale di una squadra dei cinque campionati top capace di arrampicarsi alle altezze del Toro: Jude Bellingham ad esempio, l’uomo nuovo che riempie di stupore e bellezza il Real Madrid, riesce solo a sfiorarlo segnando ogni 94 minuti (10 in 11 partite). Si dice che, una volta messi in soffitta Messi e CR7, si sia spalancata l’epoca della sfida con spade laser tra Mbappé ed Haaland, eppure né il francese né il norvegese hanno iniziato come il capitano dell’Inter. La stella del Psg il big che più gli si avvicina, la mette dentro ogni 88’, mentre i 9 centri in 11 partite del gigante di Guardiola sono caduti alla media di uno ogni 109’. Più che duello, forse, presto si parlerà di un terzetto in lotta per il trono mondiale: se era un azzardo pensarlo qualche mese fa, adesso non lo è più.