Il centrocampista a “Tutti i colori dello sport”: Siamo stati vicini e non lo abbiamo lasciato solo”. Tutte le iniziative rossonere.
“I tifosi urlano sempre qualcosa contro, ma quando è troppo è troppo. Mi è capitato al Valencia (insulti razzistici a Vinicius, ndr) e anche sabato. Noi però abbiamo dimostrato che si può fare qualcosa sul campo”. Yunus Musah a tre giorni di distanza racconta come ha vissuto il caso Maignan a Udine. Anche lui ha subito episodi di razzismo in passato, anche lui vuole fare qualcosa per il futuro. “Mike non voleva continuare, ma gli siamo stati vicini e non lo abbiamo lasciato solo. Queste azioni ora devono avere conseguenze. Bisogna fare qualcosa e la nostra reazione in campo è stata giusta, ci ha dato la sicurezza che siamo un gruppo unito”.
Musah ieri ha partecipato, assieme alla calciatrice rossonera Christy Grimshaw, a un’iniziativa particolare che il Milan porta avanti da tempo. Si chiama “Tutti i colori dello sport” e si concretizza in una serie di incontri valoriali con alcune scuole in Italia o nel mondo. Questa volta, decisamente nel mondo: Musah si è collegato con gli studenti di tre scuole secondarie di New York, Londra e Nairobi. Obiettivo: sensibilizzare verso i temi di tolleranza e inclusività. Grimshaw e Musah hanno parlato di lotta al razzismo, multiculturalità e rapporto tra sport ed educazione. Yunus: “La pazienza e il rispetto sono la chiave per una buona relazione con i compagni. Giocare e contemporaneamente studiare mi è sempre piaciuto”. Christy: “A 15-16 anni non avevo idea di che cosa avrei fatto, per me la cosa più importante è trovare qualcosa che ti piace… e io ho trovato il calcio. Com’è essere atlete in Italia? Un completo cambio di cultura rispetto al Regno Unito. Inizialmente è stato uno shock, ora mi piace molto”.