Douglas Luiz, Thuram, Koopmeiners: Juve, il piano per un centrocampo stellare

Il club bianconero entra nei giorni decisivi per dare a Motta un nuovo reparto in mezzo al campo: il brasiliano sarà ufficiale a breve, Rabiot sempre più lontano

Un colpo, poi un altro con l’obiettivo di arrivare a tre prima della fine del mercato. La Juventus procede spedita nel restyling del centrocampo, un reparto che Thiago Motta vuole dinamico, solido e ricco di gol. Per questo motivo Cristiano Giuntoli in questo momento sta concentrando le sue attenzioni sulla mediana, che potrebbe cambiare pelle parecchio nella prossima stagione. Oggi può essere il giorno dell’ufficialità di Douglas Luiz, play brasiliano dell’Aston Villa che si trasferirà a Torino nell’ambito di uno scambio a tre con Samuel Iling Junior ed Enzo Barrenechea più conguaglio a favore degli inglesi. Un affare da 60 milioni (tanto è valutato il mediano della Seleçao) da ufficializzare dopo l’esito delle visite mediche, che il giocatore ha sostenuto a Las Vegas, dove è impegnato in Coppa America con la sua nazionale, insieme agli altri bianconeri Danilo e Gleison Bremer. Poi partirà l’assalto a Khephren Thuram, figlio dell’ex juventino Lilian e fratello dell’interista Marcus, che la Signora conta di chiudere la prossima settimana, e infine si cercherà l’ultimo miracolo: regalare al nuovo allenatore Teun Koopmeiners, tuttocampista dell’Atalanta che farebbe fare il salto di qualità alla mediana della Signora.

Alle tre novità vanno aggiunti Manuel Locatelli e Nicolò Fagioli, non Weston McKennie che dopo aver detto no all’Aston Villa deve trovarsi un’altra sistemazione perché non rientra nei piani di Thiago né della società (ha il contratto in scadenza nel 2025 e la Juventus non vuole perderlo a zero). In dubbio Fabio Miretti, che potrebbe restare o andare in prestito, mentre è sempre più difficile la permanenza di Adrien Rabiot, che nonostante la sostanziosa proposta della Juventus (un biennale con opzione per il terzo a 7,5 milioni di euro netti a stagione) non ha ancora dato una risposta. A questo punto potrebbe essere la Juventus a cambiare strategia, rivolgendosi altrove.

Inter: ecco il piano per prendere Gudmundsson

Il Genoa ha un progetto di ristrutturazione annuale del debito. Con i soldi dalla cessione di Martinez è ok per il 2024, il prestito con obbligo per l’islandese coprirebbe invece il prossimo bilancio.

Uno tira l’altro. Non sono ciliegie, ma i genoani Martinez e Gudmundsson potrebbero creare una sinergia in chiave nerazzurra. Per il 26enne spagnolo mancano solo i dettagli burocratici, poi la settimana prossima via con visite mediche e firma su un quinquennale che ne farà il portiere del futuro, a prescindere da quanto ci vorrà per scalzare Sommer, le “mani” scudetto. Per completare una rosa con due titolari per ruolo manca appunto la ciliegina… islandese. 

 E i 13 milioni (più 2 di bonus) in arrivo per Martinez potrebbero appunto facilitare la trattativa per Gud. Cerchiamo di capire come, premettendo che l’Inter non ha ancora affondato il colpo con il Genoa. Faticando a reperire i 30-35 milioni richiesti dal Grifone, i nerazzurri spingerebbero per una formula “alla Frattesi”, con prestito oneroso e riscatto che scatta oltre la chiusura del mercato invernale. Per l’azzurro, proveniente dal Sassuolo, l’obbligo è scattato il 2 febbraio scorso per posticipare il computo degli ammortamenti sul bilancio successivo e tenere contenuto l’impatto dell’acquisto sul costo annuo della rosa. Il bilancio del Genoa invece è atipico e chiude i conti non a giugno seguendo l’andamento dell’anno sportivo, bensì al 31 dicembre. Nel novembre scorso il club ha varato con l’agenzia delle entrate un piano di ristrutturazione del debito che li obbliga a generare utili su base annua. Con Martinez si è garantito i soldi per questo esercizio, mentre col pagherò di Gud sarebbe già a posto per il prossimo anno. 

Europei 2024, Chiellini: “Leao a oggi bel subentrante di una big che punta a vincere”

Dopo Georgia-Portogallo, Giorgio Chiellini ha analizzato a Sky Sport la prestazione di Cristiano Ronaldo e di Rafa Leao: “A me le altre partite Cristiano Ronaldo era piaciuto, perché reputo che sia più utile lui di Gonçalo Ramos per il Portogallo, non penso che Leao sia il suo partner migliore ma che Jota sia molto più funzionale al suo gioco perché possono scambiarsi le posizioni. Leao invece fa sempre un tocco in più che lo manda fuori giri. Non è il giocatore giusto per Ronaldo e viceversa. Però c’è Martinez che fa quel lavoro, quindi è giusto che scelga lui”

“Ma Leao è uno di quelli che aspettiamo e prima o poi arriva, o dovrebbe essere un po’ più avanti su certe cose?”, la domanda di Fabio Caressa

“Tutti vorremmo che fosse un po’ più avanti ma non lo è. E questo mi sembra chiaro: gli mancano numeri più che altro e le potenzialità per ora sono tanto inespresse. Non lo so, io non so se mai riuscirà a fare il clic nella testa. A oggi secondo me – ha aggiunto Chiellini – è un bel subentrante più che un titolare fisso di una squadra che punta a vincere il campionato europeo come la Champions League. Se lo paragoni a Vinicius e Mbappé… come fai a dire che è a quel livello lì. Cioè, è forte. Si parla di 100-150 milioni, se quello è il livello di paragone, non lo è. Se invece mi dici è un grande giocatore, è bravo sì, tutti lo sappiamo. Però se vuoi alzare l’asticella e lo paragoni a quelli lì, secondo me non c’è ancora. Ma quelli vincono alla fine i trofei. Gli altri fanno parte di una squadra che vince. Sono due cose diverse a mio parere”

Dalla zona Cesarini a Totti, da Baggio a Zaccagni: quando l’Italia fa godere allo scadere

Reti azzurre storiche segnate negli ultimi minuti o in pieno recupero: dalle firme illustri a all’Europeo di Pellé. E ora la gloria tocca al laziale

Da “zona Cesarini” a “zona Zaccagni”. Gol segnati in pieno recupero, destinati a rimanere nella storia dell’Italia. La rete dell’esterno della Lazio ha regalato agli Azzurri il secondo posto nel girone a Euro2024, che ha garantito a Donnarumma&Co il passaggio alla fase a eliminazione diretta. Sofferto e inseguito fino all’ultimo minuto, quello siglato da Zaccagni entra di diritto nell’elenco dei gol allo scadere più iconici della nostra Nazionale. Alcuni portano firme illustri, come quelle di Totti e Del Piero: eccoli tutti.

Sono passati quasi 93 anni da quel famoso 13 dicembre. L’Italia sfidava l’Ungheria in Coppa Internazionale e, al 90’, il punteggio era fermo sul 2-2. Il centravanti della Nazionale era Renato Cesarini, italo-argentino, che già con la Juventus si era messo in mostra segnando durante i minuti di recupero. In quella partita si dimostrò un esperto del settore, ripetendosi con un tiro potente, che s’insaccò alla destra del portiere: 3-2. “Non si fece nemmeno in tempo a rimettere il pallone a centrocampo…”, raccontò poi Cesarini in un’intervista.

Il pallone tornò a centrocampo, invece, a Usa 1994, quando Baggio trascinò l’Italia segnando due gol consecutivi allo scadere. Protagonista di una fase a gironi al di sotto delle aspettative, il Divin Codino siglò l’1-1 negli ottavi contro la Nigeria all’89’. La sua rete permise agli Azzurri (in inferiorità numerica) di andare ai supplementari e ribaltare la partita, ancora grazie a Baggio. Ottenuto così il pass per i quarti, la Nazionale di Sacchi si trovò di fronte alla Spagna: all’88’ il punteggio era inchiodato sull’1-1. Poi si scatenò Roby e l’Italia volò in semifinale.

Calhanoglu, Bayern pronto all’offerta. L’Inter è ferma: vuole 70 milioni, no a ritocchi di contratto

I nerazzurri in attesa di aprire una trattativa formale con i bavaresi. Il giocatore e il suo agente potrebbero chiedere un adeguamento dell’ingaggio, ma il club non ci sta

Non passerà molto tempo prima di un’offerta ufficiale del Bayern per Hakan Calhanoglu. Tutto porta a un affondo rapido dei tedeschi, che per il ruolo di regista stanno trovando difficoltà fin qui insormontabili per il portoghese Palhinha del Fulham. Inizia oggi una settimana chiave sul caso di mercato che sta agitando Milano. E l’Inter, volendo usare una metafora calcistica, non può non avere una tattica attendista: palla agli altri, a loro la prima mossa, noi nel caso sapremo cosa fare. Chiedere, ovvio: 70 milioni di euro è la cifra che i tedeschi ascolteranno. Ben sapendo che un’eventuale trattativa si giocherebbe su numeri più bassi, però, in considerazione di una carta d’identità non più generosissima con il turco. 

Turco di Germania, la dinamica è chiara. Calhanoglu avrebbe confidato proprio ai compagni di nazionale il corteggiamento del Bayern e la concreta possibilità di un trasferimento in Baviera. I segreti non sono mai segreti, allora. Non lo sono neppure per l’Inter, che però ha scoperto con amarezza il dialogo aperto tra l’agente del giocatore, Gordon Stipic, e il Bayern. Il fastidio, se possibile, è persino aumentato nelle ultime ore. Perché alle orecchie del club nerazzurro sarebbe anche arrivata la potenziale richiesta da parte del centrocampista di un adeguamento di ingaggio all’Inter, magari sulla scia di quello appena rinnovato da Lautaro a quota 9 milioni di euro più bonus. E anche in questo caso la posizione del club nerazzurro è ferma, fermissima. Calhanoglu ha rinnovato il suo contratto solo un anno fa. La scadenza è lunga – 2027 – e l’ingaggio sfiora già i 7 milioni: per intendersi, è già superiore all’accordo appena firmato da Barella fino al 2029. Come a dire: oltre non si va. E se l’esigenza è di guadagnare di più, è bene cercare altrove. E nel caso, portare una squadra in grado di soddisfare totalmente le esigenze economiche dei nerazzurri. 

Calhanoglu tratta col Bayern. E l’Inter fa il prezzo: via per 70 milioni VOTA IL SONDAGGIO

L’agente del regista Stipic ha incontrato due volte i tedeschi. Il club nerazzurro non l’ha presa bene e aspetta:per far partire Hakan serve un’offertona

E no, qui qualcosa non funziona a dovere. Perché per l’Inter la questione Calhanoglu era nata e morta un mese fa: richiesta di informazioni del Bayern, nessuna apertura a una cessione e fine dei discorsi. E invece no. Perché dalla Germania non si sono fermati. E dal canto suo il centrocampista turco in realtà ha aperto le porte ai tedeschi, sedendosi al tavolo e ascoltando. Insomma, tutto il contrario di un no secco, con il lavoro del suo agente Gordon Stipic. E così una partita che pareva neppure dovesse giocarsi, in realtà non solo si disputerà, ma si annuncia anche spigolosa e rumorosa.

Il tutto con una buona dose di fastidio. L’Inter è stizzita, questo è l’aggettivo giusto. Il motivo è semplice: in viale della Liberazione hanno la ragionevole certezza che Calhanoglu è in contatto con il Bayern. Lui che invece, in via privata, anche in tempi recenti non ha mai messo in dubbio la sua permanenza in nerazzurro. Ma poi i fatti stanno dicendo altro. Ci sarebbero stati almeno un paio di incontri tra Stipic e i dirigenti del Bayern: il primo in Turchia, il secondo proprio in Germania dove si stanno svolgendo gli Europei. Due incontri non possono essere casuali. E da qui nasce l’irritazione interista. È ancora presto per fare similitudini, ma un anno dopo il rischio è di andare incontro a un deja-vu del caso Lukaku: chi lo dimentica Romelu che, mentre rassicurava il direttore sportivo Ausilio mandandogli i video dei suoi allenamenti dalle vacanze, parlava con la Juventus e si offriva al Milan?

Mbappé in panchina con l’Olanda. Deschamps cambia modulo e inserisce Tchouameni

Dopo la frattura al naso con l’Austria l’attaccante torna disponibile ma il c.t. non vuole rischiarlo

Kylian Mbappé è disponibile e arruolabile per la partita di stasera contro l’Olanda a Lipsia. Lo ha detto Didier Deschamps, c.t. della Francia: “Sta andando tutto per il verso giusto, dopo lo shock della frattura del naso. Faremo il possibile affinché sia disponibile”. Nel caso giocherà con una maschera? “Questo è ovvio, ma non voglio dire chi l’abbia fatta o come sia”. È ragionevole che giochi? “Ciascuno ha le sue ragioni”. Confermate le indiscrezioni della vigilia, Mbappè stasera a Lipsia sarà almeno in panchina, quattro giorni dopo essersi fratturato il naso nello scontro con Danso, difensore dell’Austria.

Frattura con deviazione del setto nasale. Niente operazione, ma rimessa a posto del setto da parte del medico del Francia con una manovra a caldo negli spogliatoi. Antoine Griezmann ha aggiunto: “Kylian sta bene, il naso si è sgonfiato. Vedremo le sensazioni dell’ultimo momento”. Mbappé non indosserà la maschera mostrata ieri in allenamento. Per regolamento Uefa, le attrezzature medicali devono essere in tinta unita. Il giornale spagnolo As ha rivelato che il Real Madrid, nuovo club di Mbappé ,è preoccupato della situazione, anche se al momento la società del presidente Florentino Perez non ha formalmente alcun potere di intervento, perché l’attaccante fino al 30 giugno è sotto contratto con il Psg.

Deschamps starebbe pensando a un cambio di sistema di gioco. Se Mbappé comincerà dalla panchina, al centro dell’attacco dovrebbe sostituirlo Thuram e non Giroud, frenato nei giorni scorsi da dolori muscolari. Deschamps inserirebbe Tchouameni a centrocampo con Dembelé e Griezmann dietro Thuram per una sorta di 4-3-2-1. Questa la possibile formazione dei Bleus stasera a Lipsia: Maignan; Koundé, Upamecano, Saliba, Theo Hernandez; Tchouameni, Kanté, Rabiot; Dembelé, Griezmann; Thuram

Parte la Coppa America delle stelline: da Endrick a Carboni, tutti i giovani in vetrina

Il brasiliano pronto per il Real, il fantasista dell’Inter possibile sorpresa, e poi…. Stanotte alle 2 si comincia con Argentina-Canada

Campioni di oggi e campioni… di domani. Se per Leo Messi, Vinicius Jr e molti altri la Coppa America è l’occasione per mettere l’ennesimo trofeo nel palmares, per tanti giovani la rassegna del Sudamerica è una vetrina di lusso in cui mostrarsi al mondo. Forse la prima e più importante. Anche se alcuni hanno già firmato contratti milionari con i top club europei, come il brasiliano Endrick, che proprio dopo il torneo, al compimento della maggiore età (il 21 luglio), diventerà a tutti gli effetti un calciatore del Real Madrid. O come Kendry Paez (Ecuador), il più giovane di tutti i 416 convocati per la Copa con i suoi 17 anni festeggiati a maggio, già prenotato dal Chelsea. 

Il via stanotte alle 2 ad Atlanta (Stati Uniti) con Argentina-Canada. Subito una partita in cui potrebbero avere dei minuti profili interessanti come l’interista Valentin Carboni (classe 2005, la scorsa stagione al Monza), l’attaccante Alejandro Garnacho (Manchester United, 19 anni) e il centrocampista ivoriano di nascita, ma canadese di passaporto, Ismael Koné (Watford, classe 2002). In Italia c’è ovviamente curiosità per vedere all’opera Carboni, dopo il debutto convincente da titolare con l’albiceleste nell’amichevole contro il Guatemala. Con il Canada, però, sulla corsia di destra a centrocampo nel 4-4-2 di Lionel Scaloni tornerà Angel Di Maria. Valentin, dunque, entrerà eventualmente a partita in corso. Carboni è anche uomo mercato, con l’Inter che potrebbe convincersi a cederlo, ma solo a cifre piuttosto alte, per finanziare gli acquisti. 

L’Albania fa festa nel recupero: il 2-2 arriva al 95′. Croazia spalle al muro, deve battere l’Italia

La nazionale di Sylvinho avanti col gol all’11’ di Laci. Ribaltone slavo nella ripresa in due minuti: prima Kramaric, poi un goffo tocco in area del neo entrato Gyasula ma nel recupero arriva il pari dello stesso giocatore

Comunque vada contro la Spagna, domani sera l’Italia sarà ancora nelle prime due posizioni del gruppo B di Euro2024. Nel secondo turno della fase a gironi, il match tra Croazia e Albania è finito infatti 2-2. La nazionale di Sylvinho parte ancora forte e si porta in vantaggio con Laçi. Modric e compagni si ritrovano nel secondo tempo e ribaltano il risultato segnando due gol in due minuti: prima con Kramaric, poi con un autogol di Gjasula. Proprio il 34enne albanese, che mai aveva segnato con la maglia della sua nazionale, si trasforma però nell’eroe inaspettato: al 95’ timbra il gol del definitivo 2-2, provocando le lacrime di Kovacic al fischio finale. 

Rispetto alla partita contro l’Italia, Sylvinho cambia due giocatori: fuori Seferi e Broja, dentro Laçi e Manaj. Il primo fa da raccordo tra centrocampo e attacco, mentre l’ex interista agisce da unica punta, si procura qualche fallo e aiuta la squadra ad alzare il baricentro. L’impressione, fin dai primi minuti, è che i top player della Croazia non si trovino più a memoria: Modric è irriconoscibile, Brozovic vaga senza meta, Kovacic e Perisic (oggi titolare, ma da terzino sinistro) non riescono a incidere. La diga made in Serie A, con Ramadani e Asllani davanti alla difesa, nel primo tempo vanifica tutte le imbucate dei croati. Lo schema è sempre lo stesso: palla recuperata, testa alta e via all’imbucata sulle fasce. Come contro gli Azzurri, l’Albania si porta subito in vantaggio: al 10’ Asani crossa dalla destra, Brozovic si lascia sfuggire Laçi, che fa 1-0 con un colpo di testa. Il dominio degli albanesi dura più di mezzora: Bajrami sfiora il raddoppio, Hysaj spara alto, Modric perde un pallone sulla trequarti e favorisce l’inserimento di Asllani, murato da Livakovic. La Croazia domina nel possesso palla, però non è mai pericolosa. 

Fare cassa o puntare sul suo talento? Inter al bivio su Valentin Carboni

La Coppa America può far schizzare alle stelle il valore del fantasista, le due strade nerazzurre per il futuro: i pro e i contro

Problemi così vorrebbero averne in tanti, ma il dilemma per l’Inter resta.

Sono Carboni ardenti, perché Valentin Carboni dopo una convocazione che ha in parte sorpreso (piacevolmente) gli stessi dirigenti nerazzurri ora rischia di giocare e da protagonista la Coppa America con l’Argentina di Messi, Lautaro ed Alvarez. Il 19enne figlio dell’ex Catania Ezequiel infatti ha stregato il c.t. Lionel Scaloni che lo ha tenuto nella lista definitiva dei 26 e lo ha lanciato dal 1’ nell’ultimo test, il 4-1 sul Guatemala in cui il ragazzo si è guadagnato tanti complimenti e anche il rigore poi trasformato da Lautaro. Certo, nel 4-3-3 di Scaloni la concorrenza tra gli esterni offensivi è spietata. Oltre all’intoccabile Messi, c’è gente come Di Maria, Nico Gonzalez e Garnacho. Però Carboni ha un’aura speciale e anche dalla panchina potrebbe trovare spazio per far cantare il suo sinistro di velluto

La vetrina della Coppa America per l’Inter è una manna perché non potrà che alzare una quotazione già sui 25-30 milioni – a gennaio la Fiorentina, respinta, ne aveva offerti 20 – con cui eventualmente (Arnautovic permettendo) puntare a un attaccante più pronto come Gudmundsson. Il rischio però sarebbe quello di vedere l’argentino esplodere altrove. Vero che l’Inter da anni deve sfruttare (anche) il vivaio per far quadrare i conti e che Ausilio era stato criticato per la cessione di Destro al Genoa nell’affare Ranocchia e per quella di Zaniolo alla Roma per arrivare a Nainggolan, ma alla fine si sono rivelate perdite indolori, visto che nessuno dei due attaccanti ha mantenuto le promesse. Carboni però è un mancino atipico, ha colpi unici, la testa sulle spalle e tanti ammiratori.